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The Fan – Il mito
Titolo originale: The Fan
Anno: 1996
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Drammatico / Thriller
Casa di produzione: Mandalay Entertainment, Scott Free Productions, TriStar Pictures
Prodotto da: Wendy Finerman
Durata: 1 hr e 52 min (112 min)
Regia: Tony Scott
Sceneggiatura: Phoef Sutton
Montaggio: Claire Simpson, Christian Wagner
Dop: Dariusz Wolski
Musiche: Hans Zimmer
Attori: Robert De Niro, Wesley Snipes, Ellen Barkin, John Leguizamo, Benicio Del Toro
RECENSIONE DI THE FAN – IL MITO
Parliamoci chiaro: Tony Scott, suicidatosi nel 2012 perché sopraffatto da un’inutile battaglia contro un tumore, non era un grande regista; leggere molti cinefili dell’ultima ora che arrivano a reputare la sua filmografia addirittura più interessante e di valore rispetto a quella del ben più dotato fratello Ridley, c’è da ammetterlo, perplime e sconforta. Malgrado le tracce di buon mestiere sparpagliate qui e là per tutta la sua opera, Tony Scott non ha mai vantato un capolavoro, ed è chiaro dalla semplice visione dei film quanto al regista inglese interessasse per prima cosa la forma più che il contenuto, limitandosi ad applicare il suo stile sincopato e patinato a lungometraggi rozzi e spesso dozzinali. The Fan, pur annoverando un peso massimo come Robert De Niro nelle vesti di protagonista, non fa eccezione sotto questo profilo.
La presenza dell’attore premio Oscar per Toro Scatenato, impegnato a dar vita a un altro personaggio tormentato come quelli già impersonati per Martin Scorsese, alla fine è l’unico motivo di vero interesse di questo soggetto intrigante solo sulla carta. Il contesto da thriller psicologico in cui viene calata l’analisi della dialettica tra atleta e tifoso non viene a dovere sfruttato, cosicché dopo un prologo fulminante e una prima mezz’ora tutto sommato tollerabile, il film peggiora progressivamente, giungendo a una conclusione vergognosa per insensatezza.
TRAMA DI THE FAN – IL MITO
L’instabile e immaturo rappresentante di coltelli Gil Renard (De Niro) è un tifoso dei San Francisco Giants, e il quattro volte campione di baseball Bobby Rayburn (Wesley Snipes) è il suo eroe. Il tifo accanito è tutto ciò che tiene ancora in piedi una vita lavorativa e sentimentale in pieno naufragio, ma quando, macchiatosi dell’omicidio di un rivale di Rayburn, Gil capirà che il suo idolo in realtà lo disprezza, la delusione dell’uomo muta in ossessione assassina.


ANALISI DI THE FAN – IL MITO
Al banco degli imputati bisogna far sedere per primo lo sceneggiatore Phoef Sutton, la cui poco articolata sceneggiatura basata su un romanzo di Peter Abrahams non si addentra mai troppo nella psicologia dei personaggi e, anzi, per sbrogliare l’intreccio non sceglie mai una soluzione narrativa che non sia sbrigativa o forzata. E così, se la bidimensionalità di Bobby Rayburn (interpretato con gusto da Snipes) finisce paradossalmente con il funzionare a sufficienza all’interno del racconto, la crescente frustrazione paranoide del protagonista Gil viene privata della giusta introspezione per apparire credibile o disturbante, e purtroppo le sconfinate capacità attoriali di De Niro non riescono in questo caso a fare la differenza.
Soprattutto a fronte dell’improbabilità del finale, The Fan spreca tutto il grandissimo potenziale da gran film della materia di partenza, preferendo adagiarsi su una superficiale prevedibilità. Certo, Scott (coadiuvato dal direttore della fotografia Dariusz Wolski) si impegna a elargire impatto visivo alle scene (a tratti troppo pomposo per una storia come questa) e a incoraggiare il compositore Hans Zimmer a lasciarsi andare alla sua vena più enfatica, ma alla fine il risultato suscita solo una profonda delusione. Chissà come sarebbe venuto fuori in mano a Martin Scorsese.
NOTE POSITIVE
- L’interpretazione di Robert De Niro.
- L’enfatica colonna sonora di Hans Zimmer.
NOTE NEGATIVE
- Sceneggiatura fallace.
- Regia troppo pomposa.