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OASIS: Knebworth 1996
Titolo originale: OASIS: Knebworth 1996
Anno: 2021
Paese: Regno Unito
Genere: documentario, musicale
Produzione: Sarah Garcia Andersson, Liam Gallagher, Noel Gallagher, Garfield Kempton, Alec McKinlay
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 110 min
Regia: Jake Scott
Fotografia: Murren Tullett
Montaggio: Struan Clay
Musiche: Oasis
Trama di OASIS: Knebworth 1996
Tra il documentario e il film-concerto, OASIS: Knebworth 1996 racconta l’importanza della band britannica nella scena musicale degli anni ’90 e il fortissimo legame che i membri del gruppo hanno saputo instaurare con i loro fan, che il 10 e l’11 agosto del 1996, in oltre 250.000, si sono radunati appunto a Knebworth per quello che è oggi ricordato come uno dei più grandi concerti degli ultimi trent’anni.
Durante la notte, tra il 10-11 agosto 1996, lunghe code si sono formate fuori dai negozi di dischi e fuori dalle biglietterie locali, mentre i fan di tutto il mondo hanno trascorso la loro giornata attaccati ai telefoni fissi cercando di mettersi in contatto con i numeri per la prenotazione che risultavano costantemente occupati. Tutti i biglietti sono andati esauriti in meno di 24 ore, battendo ogni record al botteghino del Regno Unito. Gli organizzatori hanno stimato che potenzialmente la band avrebbe potuto vendere il doppio o il triplo dei biglietti, tale fu la richiesta del pubblico in quelle giornate. Oltre il 2% della popolazione del Regno Unito tentò in quell’occasione di acquistare i biglietti dell’evento.
Materiale stampa sul film OASIS: Knebworth 1996

Recensione di OASIS: Knebworth 1996
Al centro del film, che usa sapientemente il found footage per creare una vera e propria narrazione, più che gli Oasis troviamo i loro fan: Jake Scott, in modo originale e intelligente, riesce a cogliere l’aspetto ritualistico del concerto, e nello specifico del concerto rock, per il quale la visione della band, vero e proprio oggetto di culto, non è una concessione unilaterale dei divi nei confronti degli spettatori ma un’esperienza condivisa, quasi un pretesto per vivere un momento di euforia collettiva che riporta a occasioni appunto ritualistiche che hanno sempre fatto parte della storia dell’umanità.
Per questo motivo, OASIS: Knebworth 1996 non è solo un evento dedicato ai fan della band britannica: l’operazione di Scott si configura infatti come una ricognizione su un’intera epoca della storia contemporanea e assume inoltre l’importanza di un’indagine antropologica lucida ed empatica, che, realizzata e distribuita in un periodo in cui ancora il mondo è in parte paralizzato dalla pandemia, risulta rilevante anche per l’attualità.

Oltre al lavoro sul montaggio visivo, risulta notevolissimo il montaggio sonoro, valorizzato dalle tecnologie audio Nexo, che rendono il film-concerto un vero e proprio evento impossibile da apprezzare pienamente al di fuori della sala cinematografica.
Note positive
- Indagine antropologica
- Uso del found footage
- Montaggio sonoro e visivo
Note negative
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