The Jungle (2021): il teatro che annulla le distanze

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the jungle locandina

The Jungle

Titolo originale: The Jungle

Anno: 2021

Paese: Italia

Genere: Documentario

Produzione: Tesla Production, 4Film

Durata: 75 min.

Regia: Cristian Natoli

Sceneggiatura: Cristian Natoli, Enrique José Carcione

Fotografia: Debora Vrizzi

Montaggio: Matteo Serman

Musiche: Marco Germini

Attori: Elisa Menon

Trailer ufficiale The Jungle

Attraverso The Jungle il regista friulano Cristian Natoli racconta l’esperienza di una sua collega, l’attrice e regista Elisa Menon, alle prese con la realizzazione di uno spettacolo teatrale sociale. Girato in Friuli Venezia Giulia, la jungle sull’Isonzo che dà il titolo al film è quello spazio ai margini del parco di Campagnuzza-Sant’Andrea (GO), un luogo sospeso tra più culture e che richiama l’omonimo limbo di Calais dove molti migranti giacciono in attesa di entrare in Gran Bretagna. Presentato al Festival Internazionale del Cinema di Varsavia 2021, il docu-film arriverà nelle sale italiane nel 2022.

Trama di The Jungle

L’attrice e regista Elisa Menon è in procinto di lasciare Gorizia, direzione Berlino, ma, incuriosito dal suo lavoro, il mediatore culturale Hassan Zeidi la contatta per affidarle un ultimo lavoro: dirigere uno spettacolo teatrale coinvolgendo i suoi amici, giunti come lui dal Pakistan ma rimasti ai margini della società cittadina. Dapprima titubante, la regista coglie la proposta di Hassan come l’occasione per raccontare la Rotta Balcanica sotto un diverso punto di vista. Il laboratorio porterà Elisa a riflettere sul significato intrinseco della partenza e permetterà ai ragazzi di confrontarsi direttamente con i goriziani tramite uno spettacolo teatrale inscenato nella stessa Jungle, la porzione di bosco che usano come rifugio dalla realtà.

Recensione di The Jungle

Tramite The Jungle, il regista friulano compie un passo importante per il cinema italiano e internazionale: ci mostra la Rotta Balcanica, che nonostante rappresenti una delle principali vie d’immigrazione in Europa è ancora poco raccontata nel cinema dei nostri giorni. The Jungle è quindi il primo lungometraggio italiano che si addentra in un terreno che sappiamo essere spinoso, controverso e molto dibattuto. Il film entra in punta di piedi in un progetto di teatro sociale che riguarda una piccola comunità di migranti, afghani e pakistani, arrivati attraverso la Rotta Balcanica a Gorizia, nella cui società non sono ancora riusciti a integrarsi. Il gruppo viene coinvolto nel progetto dall’attrice e regista Elisa Menon che a poco a poco costruirà uno spettacolo simbolico a partire dalle singole esperienze vissute dai partecipanti.

Dal primo incontro tra Elisa Menon e i migranti alle lezioni di teatro fino allo spettacolo finale, The Jungle diventa (e inventa) nel documentario un racconto emozionale. Il film mostra infatti l’evoluzione dei legami che si instaurano tra i personaggi, che imparano a conoscersi focalizzandosi sulle cose che li accomuna e non su quelle che li divide. Come spiega Cristian Natoli “Il lavoro di Elisa ha lo scopo di rendere visibili gli invisibili cercando di connettere le realtà e le persone ai margini con il tessuto sociale locale. Il documentario tratta il tema della distanza: quella ideale, di tipo linguistico e culturale, tra i ragazzi richiedenti asilo e il resto della comunità locale, e quella fisica, materiale, che li divide dai loro luoghi d’origine e dalle loro famiglie.” 

Distanza con la quale siamo costretti a fare i conti tutti i giorni e perfettamente rappresentata in The Jungle dalla ragazza che si rifiuta di prendere il volantino che pubblicizza lo spettacolo finale. Una scena molto rapida ma densa di significato con la quale Natoli intende mostrare due punti di vista diversi: quello di chi arriva, che ha bisogno di tutto, e quello di chi vede arrivare, che ha paura del diverso. Opinioni opposte ma entrambe vere, che generano un conflitto tra la paura di uno e il bisogno dell’altro. Come spiega l’attrice nel corso di una delle sue lezioni con i ragazzi, è proprio questo lo scopo di The Jungle: far incontrare tali punti di vista. Per questo motivo lo spettacolo di chiusura del workshop, che coincide con il finale del documentario, si svolge nella stessa Jungle, diventando l’occasione per assistere all’incontro e al confronto di due culture che fin a ora non si erano mai avvicinate.

In conclusione

Natoli usa quindi la forza del teatro per lanciare in modo esplicito un messaggio di uguaglianza. Il lavoro effettuato con The Jungle non lascia niente di tangibile ma tanto nella testa, nel corpo e nel cuore.

NOTE POSITIVE

  • Raccontare la genesi di uno spettacolo teatrale è funzionale a conoscere meglio gli attori non professionisti;
  • Le voci fuori campo dei migranti permettono agli spettatori di empatizzare con loro.

NOTE NEGATIVE

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