Shōgun (2024). Lotta di potere

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Trailer di Shōgun

Informazioni sulla serie e dove vederla in streaming

Era il 1980 quando, per la regia di Jerry London e la sceneggiatura di Eric Bercovici, prese forma la miniserie televisiva nipponico-statunitense NBC “Shōgun”, trasmessa in Italia sia in versione seriale, sulle reti RAI, che in una versione cinematografica, di soli 125 minuti, dal titolo “Shōgun – Il signore della guerra” (1980). La storia, ambientata nel Giappone del XVII secolo, si rifaceva all’omonimo romanzo d’avventura di James Clavell del 1975 con protagonista John Blackthorne e primo capitolo, in ordine cronologico, della cosiddetta Saga Asiatica costituita da sei romanzi, pubblicati dal 1962 al 1993.

Nel 2018 la FX dà il via a una nuova rivisitazione seriale della storia di Jack Blackthorne. Infatti, nell’agosto di quell’anno, durante l’annuale tour stampa estivo della Television Critics Association, la FX annuncia lo sviluppo di una miniserie storica di dieci episodi, incentrata sul romanzo Shōgun di James Clavell. La miniserie, dopo numerosi ritardi di produzione e una riscrittura completa della sceneggiatura, dovuta all’abbandono del progetto da parte dello sceneggiatore Ronan Bennett, sostituito dallo scrittore e produttore esecutivo Justin Marks, ha iniziato le proprie riprese il 22 settembre 2021 a Vancouver e in seguito in Giappone, fino al 30 giugno 2022, per poi debuttare su Disney+ con le prime due puntate il 27 febbraio 2024.

La serie televisiva “Shōgun”, prodotta da FX, è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks, con Marks che si è investito come showrunner e produttore esecutivo. Inoltre, il progetto audiovisivo si avvale di un cast di altissimo livello, tra cui Tadanobu Asano nel ruolo di “Kashigi Yabushige”, un noto traditore stretto agli atti di Toranaga; Hiroto Kanai nei panni di “Kashigi Omi”, il giovane leader del villaggio di pescatori dove viene trovata la nave di Blackthorne; Takehiro Hira nel ruolo di “Ishido Kazunari”, un potente burattinaio che è il principale rivale di Toranaga; Moeka Hoshi in quello di “Usami Fuji”, una vedova che deve trovare un nuovo scopo nel mezzo della guerra del suo signore; Tokuma Nishioka nel ruolo di “Toda Hiromatsu”, il generale fidato e il più caro amico di Toranaga; Shinnosuke Abe nei panni di “Toda Hirokatsu” (“Buntaro”), il geloso marito di Mariko; Yuki Kura in quello di “Yoshii Nagakado”, il sfacciato figlio di Toranaga che ha un forte desiderio di mettersi in gioco; e Fumi Nikaido nel ruolo di “Ochibano Kata”, la venerata madre dell’erede che non si fermerà davanti a nulla pur di porre fine a Toranaga e alla sua minaccia al potere del figlio.

Trama di Shōgun 

Nel Giappone del 1600, all’alba di una guerra civile destinata a segnare un secolo, la nave pirata Erasmus, guidata dal pilota inglese Jack Blackthorne, intende giungere sulle coste nipponiche per saccheggiare le basi cattoliche dei gesuiti portoghesi e tentare un nuovo approccio commerciale, diplomatico e militare con il paese del Sol Levante. Tuttavia, l’Erasmus, considerata la prima nave inglese a raggiungere il Giappone, incontra numerose difficoltà nel raggiungere il luogo desiderato. Il lungo viaggio mette a dura prova la sopravvivenza dell’equipaggio, costretto ad affrontare la sete, la fame e la morte del proprio capitano. Ormai allo sbando e privo di energie, l’equipaggio perde il controllo della nave, che giunge come una nave fantasma sulle coste di un villaggio di pescatori giapponesi. Qui, i pochi sopravvissuti vengono catturati e fatti prigionieri. Mentre l’equipaggio viene imprigionato, Jack Blackthorne viene condotto a Osaka, al cospetto del daimyo Yoshii Toranaga, il signore delle terre in cui l’Erasmus è naufragata. Toranaga non sta attraversando un periodo facile, trovandosi prigioniero, insieme alla sua famiglia e ai suoi fedelissimi, nel castello di Osaka per mano dei restanti quattro daimyo reggenti del consiglio, tra cui il temibile Ishido, il ricco Sugiyama, il cattolico Kiyama e il lebbroso Ohno. Questi quattro intendono destituire Toranaga dal consiglio e ucciderlo, accusandolo di alto tradimento nei confronti del legittimo imperatore. Tuttavia, il loro piano effettivo è quello di eliminare Toranaga, Lord di Edo, unico oppositore all’implementazione politica e commerciale dei portoghesi sul suolo giapponese.

Toronaga, conscio della sua difficile situazione e della necessità di trovare nuovi alleati per vincere la guerra, decide di non far giustiziare il pilota inglese, ma di tenerlo accanto a sé come prigioniero di alto valore, riconoscendo immediatamente il potenziale di quel barbaro e della sua nave “Erasmus” nella guerra in corso. Toronaga intende utilizzare Jack Blackthorne come una pedina fondamentale nella sua strategia per sconfiggere Ishido, ma non solo. Jack Blackthorne si trova così costretto a rimanere in Giappone come prigioniero, nelle mani del Lord di Edo, seguendolo ovunque vada.

Durante la sua permanenza presso la corte di Toronaga, l’uomo, denominato con l’appellativo di “anjin”, fa la conoscenza della giovane Mariko (Anna Sawai), esperta nella lingua portoghese, che diventa le sue orecchie e la sua voce. Mariko, infatti, assume il ruolo di traduttrice per il barbaro, diventando al contempo l’unica amica per Blackthorne, che inizia a provare dei sentimenti per quella donna nipponica.

Fotogramma di Shōgun EP. 2
Fotogramma di Shōgun EP. 2

Recensione di Shōgun 

James Clavell, nel scrivere il suo romanzo, ha tratto ispirazione da una frase che ha letto su un libro di storia della figlia, la quale riportava: “Nel 1600, un inglese andò in Giappone e divenne un samurai”. “Shōgun” è un racconto che si basa, a livello narrativo, su alcuni eventi storici realmente accaduti, su cui lo scrittore australiano ha costruito una trama fittizia ricca di avventura, guerra e romanticismo. Il protagonista è la figura del pirata-pilota inglese Jack Blackthorne, chiaramente ispirato a William Adams, un navigatore inglese che giunse in Giappone nel 1600 e divenne Miura Anjin, un fidato consigliere dello shōgun Tokugawa Ieyasu (qui Toranaga), un potente signore che fondò lo shogunato Tokugawa, che durò dal 1603 fino al 1868. La storia di “Shōgun” si basa esplicitamente sulla storia di questi due uomini di importanza storica, narrando la nascita del loro legame “politico”, un rapporto basato su interessi egoistici e personali. Se Tokugawa Ieyasu (Toronaga) comprese il potenziale del pilota inglese per sconfiggere i suoi nemici, William Adams (Blackthorne) intravide in quel signore feudale l’unica sua possibilità di sopravvivenza all’interno di quel mondo a lui sconosciuto.ù

Il romanzo e la miniserie “Shōgun” pongono come protagonista indiscusso della narrazione Jack Blackthorne, il cui sguardo diventa il nostro, il cui ingresso in contatto con quella società straniera diviene il mezzo attraverso il quale scopriamo l’uso e i costumi di quella cultura nipponica del 1600, permeata di valori tipici della cultura samurai, fatta di guerra e onore, in cui vivere e morire coesistono in simbiosi e in cui morire in combattimento per il proprio signore diviene il massimo onore a cui aspira un uomo dell’epoca. Il nostro protagonista deve confrontarsi con questo mondo, cercando di comprendere le ombre e le luci di questa cultura completamente diversa da quella occidentale, una cultura in cui ogni singola parola, ogni gesto, assume un significato simbolico ed effettivo elevato; ogni frase non è mai pronunciata a caso, ma ogni sillaba è ponderata attentamente e nulla viene detto, come invece accade in Europa, tanto per dire.

Jack Blackthorne deve navigare in questo mondo inizialmente percepito come barbaro e selvaggio, scoprendo a sue spese che i nipponici non sono quei selvaggi che lui pensava; al contrario, saranno loro a chiamarlo “barbaro” a causa dei suoi modi, considerati selvaggi e brutali. La miniserie si basa chiaramente, soprattutto nelle prime tre puntate, nel farci comprendere il mondo giapponese attraverso gli occhi e le orecchie di Blackthorne, che deve imparare la cultura e le gerarchie giapponesi per cercare di sopravvivere, sfruttando al massimo il potenziale di quella situazione. Questo lo porta a stringere un’alleanza quasi obbligatoria con Toronaga, un’alleanza che, man mano che la storia avanza, diventa preziosa sia per l’inglese che per il Lord di Edo.

Jack Blackthorne è il fulcro dell’intera narrazione e viene ben delineato attraverso una sceneggiatura attenta, che descrive con precisione la sua evoluzione interiore nel corso della storia, portandolo a distanziarsi da ciò che era all’inizio e a diventare un ibrido tra le culture orientale e occidentale man mano che la storia avanza. L’attore Cosmo Jarvis interpreta il ruolo con modestia, senza eccessi né picchi esagerati, riuscendo a conferire forza e carisma al personaggio grazie anche a una scrittura dei dialoghi eccellente.

Senza dubbio, la performance dell’attore di “Persuasione” (2022) è maggiormente valorizzata anche dalle altre grandi interpretazioni del cast asiatico, che innalzano la forza del racconto, in particolare le prove attoriali di Hiroyuki Sanada e Anna Sawai. Sawai riesce a trasmettere con successo il carisma, l’intelligenza, la forza e il vuoto interiore del suo personaggio, che è alquanto complesso e misterioso. La sceneggiatura è efficace nel conferire tridimensionalità a ogni carattere narrativo, specialmente a Lord Yoshii Toranaga e a Toda Mariko, due figure enigmatiche e affascinanti che danno spessore e profondità maggiore al racconto.

Tuttavia, ci sono alcune imperfezioni, forse più di natura registica che sceneggiativa. Lo spettatore comprende fin da subito, a causa di una regia che a volte tende a sottolineare troppo, la nascita di un sentimento romantico tra l’anjin e la sua traduttrice. Inoltre, la miniserie opta per una soluzione troppo semplice a livello linguistico: i personaggi parlano in portoghese anziché in inglese, poiché questa è la lingua conosciuta e parlata da Toda Mariko. Se questa scelta semplifica l’accesso alla serie per un pubblico non abituato ai sottotitoli, toglie un po’ di veridicità alla storia.

John Blackthorne in Shōgun Ep.2
John Blackthorne in Shōgun Ep.2

Dopo le prime tre puntate che introducono il mondo e i personaggi, dalla quarta puntata “Shōgun” si tuffa in dinamiche narrative simili a “Il Trono di Spade“, con una trama maggiormente incentrata sui giochi di potere. Qui vediamo le due fazioni principali in competizione scegliere con cura le pedine da muovere per vincere lo scontro armato e psicologico. Nonostante la trama sentimentale e culturale rimanga parte integrante del racconto, man mano che la storia si infittisce, si concentra sempre più sullo scontro armato e sul conflitto che culminerà nelle ultime puntate, ricche di violenza e di sangue, richiamando sotto molti aspetti la forza brutale di George R. R. Martin. Il tutto è supportato da una fotografia raffinata e di alta qualità e da regie di buona fattura che elevano ulteriormente la trama. Senza dubbio, “Shōgun” riesce a narrare il suo racconto partendo dalla filosofia dei samurai, dove vita, morte e onore coesistono in simbiosi, fino al raccontare le fitte trame del conflitto politico di Toronaga, il tutto con un’atmosfera da kolossal seriale.

In conclusione

In definitiva, “Shōgun” si erge come un’imponente epopea visiva che trasporta gli spettatori in un Giappone del 1600 intriso di mistero, onore e conflitti politici. Grazie alla profonda caratterizzazione dei personaggi principali e alle performances attoriali di alto livello, la serie cattura l’attenzione del pubblico, offrendo una visione avvincente di un periodo storico ricco di sfumature.

Note Positive:

  1. Adattamento fedele e coinvolgente
  2. Il protagonista Jack Blackthorne viene ben delineato attraverso una sceneggiatura attenta, che ne descrive l’evoluzione interiore nel corso della storia, consentendogli di trasformarsi in un personaggio ibrido tra le culture orientale e occidentale.
  3. Le interpretazioni di attori come Hiroyuki Sanada e Anna Sawai sono valorizzate dalla forza della sceneggiatura e contribuiscono a conferire profondità e carisma ai loro personaggi.
  4. La miniserie è supportata da una fotografia raffinata e di alta qualità, oltre che da una regia di buona fattura, che contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente e suggestiva.

Note Negative:

  1. La regia a volte tende a sottolineare troppo i sentimenti romantici tra i personaggi, rendendo evidente fin da subito lo sviluppo di tali relazioni e togliendo un po’ di suspense alla narrazione.
  2. L’uso della lingua inglese al posto di quella portoghese
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