Crescendo #makemusicnotwar: La ricerca d’unione pacifista attraverso la musica

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Crescendo locandina film

Crescendo #makemusicnotwar

Titolo originale:

Anno: 2020

Paese: Germania

Genere:  Drammatico

Distribuzione: Satine Film

Durata: 102 min

Regia: Dror Zahav

Sceneggiatura: Johannes Rotter, Dror Zahavi

Fotografia: Gero Steffen

Montaggio: Fritz Busse

Musiche: Martin Stock

Attori: Peter Simonischek, Daniel Donskoy, Sabrina Amali, Mehdi Meskar, Bibiana Beglau, Götz Otto, Eyan Pinkovitch

Trama di Crescendo #makemusicnotwar

Francoforte. Una donna d’affari, Karla De Fries, appassionata a opere filantropiche incontra il famoso direttore d’orchestra tedesco da poco in pensione, Eduard Sporck, per proporgli una missione apparentemente impossibile: formare un’orchestra di giovani talenti israeliani e palestinesi per un unico concerto da tenersi in Alto Adige, durante il negoziato di pace da tenersi in quel luogo tra la fondazione di De Fries, la Palestina e Israele. L’orchestra così diventa un’arma per provare ad alleggerire le tensioni interne tra i due paesi, sperando che riescano a trovare un intesa di pace; inoltre si nutre la speranza che il concerto dia nuova linfa musicale in Cisgiordania, facendo nascere la prima scuola di musica, primo segno di una rinascita sociale.

Incantati e affascinati dalla possibilità di suonare con il famoso Eduard Sporck, degli aspiranti musicisti si allenano assiduamente per poter partecipare al bando per la formazione dell’orchestra, non preoccupandosi delle divergenze etiche, religiose e culturali tra i due paesi. Tra questi facciamo la conoscenza di due giovani musicisti di Qalqiya, in Cisgiordania, Layla e l’immaturo Omar. Layla trascorrere le giornate ad allenarsi con il violino nella sua stanzetta mentre fuori il conflitto armato da parte degli israeliani dilaga e le macerie intorno alla sua abitazione sono sempre in aumento; per partecipare all’audizione dovrà fronteggiare le tradizioni di famiglia attuando una forte discussione con la propria madre contraria alla sua scelta di seguire la musica invece di sposarsi. Contrariamente Omar, un suo amico, che suona in una band con il proprio padre per i matrimoni nel fine settimana, è supportato dalla famiglia, i quali sperano che il giovane ottenga successo suonando il flauto, per fuoriuscire da quel mondo privo di felicità.

Sporck è una Porsche

Jussef, il papà di Omar – Crescendo #makemusicnotwar

I due per poter giungere a Tel  Aviv, il luogo dell’audizione, dovranno effettuare un lungo e tormentato percorso, attraversando un posto di blocco da cui è difficile transitare. Inversamente ai due della Cisgiordania abbiamo dei giovani di Tel Aviv, la giovanissima israeliana Shira e il fiero Ron, che non hanno mai avuto problemi nello studio musicale supportati anche da una buona condizione economica, inoltre gli israeliani non hanno dovuto eseguire nessun viaggio pieno di difficoltà e di sfide culturali per giungere al provino.

I problemi del maestro Eduard Sporck inizieranno appena avrà dato forma all’orchestra, poiché tra i componenti esiste una forte diatriba di rabbia e rancore che dura da generazioni e che portano ormai all’interno del loro DNA patrimoniale. Il musicista si renderà conto che prima di parlare di musica c’è bisogno di creare una forte armonia di pace tra le due frazioni dell’orchestra, una pace che potrebbe dar frutto a una rivoluzione nel loro paese. L’intento di Sprock e della Fondazione riuscirà ad avere la meglio, o l’odio razziale e la guerra prevarrà sull’umanità distruggendo ogni goccia d’amore? 

Recensione di Crescendo #makemusicnotwar

Un nemico è solo qualcuno di cui ancora non conosci la storia

Sporck – Crescendo #makemusicnotwar

Crescendo #makemusicnotwar risulta un film tematicamente potente, in grado di trasmettere un forte e chiaro messaggio di pace, amore e fratellanza allo spettatore, caratterizzandosi come una pellicola dal carattere puramente propedeutico in grado di dare degli ottimi insegnamenti e spunti di riflessione ai più giovani, che avrebbero bisogno di più lungometraggi di questo tipo, in grado di andare a mostrare l’importanza stessa delle scelte collegate al senso di responsabilità e della non presenza di una realtà fondata su un unico punto di vista ma che per comprendere bisogna conoscere l’altro, ovvero il nemico, per sviscerare e conoscere il tutto prima di assumere un dato comportamento sociale. Non è un caso che il film israeliano Crescendo di Dror Zahavi abbia ritenuto un prestigioso riconoscimento civile come il Premio onorario cinema per la pace 2020. La giuria lo ha motivato così:

Il film rappresenta chiaramente una prospettiva umanistica secondo cui la riconciliazione è possibile imparando a percepire l’un l’altro come un essere umano lavorando insieme sulla musica. Questo è un messaggio che si applica universalmente e può anche essere applicato ad altri conflitti ed è descritto molto bene con una sceneggiatura chiara e coerente ricca di molti dettagli importanti e forte.

Dror Zahavi per parlare di riconciliazione e della percezione reale dell’altro, si è ispirato ad un evento di cronaca vera come la fondazione da parte del duo Daniel Barenboim e Edward Said della West-Eastern Divan Orchestra nel 1999, che aveva l’intento di favorire uno scambio positivo di idee e un maggior dialogo tra musicisti provenienti da paesi diversi e storicamente nemici come Israele, Egitto, Giordania, Siria, Palestina e Libano. Crescendo parte appunto da questo incipit narrativo: creare un orchestra formata da componenti provenienti da un popolo che si odia da secoli e cercare, attraverso la forza dell’arte, qui la musica classica, di creare un rapporto d’affetto e di bontà tra i vari componenti del gruppo andando ad eliminare ogni barriera esistente di pregiudizio asserendo che non è tanto il paese d’origine a giudicare chi noi siamo ma sono le nostre azioni e il nostro essere a dire chi siamo realmente.

Analisi di Crescendo #makemusicnotwar

Israeliani e palestinesi possono vivere insieme È possibile, forse non oggi o domani ma è possibile, se vi sforzate. Non i vostri figli, non i vostri nipoti. Siete voi che dovete farlo

Sporck – Crescendo #makemusicnotwar

Per trattare queste tematiche profonde il regista si affida ad una sceneggiatura monotematica e priva di reali sfumature e sottotrame ma tutto viene detto apertamente senza lasciare dubbi o sottintesi, anche l’apparente deviazione drammaturgica che ruota sul passato del direttore d’orchestra alla fine si ricongiunge perfettamente al senso unico della storia trasportando solo la narrazione in un ottica di scontro non solo palestinese – israeliana, ma anche ebraica – tedesca.  La storia riesce fin dall’inizio a mantenere alta la tensione narrativa grazie alla sua natura conflittuale in cui abbiamo per tutta la durata della visione una dualità di opinioni contrapposte: gli israeliani e i palestinesi che mostrano in varie sequenze tutto il loro odio reciproco rinfacciandosi infine le medesime accuse; se però il primo e il secondo atto sono strutturati piuttosto bene il terzo atto è quello che mostra i maggiori problemi risultando eccessivamente sbrigativo e poco funzionale alla storia, a causa di un accelerata immotivata della narrazione che di punto in bianco si avvia al finale. Il terzo atto poteva essere meglio sviluppato dando alla storia, pur nella sua natura di formazione – educativa una venatura da gran film avvicinandosi a quel cult come L’attimo Fuggente, ma purtroppo questa svolta del terzo atto e un inizio narrativo poco accattivante nelle prime sequenze abbassano la qualità del film musicale Crescendo.

Il regista Dror Zahavi non osa dal punto di vista di inquadrature e di stile visivo ma svolge un lavoro prettamente accademico che si concentra esclusivamente sulla forza conflittuale della storia e su una fotografia basata su una tonalità spenta di grigi. Crescendo #makemusicnotwar ha il pregio di possedere un ottimo cast di giovani attori multietnici, come Sabrina Amali che veste bene i panni della giovane Layla o dell’ottima prova attoriale dell’italiano Mehdi Meskar nel ruolo del giovane timido Omar. Le loro interpretazioni sono sorrette bene da dei dialoghi sempre realistici e che non cadono mai nella verosimiglianza e dalla creazione di personaggi altamente tridimensionali, con cui non è difficile empatizzare. Il tutto è supportato da ottime musiche classiche come quelle di Vivaldi che donano allo spettatore una visione che non può annoiare ma che darà spunti di riflessione al pubblico, che esce arricchito da una visione di questo genere. L’ultima scena risulta simbolica, emotiva e piena di poesia facendo comprendere la dura realtà e la difficoltà del cambiamento.

Note positive

  • Attori
  • Musica
  • Tema affrontato
  • Scena finale, interessante registicamente

Note negative

  • Assenza di sottotrame
  • Terzo atto
  • Scena iniziale che stona con l’intera visione
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