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Steno
Titolo originale: Steno
Anno: 2022
Nazione: Italia
Genere: documentario
Casa di produzione: World Video Production
Distribuzione italiana:
Durata: 1h 12m
Regia: Raffaele Rago
Sceneggiatura: Raffaele Rago
Fotografia:
Montaggio: Raffaele Rago
Musiche: Claudio Sanfilippo
Presentato nella sezione Storia del cinema alla Festa del cinema di Roma, precisamente giovedì 20 ottobre 2022 h 15:00 Casa del Cinema, il docufilm Steno, scritto, diretto e montato da Raffaele Rago (Mozambico dove va il cinema, 2002; Segretarie, una vita per il cinema, 2019), è un ritratto affettuoso del regista italiano di commedie, Stefano Vanzina, in arte Steno. Lui è stato uno dei più prolifici registi e sceneggiatori del cinema italiano vantando più di cento sceneggiature scritte e ben settantacinque regie realizzate in soli quarantotto anni di carriera, fino al giorno della sua morte improvvisa avvenuta a Roma nel 1988, a soli settantun anni.
Prodotto da Andrea Petrozzi per World Video Production, Steno è scritto sul soggetto di Nicola Manuppelli, la pellicola vanta numerosi personaggi che hanno partecipato con le proprie testimonianze, a partire dal figlio Enrico Vanzina, passando per Diego Abatantuono; Claudio Amendola; Pino Ammendola; Lino Banfi; Caterina d’Amico; Guido De Angelis; i nipoti di Totò, Antonello Buffardi de Curtis ed Elena de Curtis; il nipote di Aldo Fabrizi; Maurizio Micheli; Neri Parenti; Giovanna Ralli; Massimo Ranieri; Marco Risi; Umberto Smaila; Giovanni Soldati; Teo Teocoli e Giuseppe Tornatore.
Trama di Steno
Un ricordo sincero e affettuoso del regista italiano Stefano Vanzina, di un uomo che ha attraversato la storia del cinema italiano, sperimentando ogni genere, passando dalla commedia all’italiana fino al nascente poliziesco all’italiana (che ha contribuito a fondare). Nella sua vita professionale Steno ha incrociato tutti i massimi attori della comicità italiana come Vittorio De Sica, Totò, Alberto Sordi, Diego Abatantuono, Lino Banfi e Aldo Fabrizi. Il documentario intreccia aneddoti cinematografici a ricordi privati di famiglia e di coloro che lo hanno conosciuto, in un flusso di racconti affettuosi e umani.

Recensione di Steno
Un documentario leggero, che si rifà a note musicali quasi ironiche e comiche per donare uno sprazzo di “follia” e umorismo alla storia di Steno, di un uomo che ha fatto dell’ironia e della comicità i suoi fondamenti del cinema e della vita. Fin dall’incipit della pellicola e per tutta la durata del lungometraggio abbiamo un susseguirci di melodie ritmiche dal tono felice e scherzoso, elementi che vanno a sottolineare bene il racconto audiovisivo mostrato dal cineasta Raffaele Rago, che intende evidenziare lo spirito genuino e fantasioso dell’uomo Stefano Vanzina e di tutte quelle figure del mondo dello spettacolo che lo hanno circondato da Totò fino ad Alberto Sordi, passando per Dino Risi e Mario Monicelli. Le scelte musicali, affiancate alla decisione di andare a realizzare una pellicola abbastanza breve, durando solo 1h 12 minuti, riescono a donarci una narrazione frizzante in grado di farci appassionare alla storia e alla vita di Stefano Vanzina senza annoiarci, ma mantenendoci incollati allo schermo. In questo senso vanno fatti i complimenti al regista – montatore che ha saputo ben montare il materiale d’archivio a sua disposizione, comprendendo bene la direzione da prendere a livello di sceneggiatura andando a togliere tutto quel materiale inutile al fine narrativo. La pellicola, così com’è, funziona bene e ci racconta in maniera esaustiva lo spirito di Stefano Vanzina.
Il docufilm sfrutta molteplici dichiarazioni di coloro che lo hanno conosciuto, le quali vengono sempre supportate dalle immagini d’archivio che mostrano l’uomo sia in veste di regista sia in quella di padre di famiglia, accanto ai due figli Enrico e Carlo Vanzina, coloro che hanno seguito le orme paterne intraprendendo un percorso entro la commedia cinematografica sia registicamente che dal punto di vista di sceneggiatura. Il ritratto fornitoci di Steno è quello di un intellettuale umile e sempre pronto a imparare, di un uomo magro e piccolino con una forte personalità e vena comica, ma che allo stesso tempo si poteva dimostrare estremamente serio dinanzi agli altri. Tutti coloro che hanno lavorato con lui inoltre parlano di una sua estrema eleganza, di un uomo di un altro tempo, garbato e pieno di educazione.

In conclusione
Un film semplice che sa bene di cosa voler trattare senza allungare eccessivamente la narrazione. Raffaele Rago ci dona un buon ritratto di uno dei massimi esponenti del cinema italiano, tanto che al termine della visione della pellicola, viene voglia di andare a riscoprire quei classici nati dalla mano di Stefano Vanzina.
Note positive
- Montaggio
- Musica
Note negative
- /
Note positive
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