Animali Selvatici (2022). L’oscuro ritratto di una società in evoluzione.

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Trailer di Animali Selvatici

Informazione sul film e dove vederlo in streaming

Il film Animali Selvatici è stato presentato in anteprima in concorso al Festival di Cannes 2022; diretto, scritto e prodotto da Cristian Mungiu regista del film “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni” che ha vinto la Palma d’oro al 60° Festival di Cannes.
La pellicola viene distribuita nei cinema italiani dal 6 giugno 2023.

La trama del film Animali Selvatici

2019. Pochi giorni prima di Natale, Matthias(Marine Grigori), dopo aver lasciato il lavoro in Germania, torna nel suo paesino in Transilvania. Vari motivi spingono il suo ritorno, il primo è che vorrebbe seguire l’educazione di suo figlio Rudi, affidato alle cure di sua madre Ana; Matthias vorrebbe liberare il bambino dalle paure che lo affligono. Inoltre è preoccupato per la salute del padre, sempre più debole; infine vorrebbe riavvicinarsi alla sua ex amante Csilla, una donna forte che è responsabile dello stabilimento di panificazione in cui una volta lavorava. L’apparente tranquillità del villaggio viene messa a dura prova quando verranno assunte due persone straniere nello stabilimento dove lavora Csilla(Judith State).

La recensione del film Animali Selvatici

La pellicola Animali Selvatici è un film drammatico, con qualche risvolto di genere comedy. Il regista porta sullo schermo un film multistrato, con varie chiavi di lettura e alcune tematiche molto attuali. Infatti, il film mette in discussione alcune problematiche del mondo moderno, facendo una critica alla società. Tocca questioni come il rispetto e la tolleranza della comunità, passando per l’individualismo sociale, la ricerca dell’appartenenza a un gruppo etnico, fino ad arrivare alla discriminazione di razza e alla difficoltà di entrare nel concetto di globalizzazione.

Animali Selvatici - Una scena del film
Animali Selvatici – Una scena del film

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Il regista utilizza la Transilvania come crocevia di culture, dove i tre gruppi etnici presenti, ungheresi, rumeni e tedeschi parlano ognuno la propria lingua, ma si intendono comunque, proprio per sottolineare quella globalizzazione tanto desiderata quanto temuta. Su queste basi si intrecciano le storie di Matthias, Csilla e degli altri personaggi tanto diversi per obiettivi e caratteri, quanto simili in determinati desideri. Murgiu inserisce la tematica del rapporto genitori-figli su cui non indaga più del necessario, anzi viene sfruttata come espediente narrativo per paragonare gli animali selvatici alla popolazione del villaggio.

La narrazione si sviluppa lenta, scandendo le varie giornate inesorabilmente, cominciando ad accelerare nella seconda parte della pellicola, fino ad arrivare a un finale che può essere letto in vari modi, lasciando allo spettatore più domande che risposte. Anche se i concetti sono molto potenti, talvolta il regista Murgiu si perde in troppe simbologie intrise nelle tradizioni e metafore che appesantiscono la narrazione. La sua regia è invece molto interessante con l’utilizzo di vari piani sequenza che vengono usati per tutto il film, per sottolineare alcuni passaggi fondamentali e immergere lo spettatore sempre più nella storia.

Colpisce l’interpretazione di Judith State, già vista in altre produzioni come “Il padre che muove le Montagne”, nei panni di Csilla. Invece molto più criptica ed interiore l’interpretazione di Marine Grigor nei panni di Matthias.

Animali Selvatici - Una scena del film
Animali Selvatici – Una scena del film

In conclusione

Con Animali Selvaggi il regista Cristian Murgiu si conferma un narratatore di storie sociali, rappresentando un ritratto inglorioso di una società in fase di sviluppo. Un film con tematiche molto attuali, ma radicate fortemente nel passato. Si perde purtroppo nelle tematiche e in qualche simbologia di troppo.

Note positive

  • regia
  • tematiche
  • cast

Note Negative

  • qualche allegoria di troppo
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