Il libro delle soluzioni (2023): il cinema libero di Gondry

Locandina de Il libro delle soluzioni

Il libro delle soluzioni

Titolo originale: Le Livre des solutions

Anno: 2023

Nazione: Francia

Genere: Commedia, Drammatico

Durata: 1h 42min

Distribuzione italiana: I Wonder Pictures, Unipol Biografilm Collection

Regia: Michel Gondry

Sceneggiatura: Michel Gondry

Fotografia: Laurent Brunet

Montaggio: Elise Fievet

Musiche: Étienne Charry

Attori: Pierre Niney, Blanche Gardin, Françoise Lebrun, Frankie Wallach, Camille Rutherford, Mourad Boudaoud, Vincent Elbaz, Sting

Trailer de Il libro delle soluzioni

Introduzione sul film e dove vederlo in streaming

Nonostante i lavori incessanti in corti e video musicali, è dal 2015 che Michel Gondry non torna alla cinepresa con un vero e proprio film dopo “Micorobo & Gasoline”. Con una commedia semi-autobiografica in cui il cinema fa da protagonista, il regista richiama le note dei suoi film più celebri e in una cornice intima e realista lascia intuire di essere di fronte a un’opera che parla di se stesso e della scintilla folle che contraddistingue da sempre la sua enorme creatività. 

Presentato all’ultimo festival di Cannes e in anteprima italiana al Biografilm 2023 con plauso di pubblico e critica, Il libro delle soluzioni è una riflessione ironica e intelligente, personale e parzialmente autobiografica, sugli eccessi della creatività e segna il ritorno di Gondry sul grande schermo dopo 8 anni. Realismo, gag e momenti di surrealismo grottesco sono gli ingredienti del film. Dal 1 novembre 2023 al cinema il regista sarà inoltre ospite a Lucca Comics & Games 2023, per tenere la Masterclass “A Lucca con Gondry“, alla scoperta della creatività del Maestro attraverso clip in anteprima dai film Il libro delle soluzioni, Do It Yourself e A letto con Michel Gondry. La Masterclass è a cura dello scrittore Manlio Castagna, dalle ore 14.00 presso il Cinema Astra.

Trama di Il libro delle soluzioni

Mark è un giovane regista che non riesce a vedere il montaggio in corso del suo nuovo film; insoddisfatto della sua opera e impaurito dalla possibilità che questa venga smontata dai produttori e dal suo socio, fugge nella campagna francese dalla zia anziana con la complicità della sua troupe. Qui, tra sbalzi d’umore e paranoie, Mark cercherà di dare libero sfogo alla propria creatività e riscrivere da solo le regole per raggiungere il film perfetto, il cui completamento viene costantemente interrotto da nuove assurde idee.

Pierre Niney in Il libro delle soluzioni
Pierre Niney in Il libro delle soluzioni

Recensione di Il libro delle soluzioni

Nel suo film Michel Gondry porta lo spettatore nel cuore della sua dimensione creativa e come tramite uno specchio mette in scena un racconto semi autobiografico che parla del difficile binomio tra esigenze lavorative e libertà creativa. Mark, il protagonista del film, si potrebbe definire un alter ego del regista, che vive un’idea di creatività altalenante e senza freni alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da creare e portare alla vita. Sulla scia di un’ironia tipicamente francese, che fa ridere di gusto perché cruda e allucinante allo stesso tempo, Il libro delle soluzioni riesce a essere un film che funziona sotto tanti punti di vista.

L’atmosfera semplice ma familiare della casa in campagna, che fa da ambientazione principale del racconto, permette di far emergere tutta la follia creativa perché si presta a essere un luogo che viene modellato quasi come un palcoscenico teatrale, pur mantenendo quel senso di naturalezza e vicinanza che accomuna i personaggi principali del racconto. Attorno a Mark si muovono infatti figure apparentemente secondarie, “usate” dal protagonista al solo scopo di essere utili a raggiungere i suoi obiettivi: nella realtà sono proprio loro a non far perdere il filo del racconto, continuando a lavorare al film là dove Mark stesso non riesce a dedicarsi e riuscendo allo stesso tempo ad aiutarlo e sostenerlo nelle sue idee folli, nate di notte e all’ultimo momento, dimostrando un affetto genuino nei suoi confronti che si dimostra reciproco, ma che il protagonista non riesce a dimostrare allo stesso modo.

Frame da Il libro delle soluzioni
Frame da Il libro delle soluzioni

Così come Charlotte e Sylvia sperano di trovare un modo per continuare e finire il film, allo stesso modo lo spettatore viene inserito in una narrazione che sembra non seguire alcuna logica, in un movimento che rappresenta una continua danza che prima va avanti e poi, subito dopo, retrocede, senza capire come e quando si arriverà alla fine. E’ una rappresentazione utopica della libertà completa del regista, il sogno di Gondry di dimostrare che quella forma di creatività se lasciata agire può creare qualcosa di fantastico. 

E nel film lo dimostra in una delle scene più significative: dopo aver convocato un’intera orchestra per la colonna sonora del suo film, Mark si presenta senza uno spartito e mette in campo un momento di pura improvvisazione dove, attraverso gesti del corpo e mormorii sommessi, riesce ad entrare in sintonia con l’orchestra e creare da zero una sinfonia che funziona fin dalle prime note musicali. 

L’andamento altalenante del film e l’ironia delle battute e momenti di scambio tra i personaggi fanno da motore portante del racconto, ma rappresentano anche uno stratagemma per parlare di temi più profondi ed intimi del protagonista: la malattia mentale, che viene prima rifiutata in nome di una creativa non più oscurata dai medicinali, e poi accettata con le conseguenze anche dolorose che porta con sé; il difficile rapporto tra creatore ed opera, un binomio che spesso non trova soluzioni o vie di fuga; l’importanza dei rapporti umani, apparentemente rifiutati da Mark che risultano poi essere il suo vero punto di forza e motore per superare il grande blocco che sta vivendo. 

Frame da Il libro delle soluzioni
Frame da Il libro delle soluzioni

In conclusione

Il libro delle soluzioni riesce così a diventare quel film documentario che lo stesso Gondry voleva realizzare per se stesso, un modo per far vedere allo spettatore cosa accade dietro al processo creativo che porta a realizzare un film: come in un racconto di metateatro, il film rappresenta l’opera compiuta che si mostra dietro le quinte della sua realizzazione. In Mark si riconosce lo stesso Gondry, che con continue riprese documenta la sua esperienza di regista e il processo creativo che spesso lo salva e in altri caso diventa la sua condanna.

Un’opera divertente e schizofrenica, il riflesso migliore di un artista irriverente, che regala allo spettatore momenti di pura ilarità con altri di riflessione e delicatezza. Nella sua casa di campagna Gondry riesce a racchiudere tanto del suo mondo e del proprio modo di intendere il cinema. 

Note Positive:

  • Metateatro coinvolgente: Il film si presenta come un racconto di metateatro, con Gondry che si mostra apertamente e senza riserve, creando un legame empatico con il pubblico.
  • Emozioni: Il film oscilla abilmente tra momenti di pura ilarità e riflessione, offrendo una gamma diversificata di emozioni agli spettatori.
  • Delicatezza e riflessione: Nonostante l’umorismo e l’ilarità, il film contiene momenti di delicata riflessione, mostrando il lato più profondo e intimo di Gondry come artista.

Note Negative:

  • Schizofrenia narrativa: L’approccio schizofrenico alla narrazione potrebbe risultare confuso per alcuni spettatori, poiché il film oscilla tra toni diversi senza una transizione chiara.

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