Dune – Parte due (2024). Il progresso non ci difende dal terrore del futuro!

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Trailer di Dune – Parte 2

Il trailer ufficiale di Dune-Parte Due al cinema dal 28 febbraio

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il pianeta di Arrakis torna a distanza di tre anni circa, immergendo i fan della saga nelle terre aride delle Spezie (Melange) scritte e immaginate già nel 1967 da Frank Herbert. I poteri della preziosa sostanza psichedelica conferiscono un aurea oggettivamente innovativa e unica, non solo alla trama e alla personalità dei characters, anzi alla visione d’insieme.

Denise Villeneuve dietro la mdp di “Dune – Parte due” detta una nuova legge stilistica e tecnica; un nuovo linguaggio cinematografico che non può esistere senza suggellare un patto con l’antichità. Una regia epica, immensa e suggestiva tale da catturare con una direzione della fotografia che assicura un immersione totalizzante. Dune 2 rapisce il pubblico all’interno di un macro cosmo raro e seducente di 166minuti e lo fa senza esitare. Siamo di fronte a una nuova fase della storia del cinema? Forse si e meno male!

Frame di Dune - Parte 2
Frame di Dune – Parte 2

Trama di Dune – Parte 2

Ambientato migliaia di anni nel futuro e riprendendo da dove “Dune” si era interrotto, “Dune – Parte Due” segue nuovamente il mitico viaggio di Paul Atreides, un giovane spinto dal destino in una lotta per il potere intergalattico. Figlio del sovrano assassinato, il Duca Leto Atreides e della mistica Bene Gesserit Lady Jessica, Paul in “Dune” ha dovuto affrontare la prova più dura: vincere le sue paure quando il destino, e potenti forze invisibili, lo trascinano nelle sabbie del remoto pianeta Arrakis.

Recensione di Dune – Parte 2

Dentro la storia

Dune Due parte da dove tutto aveva avuto inizio nell’anno 10191. Ci siamo lasciati alle spalle la voce fuori campo della cara e misteriosa guerriera Chani (Zendaya), che respirava aria di spezia nell’aria, mentre scrutava il giovane solitario Paul Atreides. Come si narra nelle migliori pagine di una tragedia idilliaca (storicamente divisa in ben sei libri per la tradizione letteraria), la storia della società galattica futura, riprende dalla fuga di Paul Atreides (Timothèe Chalamet) e della madre, Lady Jessica (Rebecca Ferguson).

I superstiti orfani di Atreides, stanno scappando dai villains appartenenti alla grigia famiglia senza capelli di Harkonnen. Entrambi sono riusciti a conquistare la fiducia della comunità dei Fremen. Lady Jessica è destinata a prendere il posto della saggia reverenda madre. Diviene colei che sola, guida e comanda le sorti e le scelte della società. Proprio come una sorta di sibilla cumana Lady J. trama tuttavia una congiura sulle sorti e le credenze sia delle “Bene Gesserit” che dell’intero popolo che nel frattempo è alla ricerca del vero messia, colui che libererà il popolo del deserto dalla dittatura imperialista. Un rito deve essere compiuto, Lady J. dovrà bere “l’acqua della vita” per ricevere il dono della voce e suggellare il destino della sua famiglia originaria.

Frame di Dune - Parte due
Frame di Dune – Parte due

Paul Atreides, lo conosciamo tutti e impariamo a conoscerlo meglio nel corso del secondo capitolo: è coraggioso, semplice e diretto, o almeno così apparirà nella seconda parte. Dune 2 si prepara a divenire una delle migliori saghe di successo dopo la fama mondiale de “Il signore degli Anelli“. Atreides sarà qualsiasi cosa vorremmo che sia. In lui e nelle preghiere dell’esercito dei Fremen cresce la speranza di un nuovo inizio. Un inizio che però nasconde e ambisce a qualcosa di più terreno perchè Paul vuole vendicare il suo regno e la scomparsa del padre.

Perché tutto si compia occorre credere nei presagi divini e trascendentali. C’è un patto segreto che Dune 2 mostra al suo pubblico, ossia che tutti vedano nel giovane, il nuovo messia in grado di cavalcare i giganteschi vermi nelle sabbie. Paul Muad’dib Usul da vita ad una epopea avvincente e senza clichè.

“Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Lascerò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Solo io ci sarò.

Frank Herbert, dal libro “Dune”.
ZENDAYA in Dune - Parte due
ZENDAYA in Dune – Parte due

La tecnica di Dune – Parte due

Senza la regia di Villeneuve avremmo avuto la fortuna di conoscere Dune? Assolutamente no, il regista e sceneggiatore canadese con il secondo oscuro capitolo di Dune, questa volta sembra superare se stesso e le aspettative del pubblico appaiono quasi un limite rispetto a quanto si potrà ammirare.

Blade Runner 2049” ed “Arrival” avevano precedentemente destato il sospetto che la critica si trovasse di fronte a un creativo sui generis. Dune – Parte due traccia definitivamente uno sparti acque e aggiunge un tassello al talento artistico del regista di “La donna che canta“(2010) posizionandolo sul podio tra i migliori autori della sua generazione. Dune – Parte due è un sogno destabilizzante che inquieta, provoca, fa letteralmente paura e riesce nel tentativo forse più arduo: farci credere che la finzione sia estremamente reale e che il futuro scritto da Herbert sia alle porte.

Il mondo torna alle origini. Come nell’antica Magna Grecia, affinchè ogni elemento della galassia desertica e dominata da una sostanza che risveglia il sesto senso, tutto si evolva, c’è bisogno di credere in un futuro migliore. Un avvenire dove la fede dei popoli arcaici e primitivi insieme alle teorie nazionaliste, siano i punti di partenza per una rivoluzione potenzialmente distruttiva.

Siamo ventiquattromila anni avanti nel futuro (26.391 d.C), il tempo scandisce l’inesorabile fine di quello che conosciamo. Provare inquietudine è forse lo scopo principale di questo secondo avvincente capitolo. Denis Villeneuve riesce dunque con apparente semplicità ancora una volta a sorprendere i suoi fan e non solo.

Dune - Parte due
Dune – Parte due

L’inquietudine nascosta dietro gli sguardi cerulei dei suoi personaggi e dalla quale è pervasa l’intera pellicola digitale, diviene il suo tratto distintivo, cosi come la luce, i costumi, la direzione della fotografia e un cast Hollywoodiano all’altezza della sfida da lui decisamente vinta.

Le musiche di Hans Zimmer ci avvolgono in una stretta mortale condensando gli stati d’animo, che oscillano tra stupore e orrore, soprattutto nelle scene delle corse o delle battaglie tra i nuovi gladiatori dell’epopea sci-fii.

La sceneggiatura a cura di Villeneuve stesso e Jon Spaihts (“Prometheus“, 2012, “La Mummia“, 2017, “Doctor Strange“, 2016) scatta una fotografia chiara: c’è un evoluzione interna ed esterna per ogni personaggio, in primis nel protagonista, nel rapporto di attaccamento con la madre, nello sviluppo e maturazione del suo rapporto intimo con Chani e in quello verso l’influenza che ha sulla comunità.

Il capo che fa la differenza tra un popolo e un branco

Imperialismo, fascismo, resistenza, una visione critica e antropologica del concetto di fede, ogni elemento, punto di riflessione teorica e intellettuale, è al suo posto per esasperare di lì a poco l’inevitabile rottura con ciò che lo spettatore accetta di conoscere guidato da un silenzioso occhio di macchina.

Ogni dettaglio è curato nei minimi particolari a tal punto da farci sembrare del tutto naturale l’uso dei sondini neri nelle narici del naso, così come le vesti dei Fremen, oppure le oscure mantelle nere degli Harkonnen. Il design filmico (il production design porta il nome di Patrice Vermette) è il chiaro ‘cavallo di battaglia’ di un lavoro esuberante e meticoloso insieme ad una grafica rivoluzionaria e un sound design che destabilizza fotogramma dopo fotogramma.

In conclusione

Dune – Parte due non passa inosservato e sancisce la visione d’insieme del talento di Villeneuve che del resto come il collega Christopher Nolan predilige la potenzialità dell’immagine rispetto a una trama complessa e talvolta ben scritta. Notevole, cinema ammaliante e magnifico. Da vedere in sala per credere.

Note Positive

  • Regia
  • Sceneggiatura
  • World building cinematografico
  • cast attoriale
  • musiche
  • costumi
  • direzione della fotografia
  • Design

Note negative

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