The Hurt Locker: La fascinazione del pericolo

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The Hurt Locker

Anno: 2008

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Guerra

Casa di produzione: Summit Entertainment

Prodotto da: Kathryn Bigelow, Mark Boal

Durata: 2 hr 10 min (130 min)

Regia: Kathryn Bigelow

Sceneggiatura: Mark Boal

Montaggio: Bob Murawski

Dop: Barry Ackroyd

Musiche: Marco Beltrami

Attori: Jeremy Renner, Ralph Fiennes, Guy Pearce, David Morse, Anthony Mackie, Brian Geraghty, Evangeline Lilly, Christian Camargo

Trailer italiano di The Hurt Locker

TRAMA DI THE HURT LOCKER

Ma ti rendi conto che ogni volta che indossi quella tuta, ogni volta che usciamo possiamo lasciarci la pelle, lanci il dado e non sai come va… lo sai che è così, vero?

CIT. SERGENTE SANBORN (ANTHONY MACKIE)

Durante la guerra in Iraq, una squadra di artificieri viene incaricata di neutralizzare esplosivi nelle aree più calde del conflitto. Ogni membro della squadra sa che ovunque può nascondersi un nemico, e che non sono ammessi errori.

Il sergente veterano William James (Jeremy Renner) guida l’operazione, ma a differenza dei compagni l’inferno della guerra è per lui un paradiso.

RECENSIONE DI THE HURT LOCKER

La furia della battaglia provoca una dipendenza fortissima e spesso letale, perché la guerra è una droga.

CIT. CHRIS HEDGES

The Hurt Locker costituisce un precedente: per la prima volta l’Academy Award ha assegnato l’Oscar alla Miglior Regia a una donna, quella Kathryn Bigelow che nel 1991 aveva firmato uno dei film d’azione pura più coinvolgenti e meglio riusciti di sempre (Point Break).

Uscito nello stesso periodo di altre opere sulla “guerra giusta” come Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino e Avatar dell’ex marito James Cameron, The Hurt Locker è uno studio molto potente e meticoloso sugli effetti che la violenza genera sia sui personaggi di un’opera cinematografica che sugli spettatori.

L’intero percorso artistico di Bigelow, sin dal suo poliziesco femminista Blue Steel, è disseminato di epopee sull’individualità che sceglie di vivere situazioni ad alto rischio, ma forse è proprio in The Hurt Locker che questo discorso meta-cinematografico viene meglio amalgamato alle esigenze di spettacolo d’azione elettrizzante.

Jeremy Renner in The Hurt Locker
Guy Pearce in The Hurt Locker

ANALISI DI THE HURT LOCKER

Non ho mai visto tanto esplosivo tutto insieme. Se devo morire, morirò comodo.

CIT. SERGENTE WILLIAM (JEREMY RENNER)

Cosa fa di The Hurt Locker un capolavoro? Per cominciare la sceneggiatura di puro acciaio dell’ex giornalista Mark Boal, della quale Bigelow ripropone l’insostenibile tensione, concedendosi a momenti enfatici in cui esplosioni e sparatorie stordiscono i sensi secondo un modus operandi molto simile a quello di Black Hawk Down di Ridley Scott.

Il caos del conflitto è riproposto con schiettezza viscerale, l’azione è scandita attraverso un climax crescente di spettacolarità, la politica americana in tempo di guerra (di cui Bigelow affronterà le implicazioni polemiche nel successivo Zero Dark Thirty) è messa al bando dalla storia per concentrarsi maggiormente sui personaggi.

Ma dietro l’ovvia cortina di sabbia, piombo e fuoco si nasconde qualcosa di ben più provocatorio, ovvero un puntuale identikit del guerriero che, come un tossico con sostanze quali cocaina o eroina, sviluppa una forma di pericolosa dipendenza per la carneficina e gli atti bellici in egual misura all’avversione per i tempi di pace.

Il perno attorno a cui ruotano tutte le ambizioni intellettuali del film è la superba interpretazione di un Jeremy Renner pre-Avengers, il cui personaggio è tra i più riusciti anti-eroi del cinema moderno, catalizzatore dell’attenzione dello spettatore abile a destreggiarsi in situazioni degne di una vera e propria mission impossible. Il ricco cast di contorno annovera i validi Anthony Mackie e Brian Geraghty, e due mostri sacri come Guy Pearce e Ralph Fiennes.

Molteplici punti di vista, montaggi paralleli e uso sapiente del rallenty contribuiscono a rendere il tutto molto coinvolgente. Qualcuno potrebbe parlare di semplice sfoggio estetico, ma non fanno che esaltare uno dei migliori esempi di war movie usciti nel nuovo secolo.

NOTE POSITIVE

  • Regia e montaggio attenti alla spettacolarizzazione e alla tensione.
  • Sceneggiatura velleitaria ma solidissima.
  • Recitazione perfetta.

NOTE NEGATIVE

  • Nessuna in particolare.
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