Gonzo Girl (2023): una danza incerta tra scrittura e decadenza

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Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Patricia Arquette, attrice dalla carriera straordinaria e premio Oscar per Boyhood, fa il suo debutto dietro la macchina da presa con Gonzo Girl, un film ispirato al romanzo omonimo di Cheryl Della Pietra pubblicato nel 2015. Questo viaggio cinematografico ci porta nel caos degli anni ’90, raccontando la storia vera dell’assistente di Hunter S. Thompson che ha vissuto il tumultuoso mondo del giornalista nel 1992. Il film è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 nella sezione Grand Public, e il premio Progressive alla Carriera della diciottesima edizione è stato consegnato proprio a Camila Morrone, che nel film veste i panni dell’assistente.

Trama di Gonzo Girl

Nel caos sfrenato degli anni ’90, tra sogni spezzati e una voglia inestinguibile di libertà, Alley Russo, una giovane barista e aspirante scrittrice, sogna il successo. Alley si trova catapultata nel mondo caotico di Walker Reade, uno dei suoi autori preferiti, noto soprattutto per i suoi eccessi. La sua arte è un riflesso dei suoi demoni interiori, e mentre Ashley accetta il lavoro come sua assistente, scopre ben presto che il prezzo della creatività di Reade è una discesa negli abissi dell’alcol, delle droghe e della notte infinita.

Gonzo Girl recensione
Behind The Scenes di Gonzo Girl (2023)

Recensione di Gonzo Girl

Gonzo Girl è una di quelle classiche operazioni che oscillano tra innovazione e stasi creativa, con Patricia Arquette al timone di un turbolento viaggio tra l’arte della scrittura e la decadenza di un’icona letteraria. L’anno è il 1992, e Walker Reade, interpretato con audacia da Willem Dafoe, si trova sull’orlo dell’abisso, in balia delle sue ossessioni e dell’impasse creativa. In questo caos, emerge la giovane aspirante scrittrice Alley Russo, interpretata con incanto da Camila Morrone. La sua missione è chiara: spingere Walker a completare un nuovo libro, a consegnare le parole entro l’alba, mettendo fine alle sue notti di scrittura travagliata. Saranno in molti ad attendere rivelazioni esclusive sulla vita tumultuosa di Hunter S. Thompson, ma il film decide fin da subito di utilizzare una narrazione di formazione, sebbene non riesca a emergere del tutto in questo aspetto. L’eroica Alley rimane sorprendentemente bidimensionale, mentre le sue motivazioni rimangono oscure. Oltre al suo desiderio di gloria letteraria, c’è una chiara mancanza di profondità che si riflette nel cliché dell’aspirante scrittrice.

Gonzo Girl recensione
Gonzo Girl (2023)

Le citazioni letterarie, tra cui spiccano riferimenti a F. Scott Fitzgerald e Virginia Woolf, appaiono sporadicamente e non vengono mai realmente approfondite. La scrittura stessa è rappresentata da una serie di fastidiosi cliché, con pagine bianche e bicchieri di whisky, lasciando poco spazio all’immaginazione. Uno dei difetti più evidenti del film è l’uso eccessivo del voice over di Alley, che sottrae autenticità all’esperienza di visione. Tuttavia, nonostante queste sfumature problematiche, Willem Dafoe si distingue per una performance appassionata, seppur a tratti eccessiva. Nonostante non sia il primo film a esplorare il rapporto tra uno scrittore di grande fama e i suoi assistenti, Gonzo Girl sembra mescolare falsa adorazione e auto-promozione, senza portare una prospettiva nuova al genere. In definitiva, il debutto di Patricia Arquette come regista si colloca a metà tra altre produzioni simili, senza raggiungere la profondità desiderata. Il film manca dell’ardente realismo che ci si aspetterebbe da un film incentrato sulla figura di Hunter S. Thompson, e a tratti sembra avvolto da una sceneggiatura che potrebbe trovare radici più adeguate in una produzione televisiva.

In conclusione

Gonzo Girl non è sicuramente all’altezza delle aspettative dei fan della letteratura gonzo e dei racconti sulla vita dei grandi scrittori. E quando alla fine del film, le luci in sala si accendono, rimane una sensazione di potenziale non sfruttato. Una delusione evitabile, soprattutto considerando l’evidente talento di Patricia Arquette come regista.

Note Positive

  • Le interpretazioni di Willem Dafoe e Camila Morrone
  • La regia sperimentale di Arquette

Note Negative

  • Sceneggiatura intrisa di cliché
  • Personaggio principale bidimensionale e poco sviluppato
  • Scelte poco funzionali al tipo di operazione biografica del film
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