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The Bad Guy 2
Titolo originale: The Bad Guy 2
Anno: 2024
Nazione: Italia
Genere: Commedia, Poliziesco, Drammatico
Casa di produzione: Amazon Studios, Indigo Film
Distribuzione: Amazon Prime Video
Stagione: 2
Durata: 55’ per 6 episodi
Regia: Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi
Sceneggiatura: Fortunata Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica Rampoldi, Davide Serino, Giuseppe G. Stasi
Fotografia: Gogò Bianchi
Montaggio: Giancarlo Fontana
Scenografia: Gaspare De Pascali
Costumi: Monica Gaetani
Musiche: Francesco Cerasi
Attori: Luigi Lo Cascio, Claudia Pandolfi, Stefano Accorsi, Selene Caramazza, Giulia Maenza, Antonio Catania, Fabrizio Ferracane, Carolina Crescentini, Aldo Baglio, Guia Jelo, Bebo Storti, Antonio Zavatteri, Tony Pandolfo
Trailer di “The Bad Guy 2”
Informazioni sulla stagione e dove vederla in streaming
La seconda stagione di The Bad Guy è stata presentata, in anteprima, alla XXII edizione di Alice nella Città. La serie vedrà l’ingresso di nuovi personaggi interpretati, fra gli altri, da Carolina Crescentini, Aldo Baglio e Stefano Accorsi.
The Bad Guy 2, la cui regia è stata affidata a Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, riprende la narrazione dal ritrovamento del boss Suro per proseguire verso la scoperta di verità, anche personali, che porteranno a un epilogo inaspettato. The Bad Guy è prodotta da Amazon Studios e da Indigo Film e viene proposta su Amazon Prime Video a partire dal 5 dicembre 2024.
Trama di “The Bad Guy 2”
La seconda stagione inizia con Nino, ex magistrato ora infiltratosi nei ranghi della mafia, che è determinato a uccidere l’uomo che ha distrutto la sua vita, il pregiudicato e latitante Suro. Quando il malvivente riconosce Nino, confessa l’esistenza di un archivio segreto che contiene prove contro pezzi grossi dello Stato e non solo. Questa scoperta trasforma la missione di Nino da vendetta a ricerca disperata della verità, che mette in gioco alleanze inaspettate e tradimenti difficili da accettare.
Nel frattempo, anche Luvi, moglie di Nino, mira all’archivio per chiudere i conti con il proprio passato oscuro. La situazione si complica con l’intervento del Maggiore Stefano Testanuda, un agente dei Servizi, e di Leonarda, la sorella di Nino e agente del Ros, che finalmente ottiene prove cruciali per riabilitare il ricordo del fratello.
La seconda stagione di The Bad Guy è un intricato gioco di potere e inganni, dove il confine tra nemici e alleati si fa sempre più labile e il desiderio di una nuova vita sembra sempre più irraggiungibile. Riusciranno Nino e Teresa a trovare pace o saranno intrappolati per sempre nei fantasmi del passato?

Recensione di “The Bad Guy 2”
Tutto comincia da dove è stato sospeso e la bravura degli autori è quella di mantenere la linea di narrazione originale indirizzando l’attenzione su un nuovo percorso, che passa dall’esplorazione del mondo malavitoso a una riflessione più introspettiva.
Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi tracciano un solco che rimarca la voglia di distanziarsi da racconti come Gomorra o dalle narrazioni alla Sollima, palesando incontrovertibilmente come The bad guy è una fiction a cui sono permessi eccessi narrativi che esulano dal reale.
La nostra non è una serie grottesca. È la realtà italiana che spesso lo è. E noi abbiamo cercato solo di raccontarla con un realismo iperbolico, mescolando commedia a tragedia, fedeli a chi disse che tutto in questo paese è grave, ma mai serio. (dalle note degli ideatori)
Per questa ragione, anche alcune esasperazioni di sceneggiatura, che in altri contesti sarebbero state paradossali, in questo caso diventano un valore aggiunto. Il legame al conte di Montecristo – manifestato in una scena dove copie del romanzo di Dumas padre viene inserito in fascicoli processuali – è il combustibile di una storia che mantiene comunque alta la tensione e che riserva delle sorprese inaspettate.
Una macchina ben congeniata per mantenere alta la tensione
Tutta la macchina messa in piedi da Indigo Film e da Amazon Studios è ben curata e non sottovaluta alcun aspetto. La regia di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi è ben allineata al racconto rappresentato e, nonostante alcuni episodi possano risultare incongruenti per modalità espressiva – uso della macchina da presa piuttosto che montaggio – tali differenze non fanno altro che risaltare momenti di racconto specifici.
Per noi era arrivato il momento di addentrarci in un territorio che, per pudore, o per ostinato cinismo, avevamo frequentato sempre in maniera sommaria: il territorio del dolore. (dalle note di regia)
La fotografia di Gogò Bianchi esalta una rappresentazione quasi sempre cupa e che ben evidenzia le scenografie di Gaspare De Pascali e i costumi di Monica Gaetani. Il montaggio di Giancarlo Fontana riesce a spaziare dalla frenesia quasi disturbante a momenti di calma, necessaria per l’ ondata emotiva richiesta dalla sceneggiatura.
Una trama ben delineata, nonostante le alternanze di punti focali differenti, a cui hanno partecipato Fortunata Apicella, Giacomo Bendotti e Giordana Mari, che hanno affiancato gli ideatori del progetto. Anche Francesco Cerasi lascia la sua impronta, occupandosi delle musiche in maniera più che degna e andando oltre i soliti stereotipi di genere.

L’importanza di un cast ben studiato
A conferma dell’ottimo lavoro dei produttori vi è anche la scelta di un cast efficace che esprime e sue potenzialità al meglio. Su Luigi Lo Cascio c’è davvero poco da dire: il suo nome è già indicatore di un valore aggiunto. Il suo Nino passa dal dolore alla sete di vendetta in maniera lineare, coerente ma non scontata. E riesce a permettersi gli stacchi ironici previsti dalla sceneggiatura, utili per alleggerire il racconto.
Claudia Pandolfi, al pari del collega Lo Cascio, mantiene il suo personaggio senza esagerazioni, donando alla sua Luvi sfumature emotive significative. Selene Caramazza e Giulia Maenza, con personaggi ben delineati dalla sceneggiatura, riescono ad evitare le caricature. La prima, anche se le capita di cadere nell’eccesso, porta sullo schermo la rabbia di una donna ferita. La seconda asseconda quella vena di follia a cui il suo personaggio è ineluttabilmente legato.
Se Antonio Catania conferma la sua buona interpretazione di Suro vista nella prima stagione, Stefano Accorsi è invece una novità del progetto. Il limite dell’attore felsineo è che ogni tanto gli capita di essere riconoscibile, fagocitando i suoi personaggi e rendendoli una sorta di propria appendice. Anche in questo caso, in alcuni momenti pare di aver visto il suo Stefano Testanuda in qualche altra pellicola ma, in questo specifico caso, l’interprete riesce a performare conciliando gli aspetti ironici e donando nuova linfa al suo agente.
La buona riuscita di The bad guy è data anche dai caratteri meno ricorrenti, tutti di spessore e che donano ai loro personaggi un’anima coerente con il racconto e non banale. Da Bebo Storti a Guia Jelo, i due interpreti più caratterizzati, ad Aldo Baglio, furbamente limitato nel parlato, ma anche gli altri: tutti artefici dell’ottenimento di un risultato eccellente.

In conclusione
The Bad Guy 2 è una serie televisiva che si distingue per la sua produzione impeccabile e per le interpretazioni di alta qualità dei suoi attori. L’originalità della trama riesce a coinvolgere nonostante i salti temporali ed emotivi. La sceneggiatura beneficia di stratagemmi narrativi efficaci, come l’inserto di momenti satirici rasenti il grottesco, e di una messa in scena di alto livello. Questa serie riflette chiaramente l’impegno e gli sforzi che il servizio di streaming di Cupertino ha investito negli ultimi anni per offrire contenuti di qualità.
Note positive
- Interpretazioni di qualità
- Narrazione coinvolgente
- Buon equilibrio rappresentativo
Note negative
- Alcuni momenti di estrema lentezza – ma ben contestualizzati