Cube – Il Cubo (1997). Il predominio della società tecnocratica

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Trailer di Cube – Il Cubo

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Cube – Il Cubo è un film canadese diretto da Vincenzo Natali che ha riscosso un grosso successo, a seguito di un basso budget. Con un guadagno di oltre 8 milioni di dollari e un costo di 350 mila spesi per la realizzazione, la differenza risulta netta e da film indipendente si è ritrovato a occupare un posto fra i cult cinematografici. Un mix di horror e sci-fi che convince il pubblico, tanto che ne viene programmata la produzione di altri due titoli, usciti effettivamente qualche anno dopo. Candidato a diversi festival, ha vinto il premio al miglior film al Sitges Festival, dedicato al cinema fantastico, che si tiene ogni anno nella cittadina di Sitges, in provincia di Barcellona.

Trama di Cube – Il cubo

Sei persone che non si sono mai conosciute prima, si ritrovano rinchiuse all’interno di una struttura altamente tecnologica a forma di cubo. Dopo la spavento iniziale, decidono di ingegnarsi per trovare l’uscita che li conduce alla salvezza. L’enorme enigma che contraddistingue il cubo mette a dura prova i soggetti coinvolti, in un insieme di adrenalina, ansia e stress psicologico.

Fotogramma del film Cube - Il Cubo (1997)
Fotogramma del film Cube – Il Cubo (1997)

Recensione di Cube – Il cubo

Il cubo rappresenta uno dei film di fantascienza meglio riusciti degli ultimi 30 anni. Tutto consiste nella semplicità della scenografia, essenzialmente scarna, composta da un cubo unico, che furbescamente è stato utilizzato per tutta la visione, nonostante l’impressione di essere ogni volta in uno diverso. La resa è stata possibile grazie al cambio colore che ogni volta variava, e che ha dato l’impressione dello spostamento dei personaggi, per merito del reparto di fotografia. Il lavoro di montaggio e regia è svolto inoltre in maniera incredibile. La camera da presa è estremamente dinamica e si muove mettendo in stretta relazione i personaggi con le varie trappole nelle quali incorrono. Sembra paradossale questa flessibilità registica nonostante l’unicità e la ripetitività dei blocchi in cui si trovano via via, ma è invece questa scelta artistica che evidentemente ha permesso a una storia semplice di divenire assai interessante. Il ritmo è infatti pazzesco, capace di coinvolgere lo spettatore fino alla fine ad una velocità formidabile. È uno di quei titoli che ti trascina nella storia, grazie a una domanda alla quale il pubblico è invogliato a conoscere al più presto la risposta. Nello specifico caso, il quesito è legato alla sopravvivenza dei protagonisti e alla loro possibile salvezza.

Cube - Il Cubo (1997)

Il Cubo presenta inoltre una buona descrizione dei personaggi. È possibile apprendere il loro carattere grazie ai rapporti che intercorrono tra i vari membri, durante il passaggio nelle contigue stanze, sempre uguali. Ognuno svolge un preciso ruolo sociale all’interno della società. L’idea di mettere assieme esattamente queste figure è la dimostrazione di una sceneggiatura pulita e funzionante. Il ruolo che svolgono si riflette in piccolo nella struttura in cui risiedono. Mettono infatti a disposizione le proprie capacità per riuscire a risolvere l’enigma matematico che li tiene rinchiusi in questa gabbia claustrofobica e inquietante. Si cerca di adottare una disposizione gerarchica in cui ognuno contribuisce al funzionamento dell’ordine, che si sono prefissati. Il poliziotto a mantenere l’equilibrio, la studentessa a calcolare numeri e cifre, la dottoressa a supportare psicologicamente alcuni compagni. Mano a mano che la situazione si complica, emerge la tensione e la coesione interna viene danneggiata, a scapito dell’incolumità generale.

Il significato dell’opera

Il film rimanda all’opera letteraria Kafkiana. L’individuo si trova sommerso dall’ingente sviluppo tecnologico dei nostri tempi. L’uomo contemporaneo sembra rimasto isolato di fronte a una tecnica imperante, anonima e priva di senso. Nella pellicola infatti i personaggi, man mano che si procede con la narrazione, sembrano perdere le speranze di trovare un senso che giustifichi la loro presenza nel cubo. La verità è che un senso non esiste, semplicemente perché la tecnica si intensifica senza un reale scopo che porti beneficio alla collettività. Siamo oramai ridotti a questo incessante flusso tecnologico che avanza in maniera incessante e con cui l’individuo si conforma a tal punto che perde via via l’umanità che lo caratterizza. Per questa ragione l’uomo diventa solamente un burocrate del sistema, senza porsi domande o dubbi, esegue gli ordini richiesti e si piega al volere di una tecnica, la quale non porta però a nessuna effettiva direzione. Ecco spiegato il motivo per cui i protagonisti si ritrovano rinchiusi dentro il cubo, che diventa perciò la rappresentazione umana del più alto grado mai raggiunto dall’uomo, ovvero l’invenzione più importante da costui mai creata.

I dialoghi sono curatissimi ed esprimono perfettamente il messaggio chiave del film. Essi sono determinanti nel contribuire a diffondere il concetto di cui la pellicola si vuole fare portatrice. L’unione con l’azione ne fanno un buonissimo prodotto di intrattenimento. Non manca nemmeno quel lato più thriller, a tratti horror, che inquieta notevolmente al procedere della storia. Permane un’angoscia duratura per l’intera pellicola, a causa di un’atmosfera cupa e misteriosa. Per raccontare quello che il film vuole, la scelta migliore non poteva che ricadere su questa tipologia di genere, e che per l’appunto accende molte riflessioni agli occhi di chi guarda.

Cube - Il Cubo (1997)
Cube – Il Cubo (1997)

Conclusione

La fantascienza è sempre stata un portale di accesso per evidenziare le preoccupazioni del presente. Molti autori si sono concentrati sulla rappresentazione di un futuro, prevalentemente distopico. La decisione non è solo per una mera questione di maggior intrattenimento, ma perché questi artisti sembrano chiedersi effettivamente dove è che l’essere umano stia andando e in quale direzione si stia muovendo, così tanto velocemente. La letteratura in primis ma anche il cinema, hanno fatto da tramite per raccontare e indurre i lettori e gli spettatori, a porsi anch’essi questa domanda, per tentare di avvisarli sul dar farsi dell’umanità intera. Il film rientra a pieno titolo in quei lavori che fanno della fantascienza, il genere per eccellenza, per quanto riguarda il pensarsi come una collettività e non come un singolo individuo, nei riguardi di un futuro che interessa tutti quanti.

Note positive

  • Buona sceneggiatura
  • Ottimo messaggio di fondo
  • Belle interpretazioni
  • Effetti speciali efficienti e chiari

Note negative

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