Coriolanus: L’universalità dell’anti-politica scespiriana

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Trama di Coriolanus

Roma. I cittadini sono affamati e la rivolta è inevitabile. Lo spietato generale Caio Marzio (Ralph Fiennes), nella sua smisurata brama di potere, calpesta le richieste del popolo, esasperandone il malcontento. Sconfitti in battaglia i Volsci di Tullo Aufidio (Gerard Butler) a Corioli, Caio viene additato come traditore e condannato all’esilio. Da lì saranno sangue e vendetta.

Recensione Coriolanus

C’è ancor meno pietà nel suo animo del latte che ci possa essere in un maschio di tigre.

Cit. Coriolanus

Il ritratto che ne esce di Caio Marzio Coriolano in questo film del 2011, diretto e interpretato da Ralph Fiennes a partire dall’omonima tragedia scespiriana, è quello di un oscuro e focoso antieroe riverito e offuscato dall’orgoglio e dalle promesse di gloria che accompagnano la vittoria. Il tutto mentre infuria una guerra di bombe e fucili.

Meraviglioso attore inglese dal pedigree impeccabile qui al suo esordio registico, Fiennes affronta di petto lo spettro del tedio a testa alta, facendo della sua opera prima un film secco e privo di fronzoli, di un’epica scarna in cui il contrasto voluto tra la modernità di costumi e location, grigi e freddi, e il linguaggio alto dei dialoghi (che rimanda quasi a Titus di Julie Taymor) è il risultato di una felice contaminazione tra antico e nuovo che attualizza il significato antipolitico dei versi di Shakespeare.

Gli accesi duelli verbali tra Fiennes e i suoi comprimari (in particolare con la sua nemesi, il Gerard Butler di 300) hanno sempre il giusto mordente, e molto della riuscita del film va anche a John Logan (Il Gladiatore) che ha adattato l’antico testo in sede di sceneggiatura. Attorno ai due protagonisti orbitano un’allora semi-sconosciuta Jessica Chastain (The tree of lifeInterstellar), un’indimenticabile Vanessa Redgrave e un Brian Cox di buona annata.

Le scene belliche, violente e ben ritmate, aggiungono una discreta spettacolarità all’ampio respiro di una storia in cui è l’opinione pubblica (la plebe nell’opera di Shakespeare, i mass media nell’adattamento di Fiennes) a dirottare le sorti dei personaggi verso sentieri impervi e oscuri.

Nel complesso Coriolanus non sfigura davanti alle migliori riduzioni di un’opera scespiriana, facendosi valere come prodotto interessante e di buon spessore intellettuale, spietato nel mettere a nudo le becere trame della politica e dotato di una personalità che infiamma lo schermo e la ribalta.

Note Positive

  • La traslazione in epoca moderna della tragedia scespiriana conferisce universalità ai temi su corruzione politica e vendetta
  • Ralph Fiennes gira un film sporco, violento e senza fronzoli; gelido nella sua estetica
  • Gli interpreti sono tutti a loro agio nei rispettivi ruoli e regalano delle bellissime performance, a tratti persino memorabili

Note Negative

  • Il linguaggio particolarmente elevato può risultare ostico ad alcuni spettatori
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