Raffa (2023). Il ritratto inedito di un’icona senza tempo

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Locandina di Raffa (2023)

Raffa

Titolo originale: Raffa

Anno: 2023

Nazione: Italia

Genere: Documentario

Casa di produzione: Fremantle

Distribuzione italiana: Nexo Digital

Durata:

Regia: Daniele Luchetti

Sceneggiatura: Cristiana Farina, Carlo Altinier, Barbara Boncompagni, Salvatore Coppolino, Salvo Guercio

Fotografia: Debora Vrizzi

Montaggio: Luca Manes, Chiara Ronchini, Emanuele Svezia

Musiche: Teho Teardo

Trailer di Raffa

Informazione sul film e dove vederlo in streaming

Daniele Luchetti

Di Raffaella ci si può solo innamorare, arrendendosi senza riserve alla sua grazia energetica, dichiarandosi ufficialmente una innovatrice, che ha cambiato spesso identità senza mai tradire i propri desideri.

A 80 anni dalla nascita il regista, attore e sceneggiatore romano, celebra una delle donne più amate della televisione italiana, Raffaella Carrà e la sua carriera piena di successi. RAFFA, è stato scritto da Cristiana Farina con Carlo Altinier, Barbara Boncompagni, Totò Coppolino e Salvo Guercio. Quasi in concomitanza con quello che sarebbe stato l’ottantesimo compleanno della Carrà, nata il 18 giugno del 1943, viene distribuito, dal 06 al 12 luglio 2023, RAFFA, un titolo originale Disney+ prodotto da Fremantle in forma di documentario, che racconta attraverso le voci e il racconto di chi l’ha conosciuta, con immagini di repertorio a impreziosire il suo ricordo, la vita, il carattere e il percorso artistico di un’artista completa e complessa entrata nell’immaginario collettivo per sempre.

Accanto al suo naturale talento artistico Raffaella Carrà, molto amata anche all’estero, con oltre 60 milioni di dischi venduti, tanti successi televisivi, film e tournée internazionali, è stata un simbolo di libertà e di parità tra i sessi negli anni ’70, regina della TV pubblica negli anni ’80 e icona LGBTQ+ negli anni ’90. Prima e molto più di tanti altri volti dello spettacolo ha saputo andare oltre ogni barriera culturale e generazionale. Eppure, Raffaella è un mistero di cui nessuno possiede la chiave. Il documentario prova ad andare oltre l’immagine pubblica, le copertine dei giornali, facendo anche intravedere un po’ della sua vita personale, che tanto gelosamente difendeva e proteggeva: l’abbandono del padre da bambina, l’infanzia in Romagna, il flirt con Frank Sinatra, i suoi due grandi amori, il rimpianto per una maternità mancata, vittorie e sconfitte. Lucchetti, autore di diversi film e serie televisive di successo, ha dichiarato di esser passato da un disinteresse in età giovanile per una delle maggiori rappresentanti della cultura televisiva, e agli occhi di un adolescente conformista dell’epoca, fino ad averne apprezzato appieno le doti creative, culturalmente rivoluzionarie, dirompenti.

Trama di Raffa

Ma chi è Raffaella Carrà? Chi si nasconde dietro l’immagine della star italiana più famosa e amata all’estero, dietro i 60 milioni di dischi venduti, i successi televisivi, i film e le tournée internazionali? Simbolo di libertà e di parità tra i sessi negli anni ’70, regina della TV pubblica negli anni ’80 e icona LGBTQ+ negli anni ’90, Raffaella è un mito che supera ogni barriera culturale e generazionale e che il pubblico di tutto il mondo ha amato per oltre 50 anni. Eppure, Raffaella è un mistero di cui nessuno possiede la chiave. Riservata per natura e gelosissima del suo privato, Raffaella è una donna che ha lottato per affermarsi in un mondo di uomini, ma anche una donna che ha amato e sofferto. Il film ripercorre la vita pubblica e privata dell’artista, a partire dall’infanzia in Romagna segnata dall’abbandono del padre, fino al flirt “da copertina” con Frank Sinatra, i suoi due grandi amori, il rimpianto per una maternità mancata, moltissimi trionfi e qualche insuccesso, crisi e rinascite.

Foto dell'Archivio Storico Giovanni Liverani - Raffa (2023)
Foto dell’Archivio Storico Giovanni Liverani – Raffa (2023)

Recensione di Raffa

Il documentario inizia dal triste epilogo della sua vita, quando la donna che più di tutte aveva saputo cavalcare la ribalta, fare festa, coinvolgere migliaia di spettatori in coreografie indimenticabili, ritornelli eterni e giochi intramontabili, ha preferito vivere in assoluta disparte, in silenzio, tenendo tutti fuori, i suoi ultimi giorni di malattia. Il personaggio che questo documentario racconta è complesso, Raffa è una donna all’antica, che innova ogni concetto di femminile fino a quel momento condiviso, inventa la televisione alla Carrà ma sa parlare con tutti, anche con la tradizione, con le famiglie comuni, con le massaie, con gli anziani, sa divertire i giovani, fino alla fine, nelle sue ultime apparizioni televisive, perché mai, fino a che ha voluto cavalcare i palchi del varietà italiano, ha deluso le aspettative di chi attendeva solo per ammirare i suoi abiti eccentrici, e lasciarsi ammaliare dal suo fantastico sorriso.

Raffa prova a fare la ballerina, ma non venne mai apprezzata come desiderava nei circoli classici, ama il cinema ma anche lì non farà l’incontro della sua vita, mentre la televisione sì, quella la ama da subito, anche quella straniera, quella spagnola e franchista, dopo la quale tornerà in Italia con una sicurezza e una carica comunicativa ancora più dirompente. Lucchetti usa tanti materiali di repertorio, e racconta Raffaella attraverso le voci di chi l’ha amata davvero: amici, parenti, colleghi.

Il film è un omaggio schietto, onesto, appassionato, dal punto di vista di chi, in maniera diretta o mediata dai tanti schermi che l’hanno ospitata, è stato affascinato e in qualche modo cambiato da questa donna incredibile, la sua scomparsa resta un pretesto, perché com’è giusto che sia quell’immagine dorata, allegra, vitale, non scomparirà con una sigla finale.

Daniele Luchetti

Da ragazzino dichiaravo di non amare Raffaella Carrà. In realtà ne ero turbato e segretamente innamorato. Da adolescente pensavo fosse solo un’icona pop mentre io ero interessato a culture alternative. Lei troneggiava dalla tv del salotto mentre pranzavamo, e nonostante fingessi di essere scandalizzato dal disimpegno delle sue trasmissioni di mezzogiorno, come chiunque, ero attaccato al televisore e ai suoi primi piani. Girare Raffa è stata per me un’occasione speciale. Rivivere a distanza di anni, e finalmente senza pregiudizi, le ragioni del suo travolgente successo, mi ha fatto capire quanto a essere avanti fosse lei, non io che semplicemente seguivo altri grandi fenomeni costruiti a consumo dei giovani. Assieme a milioni di altri ragazzi ascoltavo musica internazionale pensando di essere una nicchia, mentre ero semplicemente uno dei tanti consumatori di massa, ma con altro profilo. Raffaella lavorava per un pubblico meno prevenuto ma altrettanto sensibile al percepire il talento e la verità dell’ispirazione. Perché era ricca di doti, di scintille, di autoconsapevolezza. È stato uno dei grandi fenomeni pop Italiani, e questo film è un tentativo di mettere assieme più tasselli possibile per ipotizzarne un ritratto. Credo di aver restituito la complessità di una vita professionale longeva e variegata, ricca di inventiva e di talento. Spero che chi lo veda, potrà alla fine sentirsi libero di poter finalmente dichiarare quello che sento di poter dichiarare io: che di Raffaella ci si può solo innamorare, arrendendosi senza riserve alla sua grazia energetica, dichiarandola ufficialmente una innovatrice, che ha cambiato spesso identità senza mai tradire i propri desideri.
Carrà all'udienza con Papa Giovanni Paolo II - 1984
Carrà all’udienza con Papa Giovanni Paolo II – 1984

In conclusione

Note positive

  • L’essere un giusto omaggio a una grande artista pop d’Italia

Note negative

  • /
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