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The Unseen River
Titolo originale: Giòng Sông Không Nhìn Thấy
Anno: 2020
Paese: Laos
Genere: drammatico
Produzione: Phạm Ngọc Lân, Ngô Đài Trang, Trần Thị Bích Ngọc
Distribuzione: Mubi
Durata: 23 minuti
Regia: Phạm Ngọc Lân
Sceneggiatura: Phạm Ngọc Lân
Fotografia: Phạm Quang Minh, Nguyễn Vinh Phúc
Montaggio: Julie Béziau
Musiche: Nguyễn Xuân Sơn
Attori: Wean, Naomi, Minh Châu, Nguyễn Hà Phong, Hà Hoàng, Mạc Can
Su Mubi è possibile recuperare The Unseen River, cortometraggio del giovane vietnamita Phạm Ngọc Lân. Il corto è staro presentato al Sundance per poi fare il giro del mondo in diversi festival (fra cui Locarno e New York)
Trama The Unseen River (2020)
Una confluenza di due storie d’amore: una in cui una donna si riunisce col suo ex amante dopo 30 anni; l’altra in cui una giovane coppia visita un monastero in cerca di una cura per l’insonnia. Tra passato e futuro, il fiume offre un luogo onirico dove si incrociano le due temporalità.

Recensione The Unseen River (2020)
Attraverso la natura, la memoria e l’immaginazione siamo capaci di contemplare e vedere qualcosa di più grande
Il regista Phạm Ngọc Lân su The Unseen River (2020)
The Unseen River è capace d’incantare lo spettatore in soli 23 minuti, cullandolo in un lento fluire d’inquadrature che ricordano il maestro Kim Ki-Duk (in particolare il suo Primavera, Estate, Autunno, Inverno e ancora Primavera). Dal film di Kim Ki-Duk sembra ripreso un cinema che quasi si annulla in favore della lenta contemplazione della natura (il vero protagonista del corto è il fiume Mekong) e una generale immersione nelle atmosfere sacre Buddiste (anche qui è presente un monastero eretto vicino all’acqua). L’acqua del Mekong scorre e così il tempo, attraversando amori e segnando vite di persone apparentemente diverse fra loro. Se i giovani guardano al futuro disorientati, gli anziani non possono che ricordare il passato.

A livello visuale si fa forte una metafora che è anche un invito alla riflessione: alle acque incontaminate in cui viene sempre ripresa la coppia anziana si contrappone infatti la struttura brutaledi una diga che troneggia sul fiume nelle scene riguardanti i giovani in cerca di risposte.
Non stupisce l’attenzione ricevuta in ambito festivaliero da quest’opera, capace di ricordare grandi registi del cinema asiatico (i maestri di un cinema lento e immersivo che privilegia i silenzi come il già citato Kim Ki-Duk ma anche il Thailandese Apichatpong Weerasethakul) ma allo stesso tempo di suscitare suggestioni nuove, grazie a uno stile più contemporaneo e dinamico.
Phạm Ngọc Lân firma un cortometraggio evocativo e stratificato, imponendosi di diritto fra i nomi emergenti del nuovo cinema asiatico.