Vite dannate (1990): La squallida vita di una quindicenne

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vite dannate locandina film

Vite dannate

Titolo originale: Too young to die     

Anno1990

Paese di produzioneStati Uniti d’America

GenereDrammatico

Produzione: Von ZerneckSerter Films

Distribuzione: King Features Entertainment

Durata: 92 minuti

Regia: Robert Markowitz

Sceneggiatura: David Hill, George Rubino

Fotografia: Eric Van Haren Noman

Montaggio: Harvey Rosenstock, Eric A. Sears

Musica: Charles Bernstein

Attori: Michael Tucker, Juliette Lewis, Brad Pitt, Alan Fudge, Emily Longstreth, Laurie O’Brien, Yvette Heyden.

Trailer in lingua originale di Too young to die

Trama di Vite dannate

Amanda a soli quindici anni ha già una vita segnata profondamente: viene violentata dal patrigno e ripudiata dalla madre. La piccola, allora, decide di fuggire di casa ed essere libera. Sola e impaurita incontra uno sbandato, Billy, che invece di prendersi cura di lei, la sfrutta facendola prostituire.  Con lui inizia una tossica relazione che finirà una notte in un terribile omicidio dovuto agli effetti di un micidiale miscuglio di droga e alcol. Le prove raccolte conducono alla giovane Amanda.

Recensione di Vite dannate

Come spesso accade, le traduzioni dei titoli dall’inglese all’italiano (non si sa mai per quale arcano motivo) vengono completamente modificate. Il titolo originale “Too young to die” tradotto letteralmente “Troppo giovane per morire” e rivisitato dall’Italia “Vite dannate”, è il film di cui a breve parleremo. A parere di colei che scrive il titolo originale risulta ovviamente molto più azzeccato, racchiudendo in quelle quattro semplici parole, tutta la trama del film. Inoltre, mi viene da chiedermi, come mai le recensioni sul web per questo lungometraggio non superano la metà delle cinque stelle. Mi chiedo, perché? Davvero non si è riusciti a cogliere il messaggio del film? Forse dobbiamo ricordare che è tratto da una storia vera? Vite dannate, parla della miserabile vita di una ragazzina di quattordici anni, Amanda Sue Bradley.

Vite dannate 1990

La scena d’apertura del film riesce immediatamente a catturare l’attenzione del pubblico: con la ripresa del viso angelico di Amanda (interpretata da Juliette Lewis), mentre riposa all’interno di una roulotte e viene svegliata dalle sirene delle volanti della polizia che sono lì, per arrestarla.

Signorina Amanda Sue Bradley lei è in arresto per rapimento e omicidio”.

E così si conclude la prima sequenza, una sequenza in grado di farci porre nei primi quattro minuti di film, un sacco di domande: Chi è Amanda? Cosa ha fatto? Ha davvero commesso un omicidio una ragazza così giovane? Chi può averla fregata? Amanda ha appena compiuto quindici anni quando viene arrestata per omicidio. Durante le riprese dell’incarcerazione, tutto, di Amanda, ci comunica che lei non potrebbe mai, commettere un omicidio.

Gli sceneggiatori hanno usato un incipit in medias res perché lo stacco di scena seguente ci fa tornare nel passato, esattamente a un anno prima, per vivere assieme ad Amanda la sua insignificante vita. Ad aprire questi flussi di pensieri negativi riguardanti la vita di Mandy, è stata proprio questa sequenza, grazie ai pochi ma decisivi messaggi che il regista ha voluto comunicare. Ci viene presentata la famiglia di Mandy, composta da sua madre e dal patrigno che non si fa alcun problema ad abusare di lei.

La prima accortezza che si può avere è che Amanda come qualsiasi ragazzina di quattordici anni, ama i dolci, il natale e desidera l’affetto della madre. Tenta comunque di auto – consolarsi e coccolarsi con le caramelle, che però le vengono fatte andare di traverso da una persona (il patrigno) che tutto si può definire tranne che un essere umano. E così Amanda si trova a vivere esperienze che mai si augurerebbero a nessuno. Amanda tenta di parlarne con sua madre, come qualsiasi adolescente farebbe. Ma la risposta di sua madre non è quella che ci si aspetta. Mandy crolla in uno stato d’incomprensione. Il primo abbandono che Amanda subisce in realtà è un duplice abbandono, da un lato la madre che scappa col patrigno e dall’altro il fidanzato immaturo che le aveva promesso di prendersi cura di lei.

Vite dannate è un alternarsi di presente e passato, ben studiato per farci capire la storia che Amanda sta cercando di raccontare al suo avvocato. Continua a ripetere di essere innocente mentre con molta attenzione spiega l’andamento dei fatti. I flashback proseguono con Mandy che nella sua ricerca di aiuto conosce Billy Canton (interpretato da Brad Pitt), uno sbandato. Billy coglie subito l’occasione e la fragilità che Mandy si porta dietro e riesce a convincerla a lavorare per lui in un night club, incitandola a fare uso di sostanze stupefacenti.

Però il destino di Mandy vuole, che un giorno incontra Mike, un uomo divorziato. Quando questo scopre quel che fa la povera adolescente, decide di prendersi cura di lei e di offrirle il calore di una famiglia. Ma non passa molto tempo da quando anche Mike per discutibili ragioni si ritrova a dover cacciare di casa Mandy rimandandola tra le braccia di Billy, che aspettava con pazienza il suo ritorno.  Da odio nasce odio e l’uso di droghe non aiuta a conservare una mente lucida. Billy e Mandy finiscono per commettere quell’omicidio di cui tanto ci interrogavamo.

Brad Pitt e Juliette Lewis nel film Vite dannate

In questo istante il pubblico trattiene il respiro e pensa: Allora è stata lei a commettere l’omicidio! Rendendoci frustrati per aver pensato tutto il tempo che Amanda fosse innocente. L’ultimo flashback riguarda Amanda, scioccata e nauseata che si allontana dalla scena del delitto.

Il finale del film gira tutto attorno al processo di Amanda, colpevole per l’omicidio. A quei tempi c’era ancora la pena di morte (tema su cui è incentrato il film) per cui il giudice deve decidere se condannarla a morte oppure no. Molti sono d’accordo per farla finire nella camera a gas, mentre altri ripensano alla vita vissuta di Amanda, tra cui il suo avvocato che fa un discorso ben preciso che non ha bisogno di spiegazioni ma solo di attenti ascoltatori:

Prima di arrivare alla domanda su cosa fare con Amanda Sue Bradley, facciamoci un’altra domanda: Come siamo arrivati, tutti, qui oggi, a questo momento?……” continua.

Il toccante discorso fa rivivere nei dettagli quello che Amanda ha vissuto, ma non solo, fa rivivere a tutti noi l’impotenza che abbiamo avuto nel cercare di farle evitare tutte quelle disgrazie. Quel che l’avvocato racconta è in grado di farci pensare e ripensare su ciò che è accaduto ad Amanda. Non dico altro e il finale del film lo lascio aperto, non vi dirò se è stata salvata oppure mandata alla camera a gas. Scopritelo voi stessi e poi vi aspetto qui nei commenti per sapere il vostro parere. Voi l’avreste salvata o l’avreste mandata a morire?

Note positive

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Note Negative

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