Night Raiders (2021): una fredda distopia al TSFF 2021

locandina Night Raiders

Night Raiders

Titolo originale: Night Raiders

Anno: 2021

Paese: Canada, Nuova Zelanda

Genere: Drammatico, distopico

Produzione: Alcina Pictures, Eagle Vision, Miss Conception Films, Uno Bravo

Distribuzione:

Durata: 1h 37min

Regia: Danis Goulet

Sceneggiatura: Danis Goulet

Fotografia: Daniel Grant

Montaggio: Jorge Weisz

Musiche: Moniker

Attori: Elle-Máijá Tailfeathers, Brooklyn Letexier-Hart, Alex Tarrant, Amanda Plummer, Shaun Sipos, Violet Nelson, Gail Maurice, Suzanne Cyr, Pamela Matthews

Trailer del film Night Raiders

Lungometraggio distopico, Night Raider, prodotto da un astro nascente del cinema contemporaneo come Taika Waititi ( Thor: Ragnarok, Thor: Love and Thunder, Jojo Rabbit), venne presentato in anteprima mondiale all’interno della sezione Panorama del Festival di Berlino 2021, mentre in Italia, l’opera prima della cineasta Danis Goulet giunge al pubblico italiano grazie alla 21° edizione del Trieste Science +Fiction Festival, la più importante manifestazione italiana dedicata alla fantascienza e a tutte le declinazioni del fantastico.

Trama di Night Raider

2043. Dopo una guerra civile che ha distrutto e mandato in rovina la civiltà, il Nord America si trova sotto una occupazione di stampo militare – statale, in cui ogni città e individui vivono nella totale povertà e vengono privati di ogni diritto esistenziale, come quello naturale di crescere i propri figli, i quali appena nascono divengono di proprietà dello stato, che li manda a istruirsi all’interno di accademie militari in cui possono nutrire la speranza di terminare nella cittadina di Emerson, la ricca e florida capitale.

All’interno di questa dittatura distopica Niska (Elle-Máijá Tailfeathers), un indigena Cree, si nasconde da ben sei anni all’interno della foresta insieme alla figlia di undici anni Waseese, al fine di proteggerla dalle grinfie dello Stato, ben sapendo però che la piccola potrebbe avere una vita più agiata e semplice a Emerson che non con lei all’interno dei boschi dove la sua esistenza sarà di fugga dalla civiltà e di stenti, ma cosa accade quando lo Stato catturerà Waseese? La madre andrà a ricercarla o la lascerà andare al suo destino?

Recensione di Night Raiders

Siamo all’interno di uno sci-fi che mescola saggiamente l’elemento tecnologico con quella naturalistico donando alla pellicola una componente prettamente realistica in cui l’elemento “fantascientifico – tecnologico” è immesso solo a piccole dose, tanto da rendere credibile al pubblico questa possibilità di società umana distopica quasi dittatoriale, richiamando visivamente, sia nella fotografia che nella scenografia il cult movie di genere I Figli degli Uomini, oppure la serie televisiva The Handmaid’s Tale, in cui è più il contesto oscuro, pericoloso e distopico a interessare lo spettatore, che non la connotazione visiva digitale o futuristica. D. Goulet in Night Raiders vuole concentrare essenzialmente sul senso dell’indottrinamento scolastico come metodo per soggiogare le menti dei futuri uomini del domani a cui vengono inculcati i nuovi valori sociali, significativa la scena in cui un militare uccide sua madre dandogli della parassita, mostrando l’ottica della nuova società: se non lavori e sei di troppo devi essere sterminato. L’indottrinamento delle nuove leve, indubbiamente, è l’elemento su cui poter fondare e mantenere il potere, poiché una volta in cui tutti la vedono nel medesimo mondo, attraverso un attento lavoro di persuasione e di lavaggio del cervello, chi è che può far cadere il nuovo ordine sociale?

Night Raiders sfrutta però la componente distopica per condurre al pubblico un messaggio attuale, al fine di porre l’attenzione sulla cultura indigena, di coloro che durante la storia americana hanno sempre dovuto lottare per i loro diritti di vivere secondo le loro usanze, tradizioni che vengono compromesse a causa di una ricerca folle verso una globalizzazione sociale dove tutti devono vivere nel medesimo modo e in cui non deve esserci nessuna divergenza di stili di vita al di fuori del Dio denaro e del Dio capitalismo. Nella pellicola il gruppo indigeno deve lottare per non morire, per evitare che la propria concezione di vita non venga cancellata e distrutta dallo Stato e dalle sue leggi. L’elemento dell’indottrinamento è assolutamente connesso alla difficoltà di vivere come indiani in America, poiché in passato lo stato degli Usa e del Canada strappavano i piccoli indios dalle proprie radici mettendoli dentro a una scolarizzazione svolta per convertire i bambini e allontanarli dalle loro radici.

La pellicola, proprio quando vede l’entrata in scena di questi personaggi e di questa tematica, ha un tracollo, andando a perdere quella potenza narrativa che aveva ottenuto fino ad allora. La storia da qui si avvia entro un appiattimento causato da un ritmo fin troppo lento con una regia quasi documentaristica che non esalta la narrazione, il tutto accompagnato da una scrittura dei personaggi non positiva tanto che, dal momento in cui Waseese viene catturata, noi non proviamo più tensione o qualche sensazione, ed è giusto asserire che il vero problema di Night Raiders è quello di essere un film freddo e che alla fine non lascia nulla. Inoltre va detto il finale viene risolto con un Deus ex machina evitabile e che stona con la vicenda mostrata.

Note positive

  • Primo atto
  • Fotografia
  • Scenografia

Note negative

  • Deus ex machina finale, dal tocco sovrannaturale
  • Secondo e terzo atto, con personaggi poco approfonditi, come le situazioni riguardanti l’accademia.

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