
I contenuti dell'articolo:
After the Hunt – Dopo la caccia
Titolo originale: After the Hunt
Anno: 2025
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Drammatico, Psicologico, Thriller
Casa di Produzione: Imagine Entertainment, Frenesy Film Company, Amazon MGM Studios
Distribuzione italiana: Eagle Pictures
Regia: Luca Guadagnino
Sceneggiatura: Nora Garrett
Fotografia: Malik Hassan Sayeed
Montaggio: Marco Costa
Musica: Trent Reznor, Atticus Ross
Attori: Julia Roberts, Ayo Edebiri, Andrew Garfield, Michael Stuhlbarg, Chloë Sevigny
Trailer di “After the Hunt – Dopo la caccia”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
After the Hunt è stato presentato in anteprima mondiale il 29 agosto 2025 alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Fuori Concorso. Il film è prodotto da Imagine Entertainment, Frenesy Film Company e Big Indie Pictures. La distribuzione italiana è affidata a Eagle Pictures, con uscita nelle sale prevista per il 16 ottobre 2025.
Le riprese si sono svolte tra luglio e agosto 2024 a Londra e presso l’Università di Cambridge. Il trailer ufficiale è stato pubblicato il 17 luglio 2025, anticipando l’uscita americana fissata per il 10 ottobre con distribuzione limitata, seguita da un ampliamento nazionale il 17 ottobre.
Il film sarà successivamente disponibile in streaming su piattaforme associate a Amazon MGM Studios, con una finestra di lancio prevista per l’inverno 2025.
Trama di “After the Hunt – Dopo la caccia”
Ambientato in un prestigioso campus universitario della Ivy League. Alma Olsson, docente stimata e riservata, si ritrova improvvisamente coinvolta in una crisi personale e professionale. Una studentessa brillante accusa un collega di condotta inappropriata, e l’evento innesca una catena di conseguenze che travolge l’intero dipartimento.
Mentre l’ateneo si confronta con le implicazioni dell’accusa, Alma è costretta a fare i conti con un segreto del proprio passato che minaccia di riemergere. Il film si sviluppa come un dramma psicologico, in cui le dinamiche accademiche si intrecciano con tensioni morali e relazionali. Le relazioni tra studenti e docenti, la pressione dell’opinione pubblica e il peso della reputazione diventano elementi centrali di una narrazione che si muove tra sospetto, ambiguità e rivelazione.
Il racconto si snoda tra interrogatori, confronti e silenzi, in un crescendo emotivo che mette in discussione la verità, la responsabilità e il confine tra giustizia e autodifesa. After the Hunt esplora le conseguenze di un’accusa e il modo in cui il passato può riaffiorare, alterando il presente.
Recensione di “After the Hunt – Dopo la caccia”
Luca Guadagnino è ormai ospite abituale a Venezia, come un parente stretto durante le festività. Dopo il Leone d’Argento per la regia con Bones and All (2022) e la partecipazione in concorso con Queer (2024), quest’anno lo ritroviamo fuori gara con un film molto atteso.
Protagonisti: due star hollywoodiane acclamate, Julia Roberts e Andrew Garfield. La loro presenza ha inevitabilmente alzato le aspettative, soprattutto considerando che l’anno scorso Guadagnino portò sullo schermo un fenomenale Daniel Craig, ingiustamente ignorato da Venezia e dagli Oscar.
Tra evoluzione e regressione
Dopo Chiamami col tuo nome (2017), è evidente che il regista siciliano abbia intrapreso un percorso stilistico più consapevole. Con Suspiria (2018) introduce una fotografia più sofisticata e una cura nei costumi e nelle scene fino ad allora meno marcata. Pur non essendo tra i suoi lavori migliori, Suspiria anticipa Bones and All, dove la regia è sostenuta da una sceneggiatura coerente e da un cast in piena sintonia.
Con Challengers (2024), Guadagnino torna a una narrazione leggera: un triangolo amoroso immerso nel testosteronico agonismo sportivo, privo di originalità e con un queer baiting evidente. Se la sceneggiatura risulta prevedibile e monotona, la regia sorprende con soluzioni visive inaspettate.
Queer rappresenta la sua espressione più autoriale: un film sospeso tra sogno e incubo, lontano dagli schemi commerciali a cui è spesso legato. Un’opera difficile, a tratti incomprensibile, ma significativa nel suo percorso.
Un passo indietro
Con After the Hunt, Guadagnino compie un netto passo indietro. Torna a una narrazione lineare e semplificata, simile a quella di Chiamami col tuo nome o A Bigger Splash (2015). Probabilmente troppo sicuro del suo cast, sacrifica la storia, che si perde in una struttura debole.
Il finale tenta di ricucire le lacune con confessioni banali e un incontro futuro che non aggiunge nulla, ma diventa necessario per chiudere un racconto lacunoso, evidenziando come le potenzialità del film siano vanificate.
Attori al centro, regia al minimo
Guadagnino punta tutto sulle interpretazioni: Julia Roberts, Andrew Garfield, Ayo Edebiri. La presenza di Michael Stuhlbarg rafforza la sensazione di déjà vu, richiamando il film scritto da Ivory e Aciman. Per il resto, il regista si limita all’essenziale: fotografia e montaggio sobri, macchina da presa classica, costumi privi di ricerca. Immancabile il queer baiting, ormai cifra stilistica.
La musica, invece, risulta invadente: sottolinea con eccesso momenti già drammatici, creando una ridondanza fastidiosa. Guadagnino non rinuncia alle sue guadagninate: primi piani decentrati, tagli irregolari, sfocature casuali. Elementi che lo contraddistinguono da sempre.
Performance altalenanti
Julia Roberts è composta e precisa nel ruolo di docente universitaria sui generis, anche se il personaggio richiede un’evoluzione forzata nel finale. Andrew Garfield delude: esaspera un personaggio inesistente sulla carta, finendo per renderlo eccessivo e incoerente. Rimane imprigionato in una gabbia, quella della sceneggiatura, che in realtà non esiste.
Ayo Edebiri si difende con una prova algida ma pulita. Manca di sincerità, ma la sua freddezza può essere letta come parte del personaggio. Michael Stuhlbarg resta marginale: incarna una dicotomia tra la macchietta gay e il marito tradito, senza dare profondità a un ruolo che avrebbe potuto essere il più interessante.
In conclusione
Guadagnino confeziona questo prodotto Amazon con diligenza, ma senza slancio. Sembra un compito da svolgere senza entusiasmo. Lontano dall’enigmatico Queer e dal coinvolgente Chiamami col tuo nome, After the Hunt si rifà a uno stile già noto, ma senza una storia solida alle spalle. Il risultato è un thriller stanco, appesantito da lunghi silenzi e da una regia che non osa.
Note positive
- Julia Roberts ne esce comunque vincitrice
Note negative
- Sceneggiatura dispersiva e confusionaria
- Andrew Garfield fuori parte
- Pellicola troppo lunga
- Ennesimo queer baiting
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SUMMARY
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2.0
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