Cracked (2022): un horror asiatico molto occidentale | Far East Film Festival 24

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Trailer del film Cracked

Cracked è l’esordio alla regia in un lungometraggio del tailandese Surapong Ploensang. Il film è stato presentato in Italia il 22 aprile 2022 al Far East Film Festival 24, tra i candidati della competizione ufficiale dell’evento cinematografico.

Cracked racconta la storia della verità nascosta che comporta un grosso prezzo da pagare sotto forma di un horror-thriller.”

Surapong Ploensang, regista del film Cracked

Trama di Cracked (2022)

Ruja (Chayanit Chansangavej) deve occuparsi dell’eredità del padre, un famoso pittore, ma viene tormentata da una presenza oscura. Quante sinistre verità si celano dietro i quadri?

Recensione di Cracked (2022)

Il cinema asiatico è sempre più in espansione verso i mercati occidentali, in buona misura grazie ai festival come il Far East Film Festival che si realizza a Udine, diventando ogni anno di più una importante finestra soprattutto per i film indipendenti prodotti in Asia.

Nell’edizione del festival del 2022, Cracked è stato uno di quei lungometraggi che sicuramente attiravano l’attenzione, non solo perché era tra i candidati della competizione ufficiale, ma specialmente perché si tratta di un’opera prima, horror, coprodotta tra Thailandia, Corea del Sud, Taiwan e Singapore.

Cracked segna l’esordio nel cinema del regista tailandese Surapong Ploensang, già dietro la macchina da presa di molti spot pubblicitari di marchi rinomati. Il cineasta si avventura sul grande schermo con una storia che mischia l’horror e il thriller e in cui gli occhi e la vista sono il filo conduttore verso la scoperta di molti segreti che anche la protagonista Ruja (Chayanit Chansangavej: P.S. I Hate You, Wolf, Someone from Nowhere) nasconde allo spettatore.

Ruja è una madre single che abita con la sua piccola Rachael (Nutthatcha Padovan) a New York. Inaspettatamente, la donna riceve la visita di un amico di suo padre Pakorn, che gli chiede di tornare in Thailandia per il suo funerale e per mettere in ordine l’eredità, comprese due pitture di molto valore economico che aveva fatto il padre. Ruja non ci pensa troppo per perché più che mai ha bisogno di soldi per poter pagare l’intervento che salverà la figlia di perdere completamente la vista. Una volta tornata con Rachael nella casa di famiglia in Thailandia, Ruja assume Tim (Nichkhun Horvejkul: 2PM: Make It, My Bubble Tea, Arthdal Chronicles), giovane restauratore e figlio dell’amico di Pakorn, con lo scopo di far sistemare i due quadri per poterli vendere. Durante tutto il loro soggiorno, però, la protagonista deve affrontare misteriose situazioni create da una presenza sovrannaturale, che la portano a cercare l’origine di questo male proprio nelle due opere artistiche del padre e di cui lei, in un certo senso, ha fatto parte.

È evidente che la trama di Cracked è molto semplice, non straordinariamente originale, ma sicuramente il film ha il pregio di riuscire a comunicare efficacemente il sottotesto della storia in chiave horror: la verità viene sempre a galla e c’è un prezzo da pagare per nasconderla o far finta di non averla visto, soprattutto se si tratta di ingiustizie.

Il prezzo di andare sul sicuro

La curiosità che potrebbe suscitare un lungometraggio risiede, in buona misura, nella storia che propone e nella sua nazionalità. Nonostante Cracked sia un film asiatico a livello produttivo, risulta narrativamente troppo occidentale. Questo non necessariamente è negativo, ma sicuramente deludente se uno aspira a vedere cose diverse, soprattutto trattandosi di un film di genere come questo di Surapong Ploensang.

Con una regia discreta e a tratti interessante, il cineasta tailandese sceglie di andare sul sicuro scommettendo praticamente sin dall’inizio all’effetto dei jump scare, che tra l’altro sonopoco elaborati e molto rivisti in film low budget hollywoodiani. Nonostante, il regista non è l’unico o, anzi, non è il responsabile principale di un risultato così scontato, cliché e paradossalmente poco “terrificante”, quando tutto in realtà parte dalla sceneggiatura.

Come di solito si evidenzia in tanti film che non soddisfano neanche allo spettatore medio, il grande problema di Cracked è la sua scrittura basata su una sceneggiatura coreana mai prodotta e rielaborata da Eakasit Thairaat (13 Beloved, Body), considerato uno dei migliori sceneggiatori horror della Thailandia.

Purtroppo, il lavoro di Thairaat ha notevoli debolezze, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo narrativo della storia: un primo atto accettabile, un secondo atto predominantemente piatto che punta ai jump scare, per poi arrivare a una serie di plot twist finali che, senza dubbio, costituiscono la parte più nutrita e accattivante, ma che evidentemente non può “salvare” tutto il resto. La suspense e il terrore, quindi, vengono seminati ben poco dentro la narrativa del lungometraggio, sia dalla regia che dalla scrittura, il che impedisce di arrivare a un orrore vero, spaventoso e credibile.

Ma la scarsità nella (ri)scrittura, sfortunatamente, non finisce qui. I personaggi di Cracked sono poco elaborati al punto di non godere neanche di una caratterizzazione definita. Alcune informazioni importanti su di loro e sulla storia stessa, che ben potevano dare un senso più logico a certe situazioni, sono state omesse e date per scontato (ad esempio: il perché il padre di Ruja era un pittore così famoso). Sulla stessa linea, si trovano alcuni flashback del passato della protagonista che non arricchiscono in nulla la storia né rappresentano un background solido del personaggio che poteva aiutare a capire meglio il mistero che circondava la sua famiglia. I dialoghi sono un altro aspetto debole, essendoci alcuni in inglese che poco si giustificano dentro la narrativa della storia (come quelli tra Ruja e la figlia in certi momenti), nonostante siano stati messi per rendere il film più vicino a un pubblico occidentale.

Certamente, non tutto in Cracked è da scartare. Il lungometraggio ha un’atmosfera visiva e sonora perfettamente adatta ai generi horror e thriller. Questo grazie a una fotografia impeccabile, l’ottimo lavoro di color grading e degli effetti visivi, e in più una colonna sonora inquietante che rafforza i piani e movimenti di macchina di Ploensang. Inoltre, la star K-pop Nichkhun Horvejkul guida un cast di attori meno rinomati, ma che come lui regalano delle buone interpretazioni nel limite di quello che li permettono i loro personaggi.

Probabilmente, alcune scelte in Cracked rispondono al fatto di voler rendere il film molto più commerciale e occidentale. Il confine tra questo e il poter cadere nei cliché e le “copie” di tecniche, elementi o modi di fare è molto sottile. Arrivare a un target di mercato completamente diverso offrendo un’esperienza locale e genuina dovrebbe essere la vera sfida di qualunque cineasta. Surapong Ploensang, al contrario, ha scelto di non rischiare troppo e di andare sul sicuro, facendo di Cracked un buon debutto, ma che va troppo sul sicuro al punto di essere quasi “anonimo”.

Se insieme a questo si considera anche lo sviluppo poco approfondito della trama e dei personaggi, e gli svariati elementi e caratteristiche di tanti horror hollywoodiani, si può dire che Cracked aggiunge poco o niente di originale. Essendo di un paese come la Thailandia che, sicuramente, ha le sue proprie storie, miti, leggende e paure culturali, questo risulta un peccato, grande quanto quelli commessi dai personaggi di questa storia.

“Se facciamo finta di non vederli, non possono farci del male.”

Ruja (Chayanit Chansangavej) Cit. Cracked

NOTE POSITIVE

● Regia semplice e discreta, ma funzionale per i generi del film.

● Atmosfera visiva e sonora adatta ai generi horror e thriller, grazie alla buona fotografia, l’ottimo lavoro di color grading e la colonna sonora inquietante.

● Interpretazioni degli attori.

NOTE NEGATIVE

● Potrebbe sembrare l’ennesimo horror stile hollywoodiano, già rivisto molte volte.

● Sceneggiatura: Personaggi sbozzati, poco elaborati; uso di dialoghi in inglese che poco si giustificano dentro la narrativa della storia. Inoltre, la suspense e il terrore vengono seminati poco, puntando tutto sui jump scare. Alcune informazioni sulla storia sono date troppo per scontate e alcuni flashback che riguardano il passato della protagonista non arricchiscono in nulla la storia né costituiscono un background solido del personaggio principale.

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