Black Mirror: Beyond the Sea (2023). Lo scambio di corpi 

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Locandina di Black Mirror Beyond the Sea (2023)

Beyond the Sea (Ep. 3 della sesta stagione di Black Mirror)

Titolo originale: Beyond the Sea

Anno: 2023

Nazione: Regno Unito

Genere: fantascienza, thriller

Casa di produzione: Bigtooth Studios, Aluzine Rentals

Distribuzione italiana: Netflix

Durata: 1h 20 minuti

Regia: John Crowley

Sceneggiatura: Charlie Brooker

Fotografia: Stuart Bentley

Montaggio: Jon Harris

Musiche: Volker Bertelmann

Attori: Aaron Paul, Josh Hartnett, Kate Mara, Auden Thornton, Rory Culkin

Trailer di Black Mirror 6

Dal regista di Brooklin (2005) e Il cardellino (2019), John Crowley, e dalla sceneggiatura di Charlie Brooker, ideatore e showrunner di Black Mirror, prende vita il film “episodio” Beyond the Sea con Aaron Paul, il Jesse Pinkman di Breaking Bad e di El Camino, e Josh Hartnett, attore conosciuto per Slevin – Patto criminale (2006), 30 giorni di buio (2007) e The Faculty (1998). Beyond the Sea, distribuito il 15 giugno 2023 su Netflix, è il terzo episodio della sesta stagione di Black Mirror, serie antologica del 2011 riguardante la tecnologia e gli effetti che questa ha sulla società attuale o futuristica. 

Trama di Beyond the Sea 

In un alternativo 1969, gli astronauti Cliff Stanfield (Aaron Paul) e David Ross (Josh Hartnett) si trovano all’interno di una navicella spaziale che intende esplorare lo spazio profondo per ben sei anni. All’interno dell’astronave ci sono solo loro due e il loro unico compito è quello di svolgere, una volta a settimana, dei controlli di routine e nell’occorrenza delle riparazioni, nel caso in cui il veicolo si danneggiasse. Per il resto il veicolo è completamente automatizzato, spostandosi nello spazio senza bisogno di una presenza umana che lo guidi. I due astronauti, dunque, non sono una presenza indispensabile, così, quando non sono utili alla causa, si collegano a un macchinario che va a trasferire la loro coscienza su una replica meccanica presente sulla Terra. In questo modo, hanno la possibilità di rimanere accanto ai loro figli e alle loro mogli, senza perdersi, neppure un giorno, della loro vita familiare. La situazione, però, prende una svolta inaspettata quando dei membri di un culto contro la tecnologia delle repliche, che le ritengono un abominio, penetrano nella casa di David, distruggendo la sua replica e uccidendo la sua famiglia, composta da moglie e due bambini piccoli. Questo evento sconvolge nel profondo David, che ora, si trova costretto a fare i conti con la sua perdita e a dover vivere per quattro lunghi anni all’interno dell’astronave, dato che anche è privo di repliche sulla Terra. Cliff, denotando la tristezza dell’uomo e la sua instabilità mentale, decide, insieme alla moglie Lana, di cedere, una volta a settimana e solo per un ora, la propria replica a David, permettendogli di riassaporare la luce del sole e l’aria della Terra. Le cose però prenderanno una piega inaspettata quando David s’invaghisce di Lana, che a sua volta, si sente sempre più vicina a David, a livello emotivo. 

Aaron Paul in Beyond the Sea
Aaron Paul in Beyond the Sea

Scopri anche: Dichiarazioni del cast e Charlie Brooker su Black Mirror: Beyond the Sea (2023)

Recensione di Beyond the Sea 

È inevitabile asserire che Charlie Brooker per scrivere questa storia ci sia ispirato a due eventi di cronaca. Da un lato abbiamo un evidente richiamo alla Manson Family, una comunità hippy criminale della California che aveva come base un ranch di San Fernando Valley, dall’altro lato abbiamo una sorta di similitudine, estremizzata, del periodo pandemico Covid-19, non a caso l’autore scrisse l’episodio come reazione ai blocchi e all’isolamento obbligatorio causato dallo scoppio del virus Sars, che ha messo in ginocchio gran parte delle società europee e asiatiche. In che senso però Beyond the Sea trae ispirazione alla Manson Family?  Nella Los Angeles degli anni ‘60 imperversavano per le strade gli omicidi della folle setta guidata dal criminale Charles Manson (Cincinnati, 12 novembre 1934 – Bakersfield, 19 novembre 2017), un uomo che fece commettere, su suo ordine, al gruppo di fanatici che lo seguivano parola per parola, numerosi delitti e aggressioni. Charlie Brooker per narrare gli eventi di Beyond the Sea s’ispira al saggio “Helter Skelter – Storia del caso Charles Manson”scritto dal pubblico ministero del caso, Vincent Bugliosi. Secondo l’avvocato l’origine oscura di Manson prende forma dall’ascolto della canzone Helter Skelter dei Beatles. Il folle assassino, nel testo della canzone, ritenne di scorgere un messaggio profetico, in cui si preannunciava un’imminente guerra razziale, con la caduta dei bianchi e la presa di potere dei neri, un elemento, che secondo il criminale, avrebbe rovesciato il giusto ordine naturale delle cose. In questa guerra fasulla e irreale, Manson si schierò dalla parte dei bianchi, iniziando a commettere numerosi omicidi, come quello avvenuto a Sharon Tate, che sembra essere stato effettuato al fine di dare la colpa alla comunità afro-americana di Los Angeles. In Beyond the Sea siamo sulla fine degli anni ‘60 (il periodo di Manson) e, in un momento preciso del lungometraggio, la storia richiama la Manson Family. Un gruppo di Hippy, durante una notte, entra nella dimora di David, per uccidere la repliche e l’intera famiglia, accusati di essere un abominio della natura, esseri che vanno contro l’ordine naturale delle cose. David è accusato di essere un abominevole macchina, mentre la moglie e i figli di aver accettato ciò, dimostrandosi così individui perversi. I gesti, i movimenti e gli atteggiamenti adottati da questi hippy richiamano in maniera evidente quelli del gruppo Manson, il tutto attraverso una scena intrisa di sangue e di dolore che ci riconduce, a livello di atmosfera, a quella avvenuta a Sharon Tate per mano del culto assassinio. 

Questo evento, l’omicidio di David, è la prima svolta drammaturgica presente all’interno del lungometraggio, inoltre, questo accadimento, ci dona un importante tematica tecnologica in stile Black Mirror. Un indagine sul senso di replica e di uomo bionico, che ci pone un intensa domanda fantascientifica: cosa avviene se la nostra coscienza viene trasferita dal nostro corpo a uno finto? Una riflessione interessante, peccato però che lo sceneggiatura non indaghi ciò, relegando questo evento riflessivo solo dentro questa scena, che ha lo scopo di condurre la narrazione verso una seconda parte narrativa: la solitudine, che si ricollega a quelle emozioni che alcuni di noi possono aver provato durante l’isolamento Covid, soprattutto le persone che, in quel momento storico, vivevano da sole in piccoli appartamenti privi di giardini o angoli di natura. 

Charlie Brooker

Uno dei nostri produttori mi ha detto: “Questo è il tuo episodio sulla pandemia”. Mi sono fermato a riflettere, e in effetti è così. Ma non nel modo in cui si potrebbe pensare. La storia tratta dell’isolamento, della solitudine e della reclusione, tutte cose che abbiamo provato durante la pandemia.

David è un uomo gentile, che ama la sua famiglia e i suoi figli, ma a un tratto perde tutto, ritrovandosi solo, relegato dentro un astronave che viaggia nello spazio profondo, in cui l’unica presenza è quella del suo collega, un uomo religioso e rigido con cui fatica a instaurare un buon rapporto, rimanendo dentro un legame alquanto freddo e distaccato, dove le uniche parole tra i due sono esclusivamente rivolte su argomenti di lavoro. David, in poche parole, si ritrova inghiottito in un isolamento forzato, dove dinanzi a lui c’è solo il dolore della perdita, avvenuta nella maniera più atroce possibile, e il vuoto cosmico per altri quattro anni. L’anima dell’uomo così si atrofizza, perdendo ogni contatto con l’amore e la connessione. Il suo collega, più per motivi egoistici che altruisti, visto che la navicella va gestita, obbligatoriamente, in due e temendo che il suo collega possa ucciderci da un momento all’altro, decide di dargli una speranza, alcuni momenti di benessere a contatto con il mondo reale. Cliff, interpretato da un magistrale Aaron Paul, cede al collega la sua replica una volta a settimana, una decisione che però gli si andrà a ritorcergli contro. Beyond the Sea, che inizia con tematiche d’isolamento e fantascientifiche, ben presto cambia prospettiva divenendo la storia dello scontro psicologico tra due uomini, due colleghi, che si offendono e feriscono reciprocamente pugnalandosi alle spalle, spinti da istinti primordiali egoistici e di gelosia. Cliff aiuta David per puro egoismo, fregandosene del dolore del collega, l’altro sfrutta l’opportunità concessagli da Cliff per fregarlo, per intromettersi nella sua vita, cercando di sedurre e d’impossessarsi dell’esistenza stessa di Cliff. Tra i due prenderà piede uno scontro sporco e brutale, che ci condurrà entro un finale interessante ma che giunge troppo rapidamente, non dando la giusta possibilità a David di trasformarsi in ciò che diverrà alla fine. 

Kate Mara, Aaron Paul in Beyond the Sea
Kate Mara, Aaron Paul in Beyond the Sea

In conclusione

Una storia intensa, recitata da un grandissimi Aaron Paul che ci dona la sua miglior interpretazione dai tempi di Breaking Bad. La sceneggiatura, per raccontare questa vicenda, avrebbe avuto bisogno di più respiro e sicuramente con una pellicola della durata di 2h il tutto avrebbe ottenuto più forza emotiva ed empatica. 

Note positive

  • Recitazione di Aaron Paul
  • La scrittura dei dialoghi
  • La regia
  • Scenografia

Note negative

  • Il finale arriva troppo rapidamente, non dando il tempo a David di evolversi pienamente
  • La riflessione sulla replica doveva essere maggiormente analizzata durante il film. 
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