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Botero – Una ricerca senza fine
Titolo originale: Botero
Anno: 2018
Paese: Canada
Genere: Documentario
Produzione: Hogan Millar Media
Distribuzione: Feltrinelli Real Cinema, Wanted Cinema
Durata: 82 min
Regia: Don Millar
Sceneggiatura: Don Millar, Hart Snider
Fotografia: Johan Legraie, Joe Tucker
Montaggio: Hart Snider
Musiche: David Bertok
Trama di Botero – Una ricerca senza fine
Il documentario, diretto da Don Millar, è il ritratto profondo e stimolante di un artista letteralmente monumentale. Il regista ha coinvolto curatori, storici e accademici per rivelare la creatività e la poetica di una delle personalità più considerevoli del mondo dell’arte contemporanea: Fernando Botero. Una nuova chicca della Costellazione che Nexo+ dedica a Feltrinelli Real Cinema
Recensione di Botero – Una ricerca senza fine
Botero – Una ricerca senza fine è un documentario del 2019 sulla figura del famoso artista colombiano di Medellín, Fernando Botero, nato nel 1932, diretto dal regista canadese Don Millar, uscito nelle sale cinematografiche italiane dal 20 al 22 gennaio 2020. L’opera cinematografica racconta la vita e la produzione artistica di Fernando Botero, percorrendo le varie tappe del suo vissuto e della sua formazione, dalla provenienza di una famiglia povera, al suo dipingere come esigenza personale, al suo migrare in varie città fondamentali per l’arte, tra cui Madrid, Parigi, Firenze, New York, per conoscere e studiare le principali correnti e i principali artisti della storia dell’arte, andando con la pratica a raffinare le sue tecniche compositive alla scoperta del suo stile, che poi troverà per caso disegnando su un foglio bianco a matita lo schizzo di un mandolino dal volume prosperoso (La “Natura morta con mandolino” del 1957, dipinto olio su tela, che si trova in una collezione privata).
Botero – Una ricerca senza fine scena
Il documentario tratta l’opera artistica del pittore e scultore colombiano Fernando Botero, dai primi acquerelli che trattano dei toreri, ai disegni, ai dipinti che si trovano nei grandi musei dell’arte, alle sontuose e gigantesche statue sparse per le piazze di tutto il mondo (El Gato, statua in bronzo realizzata nel 1987 e posizionata definitivamente nel 2003 nella nuova piazza Rambla del Raval, a Barcellona), che evidenziano il suo stile inconfondibile e riconoscibile sullo studio del volume e delle forme prosperose, sia di personaggi umani e animali, sia di oggetti, evidenziando anche dei bellissimi giochi di proporzioni nelle tele tra la relazione di due personaggi tra cui uno gigante e l’altro piccolo. La pellicola Botero – Una ricerca senza fine è arricchito dal racconto dei suoi figli Lina, Fernando e Juan-Carlos, e da brevi estratti d’interviste sia di Fernando Botero nel corso della sua esperienza professionale, sia di critici e collezionisti d’arte. L’opera audiovisiva è interessante perché fa avvicinare lo spettatore comune alla ricca collezione del pittore – scultore che nel suo percorso artistico ha affrontato lo studio e la pratica delle tecniche pittoriche, dall’acquarello al pastello, ai colori a olio, passando con la sua permanenza a Pietrasanta alle sculture in bronzo (celebre “Il Guerriero”, statua del 1992 di quattro metri in Piazza Matteotti, en plein air, a Pietrasanta, in Toscana).
Onestamente però Botero – Una ricerca senza fine poteva lasciare più spazio alle interviste storiche dell’artista, concentrandosi maggiormente sulle sue parole e sul suo pensiero, addentrandosi sulla visione e lo studio delle opere più rappresentative per l’artista, il grande pubblico e la critica. Il prodotto cinematografico invece pone allo sguardo dello spettatore una grande carrellata di opere, anche dei bozzetti e dei disegni inediti presenti negli archivi, focalizzandosi poco sul significato critico delle opere. Il documentario è quindi un approccio di prima visione e scoperta di questo straordinario artista del novecento e degli anni duemila, correlando la sua attività artistica alle fonti biografiche, anche tragiche, e alle vicissitudini della vita, ma poteva essere realizzato anche per un pubblico più colto, argomentando con un’analisi critica le sue opere più importanti, per comprendere meglio i vari significati che sono insiti in un’opera d’arte di spessore.
Note positive
- L’avere dato al pubblico una prima carrellata delle opere di Fernando Botero
- La correlazione tra la produzione artistica e le fonti biografiche
Note negative
- Poca analisi critica delle opere più importanti di Fernando Botero
- Il racconto cinematografico poteva dare più rilevanza alla colonna sonora di David Bertok, molto bella nell’incipit e nella parte finale del cast.