Paradise (2023). Cederesti la propria esistenza in cambio di denaro?

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Locandina di Paradise (2023)

Paradise

Titolo originale: Paradise

Anno: 2023

Nazione: Germania

Genere: fantascienza, thriller

Casa di produzione: NEUESUPER

Distribuzione italiana: Netflix

Durata: 1h 57min

Regia: Boris Kunz

Sceneggiatura: Peter Kocyla, Simon Amberger, Boris Kunz

Fotografia: Christian Stangassinger

Montaggio:

Musiche: David Reichelt

Attori: Kostja Ullmann, Iris Berben, Marlene Tanczik, Corinna Kirchhoff, Lisa-Marie Koroll, Alina Levshin, Lorna Ishema, Numan Acar, Lisa Loven Kongsli

Trailer di Paradise

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Un buon successo di pubblico e critica ha coronato il lungometraggio tedesco di fantascienza-thriller intitolato “Paradise“, che ha rapidamente raggiunto il primo posto come contenuto più visto in Italia sulla piattaforma Netflix, dove è stato distribuito il 27 luglio 2023. Il film, le cui riprese si sono svolte in Lituania e a Berlino, è prodotto da Simon Amberger, Korbinian Dufter e Rafael Parente di NEUESUPER, una casa di produzione nota per aver realizzato la serie comica “Blockbustaz” (2016), le serie drammatiche “Hindafing” (2 stagioni dal 2016) e “8 Days” (2019), oltre alla serie young-adult “Katakomben” (2020) e il mockumentary “Wrong” (2021). Alla regia troviamo Boris Kunz (regista di “Hindafing”), che ha scritto la sceneggiatura insieme a Peter Kocyla e Simon Amberger.

Trama di Paradise

In un futuro non troppo lontano, esiste l’azienda biotecnologica AEON, un’industria farmaceutica multimiliardaria che ha riscritto le regole della società. AEON vende un servizio: la giovinezza e l’immortalità. Chi ha soldi paga per ottenere una sorta di elisir di lunga vita, mentre chi ha bisogno di denaro per sopravvivere è costretto a cedere la propria esistenza in cambio di soldi; più “invecchiano”, più guadagnano. All’interno di questa società vivono Max ed Elena. Max lavora come venditore per AEON ed è molto bravo nel suo lavoro, tanto da risultare il miglior venditore del mese dell’azienda. Sua moglie, Elena, invece, lavora come infermiera in un ospedale, ma la sua mansione è poco retribuita. La loro vita di coppia è intrisa di felicità, i due si amano e sognano di diventare genitori e di invecchiare insieme. Tuttavia, tutti i loro sogni svaniscono in un attimo, quando la loro abitazione va a fuoco ed Elena si trova di fronte a una richiesta di risarcimento assicurativo che né lei né suo marito sono in grado di pagare. Non avendo soldi per pagare l’assicurazione, Elena si vede costretta a pagare il debito con la propria esistenza, venendo privata di quarant’anni della sua vita. Così la donna che prima era giovane e aveva davanti a sé il futuro, ora si ritrova anziana e alla fine della sua esistenza. Max però non si dà per vinto e farà di tutto per riavere gli anni persi di Elena, soprattutto quando scopre che gli anni rubati sono andati al suo datore di lavoro: Sophie Theissen, l’amministratore delegato di AEON. L’uomo decide quindi di rapire la donna e riprendersi quei quarant’anni di vita, ingiustamente sottratti alla sua amata. Elena e Max si trovano nel bel mezzo di una fuga disperata e una caccia senza sosta, che li porterà ai limiti dei loro concetti morali e di ciò che sono disposti a fare per abbracciare le loro vecchie vite.

Kostja Ullmann, Corinna Kirchhoff in Paradise (2023)
Kostja Ullmann, Corinna Kirchhoff in Paradise (2023)

Recensione di Paradise

Tante volte si tende a definire una pellicola come banale o poco originale, soprattutto quando si analizzano i contenuti originali di Netflix, ma Paradise, sorprendentemente, non rientra assolutamente in questa categoria. La pellicola non si sviluppa mai in modo prevedibile e quando sembra accadere, ecco che la narrazione prende una svolta imprevista, sorprendendoci continuamente. Niente è realmente come sembra all’inizio e ogni evento assumerà un nuovo significato nel finale del film. Ogni singolo personaggio, a eccezione di Sophie Theissen, ha uno sviluppo inaspettato, soprattutto i nostri due protagonisti, Elena e Max, che subiranno una completa trasformazione alla fine del lungometraggio, abbandonando ogni loro certezza per abbracciare una nuova esistenza, molto diversa da quella che speravano in precedenza. Il finale stesso di Paradise non può essere definito come conclusivo al 100%, lasciando aperte le porte per un successivo capitolo dal sapore di rivoluzione, in cui i nostri protagonisti, specialmente Max, potranno ancora trasformarsi e mutare in qualcosa di imprevedibile.

A livello di trama, Paradise ci conduce in un mondo futuristico, in cui il potere centrale dello Stato e della giustizia risiede in una forma di vendita e acquisto di esistenze, dove la vita stessa ha perso il suo vero significato, trasformandosi in una sorta di merce economica, da vendere in cambio di soldi. I poveri vendono i loro anni di vita, diventando vecchi prima del previsto, mentre i ricchi pagano profumatamente l’AEON per diventare giovani, creando un circolo vizioso in cui la morte, per un ricco, è annullata. Siamo dentro una società in cui le disparità sociali sono evidenti e nette, dove la popolazione è sempre più povera, invischiata in grossi debiti e in un costo della vita, sempre più, esorbitante. In questa società divisa tra poveri e ricchi, i primi sono costretti a donare anni delle loro vite per poter sopravvivere. Anche il mondo giudiziario è completamente distorto a favore di questa procedura di “derubare” l’esistenza del condannato. Le pene per gli omicidi commessi, per le aggressioni effettuate o per i propri debiti non si scontano più con la reclusione, ma con la perdita, immediata, di anni di vita. Questo è ciò che accade a Elena che, per motivi di debiti economici, si trova costretta, per legge, a vendere i suoi 40 anni di vita, che perde completamente. Questo atto, praticamente, le ruba la propria vita e il proprio futuro, come il sogno di avere un bambino con Max.

Simon Amberger, produttore

Sembra inconcepibile che gli anni di vita possano essere comprati. Il principio dell’uguaglianza di tutte le persone, fondamento della nostra società, sarebbe finalmente superato. Paradise osa gettare uno sguardo nuovo sull’annosa questione del valore della vita. Raccontare una storia del genere dalla Germania richiede non solo passione e creatività, ma anche compagni coraggiosi. Siamo felici di poter ispirare una squadra così grande per questo film, del grande cast e della fiduciosa collaborazione con Netflix

Il protagonista della storia, però, è Max. Lui è un uomo che crede nell’AEON, che crede nel sistema su cui la società si poggia, ma quando le cose vanno male a sua moglie viene catapultato in un mondo lontano da lui, quello della povertà. La sua situazione familiare drammatica, se non tragica, lo porta a riflettere sulla società in cui vive, sulla malvagità e disuguaglianza sociale su cui l’AEON si poggia, soprattutto a causa della sua leader Sophie Theissen, una donna che è solo all’apparenza buona ma che nasconde una forte componente di egocentrismo ed egoismo, in cui, come ogni essere ricco, l’unica cosa a cui aspira davvero è l’immortalità. L’agire di Max, ovviamente, non nasce da un istinto rivoluzionario, ma bensì da una motivazione individuale: il bisogno di salvare la donna che ama. Se Elena fosse stata una delle tante donne povere a lui sconosciute, Max non avrebbe mosso un dito, dichiarando che quello era il sistema in cui vivevano, ma trattandosi di sua moglie, della donna che ama, ecco che le cose cambiano e lui agisce. Il suo agire lo conduce in un mondo a lui sconosciuto. La sua disgrazia gli apre gli occhi sul mondo in cui vive, mostrandogli la brutalità, soprattutto di quel mercato nero dove bambini indifesi vengono derubati della loro vita per motivi economici. Max ed Elena si trovano dinanzi a una sorta di tratta di bambini, non così dissimile dalle pratiche di vendita illegale degli organi presenti nel nostro mondo, soprattutto in quei posti più poveri, dove la vita degli ultimi non conta, assolutamente, niente, proprio come anche in questa pellicola.

Paradise possiede una attenta creazione dell’universo narrativo futuristico, che non si discosta visivamente molto dal nostro, se non per alcuni elementi tecnologici. Il tutto ci viene narrato con un buon ritmo che ci permette di immergerci nella drammaturgia e in questo universo narrativo, che probabilmente, visto il finale, verrà maggiormente approfondito da Netflix, anche per il fatto che numerosi personaggi che ci sono stati presentati nel corso di questo lungometraggio, possono possedere dei percorsi di redenzione interessanti.

Marlene Tanczik in Paradise (2023)
Marlene Tanczik in Paradise (2023)

In conclusione

Una pellicola interessante, che seppur poco cinematografica, rappresenta un ottimo preludio narrativo per una saga televisiva fantascientifica. Se amate il genere sci-fi con venature thriller e tematiche filosofiche orientate all’uguaglianza, questo è il film giusto per voi.

Note positive

  • Sceneggiatura
  • Ritmo
  • Regia

Note negative

  • Interpretazione non sempre all’altezza
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