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Tredici vite
Titolo originale: Thirteen Lives
Anno: 2022
Nazione: Gran Bretagna
Genere: Biografico
Casa di produzione: Storyteller Productions, Magnolia Mae Films, Imagine Entertainment, BRON Studios, Xm2 Pursuit
Distribuzione italiana: Prime Video
Durata: 2h 27min
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: William Nicholson
Fotografia: Sayombhu Mukdeeprom
Montaggio: James Wilcox
Musiche: Benjamin Wallfisch
Attori: Colin Farrell, Viggo Mortensen, Joel Edgerton, Tom Bateman, Lewis Fitz-Gerald, Paul Gleeson, Sahajak Boonthanakit, Teeradon Supapunpinyo, Vithaya Pansringarm, Nophand Boonyai, Thiraphat Sajakul, Jane Larkin
Metro Goldwyn Mayer Pictures presenta in associazione con BRON Creative una produzione Imagine Entertainment / Storyteller / Magnolia Mae, Tredici Vite, un film per la regia di Ron Howard (Splash – Una sirena a Manhattan, 1994; Apollo 13, 1995; A Beautiful Mind, 2001; Solo: A Star Wars Story, 2018), basato su un fatto di cronaca realmente accaduto, ossia l’incidente della grotta di Tham Luang, avvenuto il 23 giugno 2018, e che ha visto dodici ragazzini, tra gli undici e i diciassette anni, e un ragazzo di venticinque anni rimanere bloccati all’interno della gigantesca caverna a causa delle forti piogge monsoniche che hanno allagato parzialmente il luogo e reso impossibile il loro salvataggio per molteplici giorni, ossia il 10 Luglio 2018, quando i giovani sono stati estratti dal luogo. Attraverso la fotografia di Sayombhu Mukdeeprom (Chiamami col tuo nome, 2017) e la sceneggiatura scritta dal premio Oscar William Nicholson (Il Gladiatore, 2000), da una storia di Nicholson e Don Macpherson, il film mostra come i soccorritori, ingegneri e subacquei abbiano provato di tutto per salvare quelle tredici vite umane, nonostante ci fossero solo delle piccole probabilità di successo e un elevato rischio per la propria incolumità. La pellicola è resa disponibile su Prime Video dal 5 agosto 2022 ed è dedicata al volontario di trentotto anni, Saman Gunan, un ex-Navy SEAL, deceduto il 5 Luglio durante un’immersione riguardante l’operazione di rifornimento d’ossigeno e al volontario Beirut Pakbara deceduto il 27 dicembre 2019 a causa di un’infezione del sangue contratta durante il salvataggio dei ragazzi.
Trama di Tredici Vite
È un giorno come un altro per dei giovanissimi ragazzi, uniti dall’amore per il calcio. Loro fanno parte di una squadra di calcio thailandese e, prima di andare alla festa di compleanno di uno di loro, decidono di fare un’escursione, insieme al loro allenatore più grande di loro, nella grotta di Tham Luang, ma proprio quando sono dentro le viscere della caverna, ecco che scoppia un inaspettato temporale, un classico monsone, avvenuto però con grande anticipo difronte al solito. I giovani così sono bloccati all’interno della caverna, che inizia a riempirsi come non mai di acqua che entra a gran velocità sommergendo tutto ciò che trova.
Fin da subito una squadra di soccorso locale inizia a lavorare per trovare una soluzione al fine di portare il salvo in bambini, ma la situazione è alquanto complessa e neppure i subacquei dell’ex-Navy SEAL riescono a perlustrare la grotta, a causa delle forti correnti dell’acqua e di spazi troppo impervi e stretti per poter passare. La notizia dei tredici ragazzi rimasti bloccati a Tham Luang, fa il giorno del mondo e molti volontari di tutte le nazioni si recano sul territorio per dare una mano. Un giovane incomincerà a progettare un modo per deviare l’acqua, facendo in modo che l’acqua piovana non penetri con forza da sopra la caverna, evitando così la grotta si allaghi completamente. Parallelamente giungono sul luogo due rinomati subacquei americani in grado di poter immergersi in condizioni complesse come quelle: Rick Stanton (Viggo Mortensen) e John Volanthen (Colin Farrell). A causa delle condizioni climatiche avverse però neppure loro due riescono a raggiungere le profondità della caverna, così tutti sono costretti ad attendere la fine della pioggia per tentare un salvataggio disperato. Terminata l’acquazzone dopo una settimana, i due americani riescono a percorrere la grotta e a trovare i tredici giovani, miracolosamente illesi seppur affamati e in condizioni fisiche precarie. Questa scoperta però manda i due subacquei in agitazione, poiché non sanno come poter tirare quei ragazzi fuori da li, poiché quei bambini dovrebbero essere degli ottimi subacquei per poter andarsene da quel luogo, dovendo nuotare per quasi sette ore sott’acqua in condizioni complicate anche per un professionista del settore. Santon e Volanthen troveranno una soluzione per salvare quelle preziose vite umane? Oppure resteranno a vederle morire lentamente? In tutto ciò il tempo è in bilico e potrebbe piovere da un momento all’altro, se pioverà nuovamente per loro non ci sarà più nulla da fare.

Recensione di Tredici Vite
Ron Howard con Tredici Vite dimostra, se ancora se ne fosse bisogno, di essere un Regista con la R maiuscola e di saper fare dell’ottimo cinema, quando vuole e quando gli capitano delle sceneggiature di primissimo livello, com’è quella che William Nicholson gli ha messo delle mani, uno script eccellente, privo di qualsiasi sbavatura drammaturgica, scritto con estrema eleganza e forza dove nulla viene lasciato a caso e in cui ogni singola battura possiede una sua forza intima e profonda, in cui ogni personaggio che viene messo in scena ottiene subito una sua tridimensionalità, soprattutto quei Rick Stanton e John Volanthen, che ci vengono presentati in scena con estrema maestria, all’interno delle loro abitazioni e nuclei familiari. Il primo è avvolto da una casa vuota e caotica, dove nessuno sembra interessato a lui come persona, mentre il secondo si trova a vivere in una dimora più elegante e completamente messa in ordine, insieme al suo figlioletto di circa sette anni, che adora. Questa presentazione mostra le diversità tra i due, in cui Volanthen appare più come una persona emotiva mentre Stanton come un uomo che va dritto al punto, avvolto da una sua soggettività e durezza interiore, riuscendo a vedere la situazione per quello che è realmente, ma anche lui dovrà fare il conto con l’emozione e la responsabilità che quella situazione comporta, soprattutto quando si scopre che i bambini sono ancora vivi. Per rappresentare questi due uomini vengono scelti da Howard due attori di spicco come Viggo Mortensen e Colin Farrell, che donano intensità ai loro personaggi sul lato scenico, riuscendo a indossare, perfettamente, le maschere fisiche di quei due uomini, che hanno lottato nella vita per salvare tredici persone, due uomini che meritano di essere chiamati come eroi, poiché senza di loro niente sarebbe stato possibile. A livello di sceneggiatura l’unica obiezione riguarda un’eccessiva marginalità narrativa di alcuni subacquei dell’ex-Navy SEAL, in cui nessuno risulta minimamente approfondito, come l’ingegnere, che avrà un ruolo fondamentale nella vicenda, ma che non viene sviscerato come meritava apparendo come un personaggio di sfondo alla vicenda, di una storia che ci concentra essenzialmente sul lavoro dei due subacquei americani.
La storia dei volontari
La sceneggiatura e la regia non scelgono di raccontare la vicenda dal punto di vista dei bambini della squadra di calcio, non vuole mostrare le loro sofferenze durante i diciassette giorni di disperazione, dove sono rimasti avvolti dall’oscurità della grotta e del rumore dell’acqua e della caverna, privi di qualsiasi cibo e bevanda. La pellicola decide invece di ergere a protagonisti della narrazione i volontari, i loro sforzi messi in campo per salvare altre vite umane. Tredici Vite guarda la dura vita di coloro che combattono per altruismo, di coloro che mettono in difficoltà le loro stesse vite per la speranza di riuscire a dare una mano agli altri, il tutto mostrando le loro sofferenze e tensioni che vivono sulla loro pelle. I volontari delle emergenze vivono quei momenti con un enorme pressione addosso, sia causata dai mass media sia causata da se stessi, dalla paura di sbagliare, di scegliere male i tempi e i modi ben consapevoli che ogni singola decisione e azione che intraprenderanno possono sia condurre alla salvezza di altre persone che alla loro morte. La sceneggiatura mostra che è labile la linea sottile tra l’essere eroi e l’essere colpevoli, accusati di non aver dato la giusta assistenza all’altro durante la missione di salvataggio. Lo spettatore, grazie ad un’attenta regia e una fotografia eccellente, specialmente nei momenti interni alla grotta, s’immedesima con i protagonisti e patisce per loro, soprattutto nell’ultima parte della vicenda in cui si ha realmente la percezione di come i singoli individui hanno, all’interno di una situazione alquanto complicato, in mano la vita di altri esseri umani. Noi comprendiamo e denotiamo per bene come basti un semplice errore per danneggiare quelle vite per sempre. La pellicola è un estremo omaggio a quei volontari che mettono sulle loro spalle la vita di altri esseri umani senza chiedere nulla in cambio, ma solo per Amore e per aiuto comunitario.

In conclusione
Tecnicamente ineccepibile, una sceneggiatura scritta con maestria anche se alcuni personaggi secondari avrebbero meritato maggior approfondimento. Ron Howard, dopo alcune pellicole mediocri come Solo: A Star Wars Story o Inferno e un mediocre Elegia Americana, ritorna sui suoi livelli cinematografici degni del suo nome, perché Tredici Vite non è da meno di A Beautiful Mind, la pellicola che ha ottenuto il premio come miglior film agli Oscar 2002.
Note positive
- Atmosfera
- Sceneggiatura
- Il punto di vista scelto.
- Una regia che pur non risultando autoriale, ci trascina dentro la vicenda con forza emozionale.
Note negative
- Alcuni personaggi secondari, come l’ingegnere, avrebbero meritato più approfondimento narrativo.