Ci Rivediamo Lassù (2017): il lato crudele e artistico dell’essere umano

Recensione del film Ci Rivediamo Lassù, l'adattamento del best seller di Pierre Lemaitre.
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Ci Rivediamo Lassù

Titolo originale: Au revoir là-haut

Anno2017

Paese di produzioneFrancia

Generedrammaticocommedia

Durata: 1 hr 55 min

Aspect Ratio: 2.35 : 1

Case di Produzione: Stadden Prod., Manchester Films, Gaumont, France 2 Cinéma

Distribuzione: Cloud 9

Regia: Albert Dupontel

Sceneggiatura: Albert Dupontel, con la partecipazione dell’autore del libro Pierre Lemaitre

Produttori: Catherine Bozorgan

Dop: Vincent Mathias

Montaggio: Christophe Pinel

Musica: Christophe Julien

Attori: Albert Dupontel, Nahuel Pérez Bizcayart, Laurent Lafitte, Niels Arestrup, Émilie Dequenne, Mélanie Thierry, Héloïse Balster, Philippe Uchan, André Marcon, Michel Vuillermoz, Kyan Khojandi, Carole Franck

Trailer del film Ci rivediamo Lassù

Sono molti i film che raccontano da diversi punti di vista le grandi guerre accadute nel ventesimo secolo, ma solo raramente vanno oltre le armi evitando di parlare delle ombre che porta dentro ogni uomo sulla Terra. È giustamente da questo aspetto che Ci Rivediamo Lassù del regista e attore francese Albert Dupontel (9 mois ferme, Irréversible) inizia a essere un lungometraggio unico nel suo genere.

Tratto dal best seller omonimo di Pierre Lemaitre e vincitore di vari premi César dell’Accademia del Cinema di Francia, Ci Rivediamo Lassù mostra il primo dopoguerra in una maniera originale e indimenticabile tramite la storia di due soldati sopravvissuti che trovano nell’arte una sorta di rivincita dall’incubo che gli ha tolto tutto nelle loro vite.

Questo interessante film è già disponibile nelle piattaforme digitali Sky Primafila, Chili, Rakuten, Tim Vision, Apple TV, Infinity TV, Google Play, CG Digital e The Fil Club.

“In guerra ho imparato a prendermela con chi non mi ha fatto niente.”

Albert Maillard (Albert Dupontel) Cit. Ci Rivediamo Lassù

Trama di Ci Rivediamo Lassù

Nel novembre del 1918, prima dell’Armistizio, Edouard Péricourt (Nahuel Pérez Bizcayart), un artista di talento, salva la vita di Albert Maillard (Albert Dupontel), un umile contabile. I due uomini non hanno nulla in comune a parte la loro esperienza di guerra e il loro odio per il tenente Henry d’Aulnay-Pradelle (Laurent Lafitte), il cui ordine per un assurdo attacco finale ha rovinato loro la vita. Tutti e tre hanno messo in atto le loro strategie di sopravvivenza: mentre Pradelle continua a fare fortuna sulle spalle dei morti, Albert ed Edouard, condannati a vivere, ingegnano una monumentale truffa.

Recensione di Ci Rivediamo Lassù

Ci Rivediamo Lassù non è una tipica storia di conflitti armati. Sicuramente è un film che racconta la Prima Guerra Mondiale in maniera autentica, ma senza fare a meno della violenza e dei combattimenti che l’hanno caratterizzata.

La storia del film si svolge in due spazi temporali che si intrecciano continuamente:

Il presente: l’interrogatorio della polizia ad Albert Maillard (interpretato dallo stesso regista, Albert Dupontel) in Marocco nel 1920, due anni dopo della fine della Grande Guerra.

Il passato: vediamo tramite flashbacks il racconto di Albert su come ha conosciuto Edouard Péricourt (interpretato da un eccezionale Nahuel Pérez Bizcayart, già noto per 120 battiti al minuto) e come entrambi sono arrivati a pianificare una colossale truffa con i monumenti ai caduti in Francia.

Giustamente la narrativa del tempo presente, oltre a creare curiosità sulla vicenda di entrambi i personaggi, gestisce un’atmosfera di suspense riguardo a Edouard, portando a un finale inaspettato e scioccante.

Sebbene Albert ed Edouard sono due uomini completamente diversi, trovano il loro punto in comune nel loro nemico, il tenente Pradelle (Laurent Lafitte), grazie a cui ora sono condannati a una vita da esclusi, una vita in cui ormai non hanno più niente da perdere. È così come facendo uso delle loro conoscenze e capacità (Albert un contabile ed Edouard un artista eccentrico e talentuoso) si inventano questa truffa ai danni del loro paese ed ergendo la sua rivincita allo status d’opera d’arte.

Nonostante il loro piano sia alquanto sbagliato da un punto di vista morale, il rapporto tra Albert ed Edouard è l’altro lato dell’essenza umana: entrambi si salvano continuamente a vicenda, mostrando compassione e amicizia nei loro confronti. È per questo che noi spettatori riusciamo a provare empatia per loro.

Il ruolo narrativo dell’arte

È molto chiaro che l’artista astratto incarnato dal personaggio di Edouard rappresenta la nascita del surrealismo dopo la Prima Guerra Mondiale: Edouard è ribelle, non prende la logica nemmeno la realtà come riferimento per esprimersi e vivere il suo arte dopo il combattimento che ha messo fine alle sue aspirazioni. Questo si vede anche dal fatto che Marcel Péricourt (Niels Arestrup), il padre di Edouard lo ha costretto a diventare militare.

Iniziando dal noto poeta e critico d’arte André Breton, molti artisti contribuirono a rinnovare il pensiero di quella generazione postguerra e hanno trovato nel surrealismo la “resa dei conti” perché se nella “logica” e la “ragione” esiste la guerra, allora l’inconscio, i sogni e la “follia” devono avere più spazio nelle nostre vite. È per questo che Edouard si lascia andare sempre di più dalle emozioni e si allontana dalla realtà per riuscire ad essere se stesso.

Invece, il tenente Pradelle è la controparte di Edouard: è cinico, sfacciato e sanguinario, uno che gode nel fare del male e che si approfitta dei vivi e dei morti per soddisfare il suo ego e i suoi bisogni più nascosti.

Troviamo così due interpretazioni diverse dal concetto d’arte: per alcuni lo è la guerra; per altri è una via d’uscita, un mezzo per esprimere la sofferenza e cercarne la cura. Allo stesso tempo queste due sfumature si incontrano sottilmente legate nei disegni di Edouard sui monumenti ai caduti: l’arte che parla della guerra, la guerra che diventa arte.

Il racconto visivo di Ci Rivediamo Lassù

Un aspetto da sottolineare sul film è l’uso di diversi oggetti che vengono a costituire un filo conduttore e che rispecchiano alcuni significati importanti della storia. Il primo è un tritacarne che in un primo momento viene usato da un’infermiera per tritare la carne per alimentare Edouard. Poi in un’altra scena viene usato da Edouard per preparare la miscela con cui fa delle maschere da indossare. Il tritacarne è un modo per rappresentare come Edouard trasforma una sua “debolezza” in un punto di forza per diventare finalmente ciò che veramente è.

Inoltre c’è la maschera del cavallo elaborata da Edouard. Durante l’attacco voluto da Pradelle durante la guerra, Albert rimaneintrappolato in un buco coperto di terra e riesce a respirare grazie alla bocca di un cavallo caduto insieme a lui. La maschera simboleggia la sopravvivenza di Albert e l’aiuto che poi gli dà Edouard per scappare da lì… Ma non solo: più in avanti questa maschera ha la stessa fine di Pradelle, in modo che chiude il cerchio di questo personaggio con un destino simile a quello che poteva avere Albert.

A tutto questo si aggiungono una fotografia, delle location e una direzione d’arte stupendamente elaborate che rafforzano la narrazione visiva e danno il tocco surreale del film. Da evidenziare i primi piani di Edouard con le maschere che ci fanno avvicinare ancora di più all’anima artistica e alla psiche del personaggio.

Indubbiamente, Ci Rivediamo Lassù è un film ben fatto, partendo da una sceneggiatura ben strutturata che diventa poesia in ogni singolo fotogramma. L’humor e l’ironia non mancano mai in questa storia drammatica, godibile dall’inizio alla fine, che fa riflettere sull’ambivalenza dei sentimenti dell’essere umano.

“Per aver scatenato la guerra, per non averla impedita, per aver amato farla, per averne approfittato, siete tutti condannati a morte.”

Louise (Héloïse Balster) Cit. Ci Rivediamo Lassù

NOTE POSITIVE

  • Fotografia spettacolare che assieme alla direzione d’arte e il lavoro fatto in post-produzione in quanto al color grading rendono unica e accattivante la narrazione visiva.
  • Alternanza armoniosa tra passato e presente.
  • Colonna sonora piacevole che aiuta molto all’atmosfera surreale del film.

NOTE NEGATIVE

Nessuna.

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Adelina Dragotta Guerrieri
Adelina Dragotta Guerrieri

Giornalista, filmmaker, video editor e sceneggiatrice. Laureata in Scienze della Comunicazione; Master in Sceneggiatura e Produzione Cinematografica e Televisiva. Da sempre appassionata dello storytelling audiovisivo.

Articoli: 48

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