
I contenuti dell'articolo:
La vita è una danza
Titolo originale: En corps
Anno: 2022
Genere: Commedia, Drammatico
Casa di produzione: Ce Qui Me Meut, Canal+, Ciné+, France Télévisions
Distribuzione italiana: BIM Distribuzione
Durata: 117 minuti
Regia: Cédric Klapisch
Sceneggiatura: Santiago Amigorena, Cédric Klapisch
Fotografia: Alexis Kavyrchine
Montaggio: Anne-Sophie Bion
Musiche: Thomas Bangalter, Hofesh Shechter
Attori: Marion Barbeau, Hofesh Shechter, Denis Podalydès, Muriel Robin, Pio Marmaï, François Civil, Souheila Yacoub
Trailer italiano de La vita è una danza
La vita è una danza è un film del 2022 diretto dalla regista francese Cédric Klapisch, diviso tra la commedia e il dramma racconta la vita di una danzatrice interpretata da Marion Barbeau, prima ballerina dell’Opéra di Parigi. Il film è in uscita nelle sale italiane il 6 ottobre 2022.
Scoprite le dichiarazioni del regista su La vita è una danza
Trama de La vita è una danza
Elise ha 26 anni, è una promettente ballerina di danza classica che vive a Parigi con il suo fidanzato, ed ha il futuro già segnato dal suo talento. All’improvviso cambiano tragicamente le carte in tavola: scopre il tradimento del suo fidanzato e subisce un infortunio che le imporrà di abbandonare quel mondo a cui ella aveva sacrificato la sua esistenza. Il percorso di guarigione la condurrà in Bretagna, dove la protagonista tenta di riprendere in mano la sua vita, grazie ad un nuovo amore e al contatto per lei inedito con un tipo di danza che non aveva prima considerato.

Recensione de La vita è una danza
En Corps è il titolo originale di questa pellicola, perfettamente evocativo ed eloquente rispetto a quello che questa storia mira a raccontare: il corpo è centrale, e non perde tempo la regia a sottolinearlo, sin dalla prima sequenza, tramite inquadrature che ne esaltano la bellezza. E’ il corpo investito di quell’ossessione tipica di ogni ballerino professionista nel mondo della danza classica, che basa l’intera esistenza sul raggiungimento della perfezione, dell’armonia, di un ideale; ciò su cui fa affidamento, ciò su cui punta tutto. Ed è proprio questo che racconta il film: la dedizione di una vita che va in frantumi a causa di un corpo che abbandona quella perfezione, ed è lì il momento della svolta e della crescita della protagonista.

Questa è una storia di crescita, di formazione di una giovane donna adulta che deve riprendere in mano la sua vita e farne qualcosa di diverso. Da questo punto di vista anche il titolo italiano, più romantico e meno evocativo del titolo originale, racconta qualcosa di quello che lo spettatore fruirà: il cambiamento che nella vita di ognuno prende il sopravvento, qui simboleggiata dal passaggio della protagonista da un tipo di danza in cui vige il rigore, l’armonia e l’ossessione per la perfezione del corpo, come quella classica, appunto, a una danza che pone le sue radici nella primordialità del corpo e nella libertà.

E’ una storia sulla fatica di reinventarsi, di rinascita dopo la morte di un destino segnato, sul terrore nei confronti del fallimento. La protagonista Elise rimane spiazzata, persa nel mondo, senza meta, e lo spettatore l’accompagna nel suo nuovo mondo, nel suo porre le basi per qualcosa di nuovo, nella conquista della sua libertà.
Le sequenze di danza, sin dalla prima scena, sottolineano una regia sapiente nel valorizzare quest’arte magica e, appunto, il corpo, così centrali nel film come nella vita di un ballerino, con una fotografia che accompagna con il calore del rosso, a simboleggiare quella passione e la violenza di un sogno strappato, e talvolta colori grigi e desaturati, nei momenti di cambiamento e crisi della protagonista.

L’ottima regia e le meravigliose sequenze di danze tentano di colmare il vuoto di una sceneggiatura che tenta di valorizzare il percorso della protagonista che, seppur interessante poiché entra nel mondo della danza criticandone alcuni aspetti, lontano da quel romanticismo tipico dei film dedicati alla danza (ed è forse qui che sta la sua originalità), risulta piatto e privo di un emozione che sarebbe stata necessaria per un maggiore coinvolgimento dello spettatore, che risulta dunque ammaliato dalla bellezza della danza rappresentata ma lontano emotivamente dalla protagonista.
A fronte di una passione raccontata nella sua dirompenza, è davvero un peccato che la pellicola risulti a tratti troppo rigida e fredda nella sua narrazione.

In conclusione
La vita è una danza è un film sul mondo in frantumi di una ballerina alla ricerca di un nuovo modo di vedere la vita e l’arte su cui ha messo anima e corpo. Proprio quest’ultimo è il vero protagonista della pellicola, riuscendo ad essere ben valorizzato, ma è purtroppo ciò che riesce ad essere quest’opera: molto corpo ed estetica, poca anima ed emozioni.
Note positive
- Regia
- Fotografia
- Sequenze di danza a teatro
Note negative
- Struttura ed estetica ma poca emozione
- Rigidità della narrazione