Per un pugno di dollari (1964): il western secondo Sergio Leone

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Locandina per un pugno di dollari

Per un pugno di dollari

Titolo originale: Per un pugno di dollari

Anno: 1964

Paese: Germania, Italia, Spagna

Genere: Western

Produzione: Jolly Film, Ocean Producktion, Constantin Film Produktion

Distribuzione: Unidis – Ricordi Video, Nuova Eri, L’Unità

Durata: 100 min

Regista: Sergio Leone

Sceneggiatura: Sergio Leone, Duccio Tessari, Fernando Di Leo, Víctor Andrés Catena

Fotografia: Massimo Dallamano, Federico G. Larraya, Stelvio Massi

Montaggio: Roberto Cinquini

Musiche: Ennio Morricone

Attori: Clint Eastwood, Marianne Koch, Gian Maria Volonté, Wolfgang Lukschy, Sieghardt Rupp, Joseph Egger, José Calvo, Margarita Lozano, Daniel Martin, Benito Stefanelli, Bruno Carotenuto, Aldo Sambrell, Mario Brega, Antonio Prieto, José Orjas, Fredy Arco, Raf Baldassarre, Antonio Molino Rojo

Trailer di Per un pugno di Dollari

Per un pugno di dollari è la seconda opera di Sergio Leone, regista scomparso prematuramente dopo avere realizzato un numero ristretto di opere (otto), tutte ad alto livello, tra le quali vanno ricordate le ultime due, capolavori indimenticati della storia del cinema, C’era una volta il west e C’era una volta in America. Il lungometraggio del ’64 riscrive le regole genere western, a quei tempi in forte decadenza dopo l’epopea dei decenni precedenti nei quali le opere di John Ford (Ombre rosse, L’uomo che uccise Liberty Vallance, Sentieri selvaggi) avevano reso celebre il genere americano per antonomasia. L’opera divenne inoltre il punto d’inizio della rinomata Trilogia del dollaro che vide come protagonista in ogni film l’americano Clint Eastwood, scoperto da Leone durante la visione di una serie televisiva inglese. La carriera futura di Eastwood, sia da attore che da regista, non ha bisogno di presentazioni.

Leone decise di realizzare Per un pugno di dollari dopo avere visto un film sullo stesso soggetto diretto dal maestro giapponese Akira Kurosawa, da cui venne accusato di plagio e portato in tribunale (Leone fu costretto a concedere i ricavi del film in Giappone). Il successo straordinario del film risvegliò l’interesse di registi (Corbucci, Tessari) e produttori per il cinema western, nacque così la definizione Western all’italiana affiancata da Western & spaghetti come coniato dagli americani per indicare il genere western declinato in Italia da Leone in poi.

Baxter da un lato e Rojo dall’altra, e io nel mezzo. Aveva ragione il campanaro, c’è da arricchirsi in questo paese.”

Joe

Trama di Per un pugno di dollari

Un pistolero americano, Joe, giunge all’interno di un piccolo paese messicano, San Miguel, teatro di una ‘pace’ armata tra due famiglie arricchitesi dal commercio di armi e alcool: i Rojo e i Baxter. Come definito visivamente dalla regia all’inizio del film, il pistolero si pone simmetricamente tra le due famiglie, interpretando il ruolo del mercenario al servizio dell’una o dell’altra fazione per un pugno di dollari. All’interno di questa diatriba due figure si mostrano meno ostili risultando fondamentali per la sopravvivenza di Joe, il becchino (a cui l’americano darà spesso lavoro) e il proprietario della taverna del paese (figura importante nello sviluppo della diegesi). Non mancano figure femminili di rilievo verso le quali l’americano concede un minimo di umanità. Le maniere dure e dolose dei Rojo porteranno le vicende a concludersi nel modo anticipato dal campanaro del paese all’arrivo dell’americano: rimangono solo i ricchi a San Miguel, gli altri sono morti.

Recensione di Per un pugno di dollari

Per un pugno di dollari è un film che merita di essere visto indipendentemente dalla personale inclinazione per il genere western. Non è soltanto la storia di pistoleri assetati di sangue e denaro, ma è il racconto di un uomo cinico che, nonostante l’istinto di sopravvivenza amplificato dal proprio virtuosismo con la pistola, concede lampi di altruismo (la liberazione della famiglia di Marisol, tenuta sotto scacco dai Rojo) resi magistralmente dalla regia.

Leone ridefinisce la spettacolarità del genere: dettagli sugli oggetti prima dei duelli, giochi di zoom che ci portano repentinamente al primo piano fortemente espressivo degli interpreti, colonna sonora divenuto un cult della storia del cinema (si ricorda il fischio di Alessandro Alessandroni), l’utilizzo di un montaggio espressivo nei momenti di massima tensione, la violenza mostrata e non nascosta come da tradizione nel genere. Come detto in precedenza, il sarcasmo unito a frasi a effetto danno il giusto tocco di distacco dal racconto. È per questi elementi autoriali che Per un pugno di dollari risulta un film più sofisticato di quanto possa sembrare a una prima visione, Leone ebbe la genialità di modernizzare un genere che, dopo avere fatto la stoira del cinema, stava ripidamente abbassando la china. Il connubio violenza – ironia sarà d’ispirazione per grandi futuri registi, tra i quali vanno ricordati Kubrick (Arancia Meccanica e Full Metal Jacket) e Quentin Tarantino, da cui è stato più volte omaggiato.

All’interno della pellciola non mancano possibili riferimenti politici (in una delle prime sequenze Joe dice ‘Devo ancora trovare un posto dove non ci sia il padrone’) e metacinematografici (Joe, mentre tenta di scappare infermo dal paese durante l’assalto dei Rojo ai Baxter, chiede al becchino di fermarsi per godersi lo spettacolo come se fosse uno spettatore al cinema). Inevitabile omaggiare l’interpretazione di Eastwood e Gian Maria Volonté nel ruolo del cattivo (farà lo stesso nel film successivo, Per qualche dollaro in più). I due interpreti, spesso inquadrati in primo piano, recitano con forte espressività e si elevano al di sopra del resto del cast che rimane comunque ottimo. La colonna sonora del grande maestro Ennio Morricone, pur non ottenendo la celebrità raggiunta in C’era una volta in America, merita una menzione speciale.

Note positive

  • Stile di regia
  • Interpretazione
  • Colonna sonora
  • Montaggio

Note negative

  • /
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