Ala 79° edizione del Festival del cinema di Venezia è stato presentato Bardo, il nuovi film di Alejandro González Iñárritu che analizza in modo quasi autobiografico gli aspetti della vita di un artista, e quanto questi influiscano sul suo operato creativo. Il primo giorno di Settembre si è tenuta la conferenza stampa del film. All’evento erano presenti anche il regista e Daniel Giménez Cacho, attore protagonista dell’opera.

Alejandro, questo è il tuo primo film in Messico dopo anni, puoi parlarci di questo tuo viaggio?
Oggi è un anniversario molto importante per me e la mia famiglia. Il primo Settembre del 2001 abbiamo lasciato il Messico e siamo andati a vivere a Los Angeles. Quando abbiamo lasciato il nostro paese avevamo grandi progetti, doveva essere un viaggio di un anno e invece ne son passati 21. Questo viaggio ha dato origine al film, quando una persona lascia il proprio paese il ricordo rimane indelebile e ti torna in mente ogni giorno. Per me il Messico non è solo un paese ma anche uno stato mentale.
Durante il film c’è un dialogo molto bello tra il protagonista ed il padre, dove i due parlano del successo, un qualcosa che pian piano ti “avvelena”. Lei (riferito a Alejandro González Iñárritu) che di successo ne ha avuto molto, si è mai sentito “avvelenato” nel corso della sua carriera?
Beh questa frase, è una frase di mio padre, un uomo che ha avuto successo ma non quello che sperava. Il successo è un qualcosa che prima ti “avvelena” che ti da un grande orgoglio, ma quando questo passa subentra il dolore. Avere successo è una sorta di condanna, sai che prima o poi passerà e dovrai affrontare grandi difficoltà.

Come sono andati i dialoghi? quando sono sono stati creati i personaggi? Perchè ciò che si sente è una grande atmosfera familiare
Íker Sánchez Solano (membro del cast): E’ qualcosa che è sorto in modo molto naturale, ci sono stati momenti in cui è stato definito un prima e un dopo, abbiamo esplorato e conosciuto le nostre personalità con una chimica forte che si è fatta sentire.
Ximena Lamadrid (membro del cast): Questa chimica era molto presente fin dall’inizio, poi c’è stata una scena in cui ci siamo conosciuti molto bene. Alejandro ci ha sempre dato molta fiducia e di conseguenza quest’ultima è maturata anche in noi stessi.
Questa è stata un esperienza liberatoria, in che modo questo ti ha trasformato e da oggi vedremo forse un Alejandro diverso?
Non so cosa farò adesso. Erano sette anni che non facevo film e quindi non so quando sarà il prossimo. È stato un film che mi ha liberato, vero, ma io penso che per i film non esiste il tempo. Questo è molto interessante per me.