Smile (2022). Non puoi sconfiggere la propria mente

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Locandina Smile

Smile

Titolo originale: Smile 

Anno: 2022

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Horror

Casa di produzione: Paramount Pictures, Paramount Players, Temple Hill

Distribuzione italiana: Eagle Pictures

Durata:  115 min

Regia: Parker Finn

Sceneggiatura: Parker Finn

Fotografia: Charlie Sarroff

Montaggio: Elliot Greenberg

Musiche: Cristobal Tapia de Veer

Attori: Sosie Bacon, Kyle Gallner, Caitlin Stasey, Robin Weigert, Jessie T. Usher, Kal Penn, Rob Morgan, Judy Reyes, Kevin Keppy, Gillian Zinser, Marti Matulis, Sara Kapner

Trailer italiano di Smile (2022)

Nel 2020 Parker Finn scrive e dirige un cortometraggio horror di undici minuti dal titolo Laura Hasn’t Slept, trattante una giovane donna che si reca da un terapista per liberarsi da un proprio incubo ricorrente e terrificante che le impedisce di dormire. La ragazza spiega allo psicologo che ogni volta che chiude gli occhi per addormentarsi gli compare un volto di un uomo con un sorriso e sguardo malvagio che la chiama per nome, come se volesse ucciderla. Questo cortometraggio che vede come protagonisti Caitlin Stasey e Lew Temple è stato proiettato al SXSW Film Festival dove ha vinto il Premio Special Jury Recognition nella categoria Midnight Short. I talent scount de la casa di produzione e distribuzione Paramount Pictures scoprirono Laura Hasn’t Slept e ne parlarono ai piani alti che rimasero entusiasti dal potenziale narrativo che era racchiuso e non sfruttato in Laura Hasn’t Slept, così venne chiamato Parker Finn a cui venne dato l’arduo compito di scrivere e dirigere un adattamento del suo corto, seguendo però una strada narrativa delineata dalla stessa Paramount. La pellicola, che doveva inizialmente intitolarsi Something’s Wrong with Rose per poi venire denominata con Smile, viene rilasciata in anteprima mondiale al Fantastic Fest il 22 settembre 2022 e poi, successivamente, il 30 del medesimo mese nei cinema americani per Paramount Pictures e in Italia dal 29 settembre 2022 per Eagle Pictures. Successivamente il film sbarca su Paramount + e in un edizione home video per Plaion Pictures.

Trama di Smile

Rose Cotter è una psichiatra che lavora, con determinazione e passione, in un reparto psichiatrico dove ha l’arduo compito di trovare una cura ai propri pazienti instabili per aiutarli a superare i loro blocchi psicologici o ad alleviare, con varie medicine, le loro patologie mediche. Un giorno, proprio quando sta per andarsene a casa, avendo terminato da molte ore il proprio orario lavorativo, ci trova dinanzi a un nuovo caso, quello della giovane studentessa di dottorato Laura Weaver, che dichiara di essere l’unica a vedere un’entità che finge di essere altre persone e che si mostra con una faccia sorridente inquietante e spaventosa. Laura, visibilmente agitata e paranoica, a un tratto ha un attacco di panico e convulsioni, fino a quando non si calma completamente, mostra un sorriso in faccia e si suicida dinanzi alla Dottoressa Rose, tagliandosi la gola con un frammento di vaso rotto. Questo evento farà crollare il mondo della Cotter, che da quel momento inizierà a vedere la medesima entità di cui la Weaver gli aveva parlato, ma questa è frutto della suo trauma? Oppure è qualcosa di reale e tangibile? Chi è realmente l’uomo che sorride?

Sosie Bacon stars in Paramount Pictures Presents in Association with Paramount Players A Temple Hill Production - Smile
Sosie Bacon stars in Paramount Pictures Presents in Association with Paramount Players A Temple Hill Production – Smile

Recensione di Smile

È evidente ciò che Paramount Pictures ha visto nel cortometraggio Laura Hasn’t Slept, un potenziale di lunga durata drammaturgica, in grado di fruttargli nel tempo un importante rientro retributivo economico, dalla creazione di un franchise cinematografico a tema horror incentrato su un elemento narrativo che Parker Finn ha solo accennato all’interno del suo corto del 2020, ovvero l’entità che vive dentro ai sogni, una creatura infernale in grado di cambiare le proprie sembianze e di assumere qualsiasi tipo di volto, mantenendo intatto un sorriso pieno di malvagità e una voce dal sapore di morte, che ti chiama a sé, stringendoti in una morsa letale. Al creatore di Laura Hasn’t Slept viene data la possibilità di elevare il proprio personaggio oscuro all’interno di un opera filmica e lui riesce perfettamente nel suo compito, creando una versione mature di questa entità oscura. L’essere sorridente di Smile, pur mantenendo la sua inconsistenza fisica nel mondo reale, non fa più parte del mondo dei sogni ma viene immesso dentro il mondo dei traumi personali, un elemento che sia dona maggior consistenza narrativa alla storia sia maggior tridimensionalità all’entità oscura, che appare nutrirsi dei traumi presenti nelle sue vittime, che scopre e smuove a suo piacimento per instillare terrore e follia nei suoi malcapitati. La tematica dei traumi personali fa da collante narrativo a tutti gli eventi di questo “probabile” capitolo introduttivo della saga Smile, non a caso fin dall’incipit, veniamo catapultati dentro a un trauma, quello della protagonista Rose Cotter che da bambina ha assistito alla morte per suicidio di sua madre, un peso emotivo che la donna ci porterà dentro di sé. Inoltre l’intera storia sembra voler porre degli interessanti quesiti sociali sull’elemento della pazzia, al fine di sottolineare come lo Stato e i nostri stessi cari ci abbandonino a noi stessi nel momento in cui stiamo più male e in cui soffriamo, interessante in questo senso il rapporto che Rosa ha con sua sorella, con il suo fidanzato e con il suo superiore a lavoro, personaggi che l’abbandonavano completamente a sé stessa e che sembrano non saper affrontare la caso quando tocca a un loro conoscente. Durante la pellicola non è un caso che Rose rimane da sola, tutti la bollano come un matta, una pazza e nessuno sembra essere in grado di ascoltarla e di comprendere ciò che sta passando.

A livello di trama e di struttura la pellicola non porta niente di innovativo al genere horror, anzi riprende in mano quel filone più volte sviscerato in opere come It Follows o Final Destianation, dalla prima viene ripreso il concetto di entità mentre da Final Destianation il senso di persecuzione e di impossibilità di salvezza. Non siamo dinanzi a un incarnazione fisica del male alla Freddy Krueger o Ghostface ma il male è ovunque e può comparire all’improvviso, senza possibilità di schivarlo. In Final Destianation siamo dinanzi a giovani che cercano di spezzare il destino, quel destino che revoca la loro morte di esseri che sono scappati miracolosamente alla morte, di una morte che pretende però le loro anima. Rose Cotter ha qualcosa in comune con i giovani di Final Destination, è segnata dalla morte, è marchiata dentro una catena che non sa come rompere. La pellicola si muove da un lato come dramma personale di Rose, dall’altra parte come un film investigativo in cui abbiamo la protagonista e il suo amico poliziotto investigare su ciò che sta accadendo alla donna, un indagine che li metterà a conoscenza di una lunga catena di morte e di sangue, che nessuno è riuscito a rompere.

Sosie Bacon e Kyle Gallner in Smile
Sosie Bacon e Kyle Gallner in Smile

In conclusione

Il regista – sceneggiatore riesce a creare una maschera accattivante per Smile, essenzialmente nell’espressione inquietante che dona quel sorriso e quello sguardo al suo pubblico. La pellicola possiede una chiave di lettura interessante muovendosi su un tema forte come quello dei traumi e della pazzia mentale, il tutto supportato da delle ottime performance interpretative. Peccato un po’ per l’assenza di vera e propria paura, almeno colui che scrive non si è spaventato durante la visione della pellicola.

Note positive

  • Tematica, anche se troppo bidimensionale
  • Personaggi

Note negative         

  • Assenza di paura
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