Dietro i suoi occhi (2021). L’incubo di un amore malato

Recensione, trama e cast della serie Dietro i suoi occhi (2021), il thriller psicologico che va oltre ogni aspettativa

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Dietro i suoi occhi (2021) – Regia di Erik Richter Strand – © Netflix – Foto Nick Wall – Con Simona Brown, Eve Hewson – Immagine concessa per uso editoriale.
Dietro i suoi occhi (2021) – Regia di Erik Richter Strand – © Netflix – Foto Nick Wall – Con Simona Brown, Eve Hewson – Immagine concessa per uso editoriale.

Trailer di “Dietro i suoi occhi”

Informazioni sulla stagione e dove vederla in streaming

“Dietro i suoi occhi” è una serie TV basata sul bestseller omonimo (“Behind Her Eyes”, in inglese) della scrittrice britannica Sarah Pinborough.

Ideata dallo sceneggiatore e produttore televisivo Steve Lightfoot—noto per essere il creatore e showrunner della serie “Marvel’s The Punisher”, il produttore esecutivo di “Hannibal” (NBC) e uno degli sceneggiatori di “Narcos” (Netflix)—la serie è realizzata dalla stessa casa di produzione di “The Crown”, la Left Bank Pictures.

Scritta dallo stesso Lightfoot insieme ad Angela LaManna—che ha fatto parte del team di sceneggiatori di “The Haunting of Bly Manor” di Mike Flanagan, “Channel Zero” e “Marvel’s The Punisher”, creata da Lightfoot—la serie targata Netflix ha debuttato il 17 febbraio 2021.

“Pizzicati e ripeti ogni ora: non sto dormendo. Guardati le mani. Conta le dita. Guarda l’orologio… Distogli lo sguardo, guardalo di nuovo. Rilassati e concentrati. Pensa a una porta.”

Adele Ferguson (Eve Hewson) Cit. Dietro i suoi occhi

Trama di “Dietro i suoi occhi”

Louise Barnsley (Simona Brown), madre single, intrattiene una relazione con il suo capo, lo psichiatra David Ferguson (Tom Bateman). La sua vita prende una piega inaspettata quando fa amicizia con Adele Ferguson (Eve Hewson), moglie del suo amante, ritrovandosi intrappolata in una rete di bugie e segreti, dove niente è come sembra.

“Penso che a volte ci piaccia pensare di essere padroni del proprio destino. Tuttavia, gran parte della nostra vita è plasmata da scelte altrui.”

David Ferguson (Tom Bateman) Cit. Dietro i suoi occhi

Recensione di “Dietro i suoi occhi”

“Dietro i suoi occhi”, ideata dallo sceneggiatore e produttore televisivo britannico Steve Lightfoot e diretta dalla regista e sceneggiatrice norvegese Erik Richter Strand (“Valkyrien”, “Hijos”, “Occupied”), inizialmente sembra non offrire una trama accattivante né uno sviluppo innovativo.

Tuttavia, per chi ha pazienza e le concede un’opportunità, la serie dimostra di avere il potenziale per capovolgere tutto ciò che potrebbe apparire banale o eccessivamente rivisto.

Tratta dal romanzo omonimo della britannica Sarah Pinborough, “Dietro i suoi occhi” segue la segretaria e mamma single Louise Barnsley (Simona Brown“Kiss Me First”, “The Little Drummer Girl”, “The Casual Vacancy”) nel suo rapporto amoroso segreto con chi, inaspettatamente, diventa il suo capo: lo psicologo David Ferguson (Tom Bateman“Murder on the Orient Express”, “Vanity Fair”, “Da Vinci’s Demons”).

Le cose si complicano quando Louise conosce Adele (Eve Hewson“The Luminaries”, “The Knick”, “Bridge of Spies”), la moglie di David, con cui stabilisce un’amicizia segreta.

Louise è convinta che David e Adele siano persone normali con problemi matrimoniali comuni. Allo stesso tempo, sente per la prima volta che mettere i propri desideri personali al primo posto sia la cosa giusta da fare—pur continuando a giudicare sé stessa per il doppio tradimento. Fino a qui, tutto sembra apparentemente normale, persino cliché, ma la serie, inizialmente trattata come un dramma, si rivela un thriller che prende sempre più forma, aggiungendo infine elementi di mistero soprannaturale.

Adele si avvicina sempre di più a Louise, soprattutto perché Louise soffre di terrori notturni ed è sonnambula, proprio come Rob (Robert Aramayo“Game of Thrones”, “Eternal Beauty”, “Nocturnal Animals”), l’amico tossicodipendente e problematico con cui Adele aveva instaurato un profondo legame nella struttura di riabilitazione psichiatrica Westlands. Per questo, Adele affida a Louise un diario, in cui Rob ha scritto la soluzione ai loro problemi, oltre ai momenti chiave vissuti con Adele in passato. Da questo momento in poi, tanto Louise quanto lo spettatore iniziano a comprendere che niente è come sembra e che lei si è appena messa nei guai.

L’amore, la solitudine, il mondo dei sogni e l’istinto di sopravvivenza sono i temi ricorrenti che nutrono questa storia, che dall’inizio alla fine resta molto fedele al bestseller da cui prende vita. Ma non solo: i sogni lucidi e le proiezioni astrali (anche chiamate “viaggi astrali” o “esperienze extracorporee”)—combinati con un sottile voyeurismo—sono gli elementi esoterici e psicologici che rendono l’adattamento unico, plasmando il tono e il conflitto centrale.

Non per niente, le produttrici esecutive Jessica Burdett e Suzanne Mackle di Left Bank Pictures (casa di produzione di “The Crown”) affermano di aver opzionato immediatamente il romanzo, visto che, al momento della sua uscita nel 2017, il domestic noir (sottogenere del noir) era molto apprezzato nel Regno Unito. Ciò che ha convinto loro ad acquisire i diritti per la serie (e che sicuramente conquista anche lo spettatore) è la sua struttura semplice, ma carica di tensione, e la sua capacità di ribaltare completamente le aspettative—un colpo di scena per cui il romanzo è diventato famoso. Così, la chiamata di Netflix alla casa di produzione britannica non si è fatta attendere troppo a lungo.

Dietro i punti di forza e le debolezze

“Dietro i suoi occhi” non ha il migliore degli inizi. Anzi, la serie fatica a catturare pienamente la curiosità dello spettatore nei primi due episodi, che procedono con un ritmo piuttosto lento e sembrano incapaci di suggerire che, dietro a quelle situazioni già viste e ripetitive, si cela qualcosa di più interessante.

Il primo episodio, realizzato secondo la classica struttura del primo atto di una sceneggiatura, presenta un inizio accidentato, che fa sembrare la trama limitata alla tipica relazione extraconiugale tra David e Louise. La tensione prende forma solo quando Louise, inaspettatamente, conosce Adele, la moglie di David, che sembra dipendente da un matrimonio che non la rende felice, ma la rende prigioniera.

Può essere un problema, in un prodotto seriale? Certamente. Soprattutto perché uno spettatore poco paziente potrebbe abbandonare subito la visione e scegliere qualcos’altro. Va detto, però, che ciò che la serie rivela nei successivi episodi viene effettivamente seminato nei primi due.

Il rapporto freddo e misterioso tra Adele e David, i terrori notturni e il sonnambulismo di Louise, le pastiglie che David fa assumere a Adele e il controllo che esercita su di lei, insieme al diario di Rob e al mistero sulla sua scomparsa, sono gli elementi chiave che costruiscono il filo sottile del mistero dietro una trama apparentemente normale. Ecco perché bisogna osservare con attenzione, per riuscire a intuire ciò che sta per accadere. Dare sempre una seconda opportunità a qualsiasi produzione—film o serie TV—è consigliabile, perché, come nel caso di “Dietro i suoi occhi”, ci sono spesso più elementi salvabili di quelli che una prima impressione ingannevole può suggerire.

In effetti, la sceneggiatura di Steven Lightfoot e Angela LaManna, dopo un’iniziale presentazione rischiosa, riesce a riaccendere l’interesse dello spettatore con un ritmo narrativo in costante crescita. Oltre a sviluppare la trama attraverso una calma tesa, che nasconde abilmente i segreti dietro ciò che appare in superficie, il vero traguardo di questa sceneggiatura sono i diversi plot twist che esplodono negli ultimi due episodi. La distribuzione strategica di indizi sottili, inseriti nei dialoghi, rafforzati dalla regia attraverso primi piani sugli sguardi e sugli occhi, angolazioni zenitali, l’atteggiamento sospettoso dei personaggi (compresi i flashback), insieme a elementi ricorrenti come l’eroina, le pastiglie, il pozzo e le porte nei sogni, rappresentano i veri stratagemmi di questo thriller. La serie sfrutta sapientemente il genere drammatico per confondere e giocare con la mente dello spettatore.

Tra gli aspetti positivi, emerge anche la complessa costruzione dei quattro personaggi principali, capaci di suscitare coinvolgimento emotivo e dotati di sfumature diverse. Questa caratterizzazione viene utilizzata anche come red herring (meccanismo di depistaggio), guidando strategicamente l’attenzione dello spettatore, facendogli puntare il dito contro chi sembra essere il carnefice—ma che, alla fine, si rivela la vittima.

Non si può negare che alcuni personaggi risultino monotoni nelle loro azioni (a volte poco credibili), in particolare David e Louise, il cui rapporto viene trattato con scene ripetitive che, forse, si sarebbero potute ridurre o utilizzare per approfondire altri aspetti. Ad esempio, il tragico incendio nella tenuta di campagna Fairdale Estate (Scozia), in cui Adele ha perso i genitori dieci anni prima di trasferirsi a Londra con David. L’evento viene spesso menzionato, ma non viene mai mostrato esplicitamente—sarebbe stato interessante vedere cosa stavano facendo Adele e David quella notte.

Come già accennato, la regia di Erik Richter Strand e la fotografia del tedesco Felix Wiedemann sono fondamentali per il funzionamento del gioco psicologico in cui si immerge lo spettatore. Il racconto visivo ha un grande peso in “Dietro i suoi occhi”, andando oltre la semplice bellezza delle inquadrature. L’uso intelligente di colori e illuminazione serve a rappresentare lo stato d’animo dei personaggi e a differenziare il mondo dei sogni da quello della realtà. Il merito della serie va anche al cast, in particolare a Eve Hewson, attrice irlandese (figlia di Bono degli U2), che riesce a trasformarsi completamente nella sinistra Adele, dotata di una personalità ambigua, abilmente mascherata da un’apparenza serena e gentile. Sulla stessa linea troviamo Simona Brown, che interpreta una Louise contraddittoria, capace, come Adele, di provocare sentimenti opposti nello spettatore fino alla fine della serie.

Buona, ma non brillante, invece, la prova di Tom Bateman nei panni di David—attore britannico che vedremo prossimamente in “Death on the Nile”, diretto da Kenneth Branagh. Più o meno sulla stessa linea di Bateman, si posiziona Robert Aramayo nel ruolo di Rob, che vedremo nella serie prequel di “The Lord of the Rings su Amazon Prime Video e nel film The King’s Man di Matthew Vaughn. Più che per le qualità attoriali, la loro scarsa incisività deriva dal fatto che i loro personaggi risultano abbastanza piatti e, a tratti, irritanti.

Il popolare e controverso finale della serie (senza spoilers)

Uno dei grandi punti di forza di “Dietro i suoi occhi” è la sua capacità di farsi notare—nel bene e nel male—grazie a un finale inquietante e scioccante, capace di generare opinioni contrastanti tra gli spettatori. Per la scrittrice Sarah Pinborough, la conclusione della storia era non negoziabile al momento della concessione dei diritti di adattamento alla Left Bank Pictures. Fortunatamente per lei, le produttrici non avevano alcuna intenzione di modificare il plot twist finale, mantenendo intatti i punti narrativi fondamentali del romanzo—sebbene alcuni elementi siano stati omessi per esigenze produttive. Ed è proprio questo colpo di scena conclusivo che ha reso il romanzo un bestseller e che ora sta facendo “impazzire” gli spettatori di Netflix. Molti ne apprezzano la radicalità narrativa, mentre altri—spiazzati—lo trovano “senza senso”. Per alcuni, invece, è addirittura considerato “omofobo”.

Per comprendere a fondo la logica di questo finale, sarebbe necessario addentrarsi in dettagli che spoilererebbero completamente la visione della serie. Un peccato, perché la conclusione rappresenta il cuore pulsante della storia e il motivo principale per cui vale la pena vedere questa produzione. Quello che si può dire, senza rovinare la sorpresa, è che la risoluzione della trama—trasposta integralmente dal libro—risponde al fattore sorpresa che Pinborough, grande appassionata di thriller psicologici, voleva creare. Come ha dichiarato in un’intervista per Netflix, il suo obiettivo era raccontare una storia che riflettesse la natura tossica e ossessiva dei rapporti extraconiugali, ma aggiungendo un elemento unico, che la distinguese dalle altre opere del genere.

“Mi chiesi: Nel mio mondo, cosa è veramente importante per me? Sognare è importante per me.”

È per questo che il mondo dei sogni è al centro della trama e del suo popolare finale. Detto ciò, risulta evidente che l’ultimo episodio risponda a un bisogno creativo e non a un intento di offendere qualcuno—come purtroppo accade spesso quando si interpretano alcune narrazioni attraverso il filtro della sensibilità contemporanea.

La conclusione è ben giustificata dal punto di vista narrativo, con indizi disseminati nella sceneggiatura che mantengono segreta l’essenza della storia fino al colpo di scena finale. Il problema, quindi, va oltre la serie. Bisogna mettersi nei panni dei creativi e superare i propri pregiudizi per apprezzare una storia per ciò che è—e per capire meglio anche se stessi. Spesso, si tende a sentirsi attaccati da ciò che viene mostrato, quando, in realtà, quegli elementi narrativi non hanno nulla a che vedere con noi personalmente.

In questo senso, esiste il bisogno di rispettare e preservare la libertà creativa—che non ha l’intento esplicito di danneggiare nessuno, ma piuttosto quello di esplorare prospettive e raccontare il mondo e la psicologia umana attraverso diversi punti di vista. Come ha detto Pinborough, in una frase applicabile anche alla serie:

“Preferirei che odiassero il libro piuttosto che lo trovassero indifferente. Quello che non mi piacerebbe è che la gente dicesse: ‘Lei non ha saputo finire la storia’. E in quel caso, io direi: ‘Torna indietro e rileggi. Fai il tuo compito!’”

Per la sfortuna di molti spettatori che vorrebbero scoprire come procede la storia, non è prevista una seconda stagione. Se Netflix decidesse di realizzarla, dovrebbe crearla integralmente, poiché “Behind Her Eyes” (titolo originale) non è una saga letteraria.

“Tu e io siamo speciali, Louise. Devi imparare a controllare i tuoi sogni. Quando ero piccola, avevo terrori notturni orribili. Tutto ciò che ti serve per fermarli è lì dentro (nel diario di Rob).  Come con la palestra. Se ti impegni, puoi scegliere cosa sognare. Ma il metodo funziona solo se hai la mente aperta. Se accetti che ci sia di più di quello che vediamo.

Adele Ferguson (Eve Hewson) Cit. Dietro i suoi occhi

In conclusione

“Dietro i suoi occhi” è una serie godibile, che non dovrebbe essere presa troppo sul serio e che va apprezzata per ciò che ha da offrire. Senza dubbio, è un prodotto ideale per chi cerca un intrattenimento coinvolgente, capace di diventare sempre più interessante episodio dopo episodio. Inoltre, è consigliabile per chi non vuole spendere troppo tempoprendere un grande impegno su Netflix. Con solo sei episodi—ciascuno di circa 45 minuti—la serie si presta perfettamente a una maratona nel fine settimana, sul divano, con del buon cibo, proprio come fa spesso Louise.

Note positive

  • Sviluppo della trama. Buona gestione della suspense attraverso l’uso di tecniche narrative tipiche del genere thriller.
  • Il ritmo narrativo della serie è sempre in crescendo fino ad arrivare a un finale imprevedibile che non delude.

Note negative

  •  I primi due episodi risultano abbastanza lenti perché ripetitivi nelle azioni che fanno i personaggi, ma anche perché queste azioni e situazioni “cliché” vengono trattate in maniera poco innovativa.

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozione
SUMMARY
4.0
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Adelina Dragotta Guerrieri
Adelina Dragotta Guerrieri

Giornalista, filmmaker, video editor e sceneggiatrice. Laureata in Scienze della Comunicazione; Master in Sceneggiatura e Produzione Cinematografica e Televisiva. Da sempre appassionata dello storytelling audiovisivo.