C’era una volta il West (1968): il capolavoro western di Sergio Leone

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Trailer di C’era una volta il West

Trama di C’era una volta il West

Nelle praterie di Sweet Water, nel vecchio west che si avvicina alla modernità (è il periodo in cui vengono conosciuti il treno e il telegrafo), un ricco proprietario terriero irlandese, McBain, progetta la costruzione di una città contemporaneamente alla fermata della ferrovia nel punto in cui agisce legalmente per ubicarla. Il desiderio del signor McBain è ostacolato da una banda di uomini spietati, intenzionati a impossessarsi della sua terra, che durante una spedizione lo uccidono insieme ai figli, il giorno prima della festa di nozze con la nuova moglie, Jill (Claudia Cardinale).

Jill, arrivata a Sweet Water da New Orleans, dopo lo sconforto iniziale esaudirà il desiderio del marito defunto attraverso l’aiuto di due pistoleri: Cheyenne, fuorilegge e ricercato su cui pende una taglia da 5000 dollari, e ‘Armonica’ (Charles Bronson), soprannominato così per l’armonica che suona ripetutamente (si scoprirà nella narrazione che rappresenta un elemento drammaturgico fondamentale), deciso fermamente nel vendicare la morte del fratello a opera di Frank (Herny Fonda), il capo della banda omicida di McBain.

Recensione di C’era una volta il West

Quarto western all’italiana di Sergio Leone, la prima opera della cosiddetta ‘trilogia del tempo’ (completata da Giù la testa e C’era una volta in America), C’era una volta il West è riconosciuto universalmente tra i migliori western della storia del cinema. Con questo film, negli anni in cui il genere western veniva rivalutato e rivisto attraverso le prospettive acute e raffinate di nuovi autori tra cui senza dubbio vanno citati Sam Peckinpah (Mucchio selvaggio) e Robert Altman (I compari), Leone portava il suo apporto autoriale all’innovamento della narrazione sull’antico West, troppo spesso banalizzata e standardizzata dai vecchi registi hollywoodiani (come disse il grande maestro John Ford: ‘Ad Hollywood cambiavamo solo i cavalli‘).

C’era una volta il west è, come direbbe il suo autore, una favola per adulti capace di emozionare e divertire, nonché di riflettere sul tema del denaro e sulla sua bramosia. La sua forza è nello sviluppo narrativo che non cede ad alcun elemento di forzatura. L’opera, partendo dal genere americano per antonomasia, ribalta alcuni punti fermi fino a quel periodo: la durata è dilatata a dismisura, Henry Fonda (solitamente il buono nei western hollywoodiani) interpreta il ruolo del freddo esecutore calcolatore dei propri interessi, la violenza all’interno dell’opera è, come da tradizione nelle opere di Leone, cruda e ostentata ai massimi livelli.

Leone attraverso il proprio stile, riconoscibile e coerente, fatto di continui movimenti di macchina che terminano con primi piani su volti ipnotici del cast stellare (Fonda, Cardinale, Bronson, Roboards) e dettagli sugli oggetti di scena che assumono nell’opera un’importanza di rilievo, ha realizzato un’opera spettacolare che attira lo spettatore e lo ingloba nella sua atmosfera epica, resa sublime dalla colonna sonora di Ennio Morricone, diventata celeberrima, che rappresenta un vero e proprio personaggio all’interno della narrazione. L’interpretazione di Charles Bronson è la migliore all’interno di un cast in cui nessuno demerita, a partire dai grandi divi del periodo, Fonda e Cardinale. Il tutto sorretto da un ottima sceneggiatura, scritta insieme a Danilo Donati, la quale è fondamentale nel non appesantire due ore e quaranta di visione filmica, anche grazie a un montaggio in grado di sostenere la narrazione, che sfrutta anche l’utilizzo del flashback nel descrivere misteriosamente il rapporto Armonica – Frank, risolto nel finale.

Ehi Armonica! Quando toccherà a te prega che sia uno che sa dove sparare. Vattene! Vattene! Non mi va che mi guardi mentre muoio. 

Cheyenne ad Armonica

Note Positive

  • Regia
  • Colonna sonora
  • Cast

Note negative

  • /
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