The Wicker Man (1973). L’isola del profano 

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Locandina di The Wicker Man (1973)

The Wicker Man

Titolo originale: The Wicker Man

Anno: 1973

Nazione: Regno Unito

Genere: Horror, musicale, erotico

Casa di produzione: British Lion Films

Distribuzione italiana: Midnight Factory

Durata: 87 minutes (theatrical), 99 minutes (Director’s cut) 92 minutes (The Final Cut)

Regia: Robin Hardy

Sceneggiatura: Anthony Shaffer

Fotografia: Harry Waxman

Montaggio: Eric Boyd-Perkins

Musiche: Paul Giovanni

Attori: Edward Woodward, Christopher Lee, Britt Ekland, Diane Cilento, Ingrid Pitt, Lindsay Kemp

Trailer di The Wicker Man

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

L’opera che ha fatto la storia del cinema horror, “The Wicker Man”, è un piccolo cult cinematografico tanto per la sua qualità estetica e narrativa quanto per le complicazioni legate alla sua distribuzione. Questo film segna l’esordio di Robin Hardy, cineasta che, dopo aver diretto questa insolita pellicola, non è più riuscito a ripetersi e a trovare spazio nel mondo della regia cinematografica. Basato sul romanzo “Ritual” del 1967 di David Pinner, ancora inedito in Italia, il film è stato adattato per il grande schermo da Anthony Shaffer. Nel cast spiccano Edward Woodward, nel ruolo del protagonista, e Christopher Lee, famoso per i suoi ruoli nelle saghe horror della Hammer Film Production, in cui ha interpretato il Conte Dracula per ben sette film, dal 1958 con “Dracula il vampiro” al 1974 con “I satanici riti di Dracula”.

L’origine del lungometraggio è in parte merito di Christopher Lee, che nei primi anni ’70 desiderava allontanarsi dai suoi precedenti ruoli nella Hammer per recitare in pellicole più sofisticate. Un giorno, l’attore propose a Anthony Shaffer di scrivere un film in cui lui stesso avrebbe recitato, un film che si discostasse nettamente dagli horror della Hammer per abbracciare un’interpretazione più intellettuale e autoriale dell’horror. Il progetto prese forma con l’ingresso di Hardy e Peter Snell, l’allora capo della British Lion, che decisero di costruire la storia attorno al concetto di “vecchia religione”. Per la realizzazione della pellicola sono stati fondamentali, oltre al romanzo di Pinner, anche “Commentarii de bello Gallico” di Gaio Giulio Cesare e “Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione” di James Frazer del 1915.

Il film ha visto la luce in un momento difficile per l’industria cinematografica britannica, che attraversava una profonda crisi. John Bentley, ricco imprenditore che aveva appena acquisito la casa di produzione British Lion Films, per convincere i sindacati che non avrebbe smantellato l’azienda, si è visto costretto ad anticipare le riprese di “The Wicker Man“. Nonostante il film fosse ambientato in primavera, è stato girato rapidamente nell’ottobre del 1972, con un budget estremamente limitato. Christopher Lee ha deciso di partecipare gratuitamente, mentre il regista ha utilizzato gli abitanti delle piccole città scozzesi come comparse, filmando nei villaggi di Stranraer, Gatehouse of Fleet, Newton Stewart e nei dintorni dell’isola di Whithorn. Durante le riprese, la British Lion è stata venduta e acquistata dalla EMI Films, casa di produzione che non era affatto felice del risultato finale della pellicola, tanto da obbligare Hardy a tagliare ben 20 minuti di scene, comprese le prime indagini del protagonista. Questa decisione ha provocato l’ira di Lee.

La prima proiezione del film è avvenuta il 6 dicembre 1974, con una durata di 87 minuti, mentre una versione finale di 99 minuti è stata inviata al produttore Roger Corman. Successivamente, il film è stato distribuito in Gran Bretagna con una durata di 87 minuti e con una ristrutturazione narrativa degli eventi, suscitando forti critiche da parte di Lee. L’attore ha cercato in ogni modo possibile di recuperare la versione originale del film, ma purtroppo questa è andata perduta, probabilmente finendo nei tralicci che sostengono l’autostrada M4. Nel 2001, Canal + ha trovato dei materiali in un telecinema su videocassetta da 1 pollice, recuperando alcune scene aggiuntive su Howie sulla terraferma, che lo mostrano oggetto di pettegolezzi. Il film ha così ottenuto una versione di 100 minuti, anche se questa non è stata contrassegnata come “Final Cut”. La versione definitiva è stata assegnata al ritrovamento di una copia in 35mm di 92 minuti presso l’Harvard Film Archive.

Robin Hardy

Purtroppo, sembra che questa sia andata perduta per sempre. Tuttavia, sono lieto che sia stata trovata una stampa di Abraxas del 1979 mentre ho messo insieme anche questa”

Nel 2023, in occasione del 50° anniversario del film, StudioCanal ha realizzato un restauro in 4K di “The Wicker Man”, distribuito in Italia da Midnight Factory in un’edizione DVD e 4K ricca di contenuti speciali. Inoltre, esiste un remake intitolato “Il Prescelto”, interpretato da Nicolas Cage, e una sorta di sequel spirituale intitolato “The Wicker Tree”, diretto da Robin Hardy nel 2011 e con la partecipazione di Christopher Lee. Nel 1989 era stata persino scritta una sceneggiatura per un vero e proprio sequel intitolato “The Loathsome Lambton Worm” (“L’odioso verme di Lambton”), ma l’idea fu scartata da Hardy.

Trama di The Wicker Man

Neil Howie (interpretato da Edward Woodward) è un sergente di polizia che viene inviato su un’isola remota al largo delle coste della Scozia, gestita da Lord Summerisle (Christopher Lee), per indagare sulla scomparsa di una giovane ragazza. Arrivato sul luogo, mostra la foto agli abitanti del villaggio, ma loro fingono di non conoscerla. Il poliziotto, uomo dai profondi valori cristiani, si trova a dover intraprendere un’indagine solitaria in un luogo in cui gli abitanti ostacolano le sue investigazioni, nonostante varie difficoltà riesce, ben presto, a scoprire che la ragazzina viveva effettivamente in quel villaggio ma che è morta in circostanze alquanto misteriose. Con il progredire delle indagini, il poliziotto scopre che quella comunità isolata pratica antichi rituali pagani, credendo nella reincarnazione e non nella resurrezione. Howie si troverà a confrontarsi con le sue convinzioni religiose e morali per cercare di risolvere il caso, ignaro di ciò che lo attende.

Il riturale in The Wicker Man (1973)
Il riturale in The Wicker Man (1973)

Recensione di The Wicker Man

Un film molto particolare, una pellicola che inganna il pubblico per tutta la sua durata visiva. Per lunghi tratti sembra di essere di fronte a una pellicola piuttosto prevedibile, che si muove nei confini di un’indagine poliziesca dai contorni gialli di facile intuizione. La sceneggiatura, con astuzia, mette davanti al protagonista tutti gli indizi, conducendoci facilmente all’enigma e al mistero della bambina, di una ragazzina uccisa durante un rito pagano, un rituale per rendere fertile la terra per la prossima stagione agricola dopo un periodo di profonda carestia; non a caso, il protagonista ci trova a mangiare, come il resto dei personaggi, del cibo in scatola. Lo spettatore sa già cosa farà il nostro eroe, prevedendo, grazie a un’attenta scrittura, gli eventi drammaturgichi, a eccezione del finale, che spiazza sia il poliziotto Hardy sia noi spettatori, conducendoci dentro una svolta imprevedibile e sorprendente della sceneggiatura. Tutto ciò che abbiamo intuito o creduto prevedibile era soltanto un inganno che Anthony Shaffer e Hardy hanno orchestrato, portandoci a credere situazioni non realistiche mostrandoci, volutamente, situazioni intuibili per condurci a un epilogo cruento che non può che spiazzarci e lasciarci perplessi in maniera positiva. Siamo stati ingannati, intrappolati dentro una rete da cui è impossibile venire fuori, dove colui che crede di essere il cacciatore diventa la preda.

“The Wicker Man” non è un horror puro; non contiene scene realmente spaventose e non mostra sangue che sgorga o fantasmi che entrano in scena. Piuttosto, è una sorta di giallo con sfumature musicali ed erotiche. Nell’ottica del giallo, abbiamo un poliziotto che giunge in un villaggio isolato dal mondo per scoprire la verità su una ragazzina scomparsa. Accanto a questo, ci viene introdotto e analizzato, con uno sguardo non critico ma piuttosto privo di giudizio, un mondo pagano fatto di devozione agli dei e di amore libero, in cui l’atto sessuale e gli organi maschili e femminili vengono trattati e discussi senza alcun tipo di pudore, ma con totale libertà. Accanto a questa componente erotica (mai volgare e fuori contesto) e all’evolversi dell’indagine, c’è anche l’elemento musicale, con brani in stile irlandese e gallese alternati a canti infantili a tratti inquietanti e innovativi per l’epoca in cui il film è stato realizzato. Le canzoni presenti nel film sono state composte da Paul Giovanni, un compositore britannico noto per il suo lavoro nel campo della musica folk e sperimentale, alla sua prima esperienza nella composizione di una colonna sonora cinematografica. La colonna sonora presenta una varietà di brani che catturano l’essenza delle tradizioni pagane e del folclore inglese, tra canzoni tradizionali inglesi e scozzesi eseguite in stile folk, un genere musicale che imprime un’atmosfera autentica e misteriosa alla pellicola. I brani nel film includono canti popolari come “Corn Rigs” e “Gently Johnny”, eseguiti e cantati da un gruppo di personaggi minori nella comunità di Summerisle. Tuttavia, queste canzoni non sono selezionate a caso; ogni melodia, ogni nota e ogni parola cantata hanno una potenza narrativa che approfondisce la trama. Esse non solo sottolineano l’atmosfera del villaggio isolato e delle sue strane tradizioni, ma spesso hanno anche significati a doppio senso che rivelano dettagli importanti sulla trama e sulle motivazioni dei personaggi. La musica contribuisce in modo significativo a creare una sensazione di imminente tragedia e di mistero che permea tutto il film. Vale la pena notare in particolare due canzoni: “Maypole” e “Willow’s Song”. Quest’ultima, cantata e interpretata da Britt Ekland, crea una scena erotica accattivante, riuscendo a far nascere pensieri sensuali al nostro protagonista inizialmente rigido e intransigente, che rischia di cadere in tentazione.

Profano e cristianesimo

La storia di “The Wicker Man” ha origine da una attenta ricerca e studio sui vari rituali pagani nel corso della storia, in particolare lo sceneggiatore Anthony Shaffer fu rapito e attratto dalla figura del “L’uomo di vimini” descritta nei Commentarii de bello Gallico di Giulio Cesare. Questa figura era utilizzata dai Galli per bruciare criminali vivi in enormi strutture fatte di rami intrecciati, un’immagine che Shaffer descrisse come “l’immagine più allarmante e imponente che ho mai visto”. Il rituale del Wicker Man ha origini antiche, con tracce riscontrabili nelle diverse culture europee pre-cristiane, soprattutto in quelle celtiche e nordiche. Nei contesti celtici, il Wicker Man era spesso associato a riti di fertilità e ringraziamento agli dei per i raccolti abbondanti. Era utilizzato in celebrazioni legate alle stagioni e alla natura, con l’obiettivo di assicurare prosperità alla comunità. Esistono anche racconti storici e mitologici che suggeriscono che in alcune culture celtiche il rituale del Wicker Man potesse implicare il sacrificio umano, sebbene questa pratica sia oggetto di dibattito tra gli studiosi e manchi di prove concrete. Nelle culture nordiche, ci sono riferimenti al rituale del Wicker Man in alcune saghe islandesi e testi mitologici. Questi racconti descrivono pratiche religiose in cui le persone venivano sacrificate per placare gli dei o ottenere il loro favore, come avviene nella pellicola.

Nel film, la storia ha inizio in una chiesa cristiana, presentandoci il protagonista Neil Howie mentre prega. Per Howie, il contatto con l’isola è complicato. È un fervente cristiano, un tradizionalista con un atteggiamento casto verso il sesso. Tuttavia, nell’isola di Summerisle, Howie si trova di fronte a un mondo basato su culti pagani e credenze negli antichi dei pre-cristiani. Il cristianesimo è stato respinto dalla popolazione, che ha adottato le credenze degli dei antichi. La mancanza di chiese, preti e costumi civili tradizionali mette Howie a disagio. Interagisce con i cittadini in modo arrogante e presuntuoso, senza cercare di comprendere il loro mondo o la loro cultura, agendo come se solo lui, da vero cristiano, possedesse la verità assoluta. L’attore interpreta questo personaggio con grande maestria, evidenziando le sue caratteristiche in maniera convincente. Nel contesto del film, i pagani di Summerisle praticano riti legati alla natura e alle divinità della terra, celebrando il ciclo delle stagioni attraverso rituali come il Beltane. Questi riti sono ricchi di simbolismo, con l’uso di maschere, costumi e danze che rappresentano antichi rituali di fertilità e ringraziamento per i doni della terra. La figura del Wicker Man, da cui il film prende il nome, è un’icona pagana che rappresenta un gigantesco uomo di vimini, all’interno del quale i pagani intendono sacrificare il personaggio di Neil Howie per garantire un buon raccolto.

Christopher Lee in The Wicker Man (1973)
Christopher Lee in The Wicker Man (1973)

In conclusione


In “The Wicker Man”, un film ingannevole e complesso, la trama apparentemente poliziesca si trasforma in un enigma avvincente. La sceneggiatura astuta conduce sia il protagonista che gli spettatori attraverso un intricato labirinto, culminando in un finale imprevedibile e cruento. Il film abbraccia un tono giallo con sfumature musicali ed erotiche, esplorando il conflitto tra sacro e profano in una comunità pagana che rifiuta il cristianesimo a favore di antiche tradizioni.

Note Positive:

  • La trama sfida costantemente le aspettative del pubblico, con un misterioso enigma che si rivela in modo sorprendente.
  • La colonna sonora di Paul Giovanni aggiunge una dimensione unica al film, catturando l’essenza del folclore inglese e delle tradizioni pagane.
  • Il film esplora in modo complesso il conflitto tra il cristianesimo e le antiche tradizioni pagane, creando una storia avvincente e coinvolgente.

Note Negative:

  • Alcuni potrebbero trovare il ritmo del film lento, con una trama che richiede pazienza per rivelare appieno la sua complessità.
  • Il film non offre spaventi o scene horror tradizionali, il che potrebbe deludere chi cerca un’esperienza più spaventosa.
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