Hellbound – Prima stagione (2021): andrai all’inferno

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hellbound locandina

Hellbound

Titolo originale: Hell

Anno: 2021

Paese: Corea Del Sud

Genere: Horror

Casa di Produzione: Climax Studio

Distribuzione: Netflix

Ideatore: Yeon Sang-Ho

Stagione: 1

Puntate: 6

Regia: Yeon Sang-Ho

Sceneggiatura: Yeon Sang-Ho, Kyu-Seok Choi

Fotografia: Bong-sun Byun

Montaggio: Meeyeon Han, Jinmo Yang

Musica: Dong-wook Kim

Attori: Yoo Ah-in, Kim Hyun-joo, Jeong Min Park, Chase Yi, Jin-ah Won, Ik-joon Yang, Ryu Kyung-Soo, Do-yoon Kim, Re Lee, Shin-rok Kim

Trailer subita di Hellbound

Dall’autore di Train to Busan, Yeon Sang-ho, prende vita la serie sudcoreana Hellbound, basata sul webtoon The Hell, scritto dal medesimo cineasta e disegnato dal fumettista Choi Gyu-seok che ci trascina entro una storia soprannaturale tra il senso di divino e di assenza di ordine spirituale e razionale. Presentata in anteprima al Toronto International Film Festival 2021, all’interno del programma Primetime il 9 settembre 2021, viene rilasciata globalmente il 19 Novembre sulla piattaforma on demand Netflix.

Trama di Hellbound

A Seul, e nell’intera Sud Corea, avvengono delle misteriose manifestazioni ultraterrene, dove dei mostri (o forse angeli) pongono una terribile e spaventosa profezia e condanna, dichiarando ad alcuni malcapitati il giorno in cui saranno uccisi e condotti nel luogo della dannazione eterna, ricordandogli che l’inferno li sta aspettando.

Compare un angelo e fa la profezia. Per prima cosa l’angelo fa il nome della persona. Poi le dice che quando morirà e che è condannata all’inferno. Quando giunge il momento, gli esecutori dell’Inferno compiono la profezia.

Hellbound

In questo nuovo clima enigmatico ecco che fuoriesce la voce risoluta di Jeong Jin-soo, leader della nascente organizzazione religiosa Nuova Verità, una setta che pone le basi su un concetto semplice: coloro che peccano e che non seguono la retta via proferita da Dio, saranno condotti entro le fiamme infernali. Per non fare questa fine si deve evitare il peccato riscoprendo il nostro creatore e le sue leggi terrene. Accanto a questo movimento religioso, prende forma la Punta Freccia, un gruppo di seguaci estremisti, che assume il ruolo di controllore di tutti coloro che si oppongono alla volontà divina e che rifiutano la lettura “sacrale”, riguardante le entità mostruose, donata dalla Nuova Verità. Tra i ferventi oppositori c’è la polizia con il detective Jin Kyung-Hoon, colui che si ritrova invischiato in un caso di omicidio connesso (e causato) da queste entità sovrannaturali, e l’avvocatessa Min Hye-jin, colei che decide di sfidare il presidente Jeong nel credo che l’interpretazione della Nuova Verità non sia quella giusta, tanto da mettere perfino in dubbio l’esistenza stessa delle oscure creature.

Recensione di Hellbound

Hellbound ci parla della natura umana, del concetto di costrutto sociale connesso al credo, alla necessità di un elemento narrativo – simbolico – interpretativo per dare un significato a ciò che ci circonda, e se non siamo in grado di raggiungerlo attraverso la scienza e la dialettica della ragione ecco che entra in campo la mitologia, il senso di astratto e di divinismo, elementi su cui tutte le religioni sono impiantante, da quelle politeiste a quelle monoteiste, le quali ricercano di mettere una logica spirituale onnisciente a tutto ciò che non la possiede. Non a caso tutti i credi mai esistiti nascono con uno scopo ben preciso: dare una risposta, e un senso, al mistero della morte, il quale non viene inteso come fine di tutto ma come un nuovo inizio trascendentale. La religione cattolica ha creato una sua rappresentazione dettagliata del mondo ultraterreno che è distinto in tre “terreni”: inferno, purgatorio e paradiso. Sarà Dio a stabilire, in base al nostro vissuto, se noi siamo meritevoli di andare nell’Eden oppure se saremmo costretti a subire eternamente le pene delle fiamme. Questa concezione di aldilà, che influisce in maniera inconscia sul mondo terreste, non si basa però su un ragionamento logico e razionale ma su un senso spirituale e di credo irrazionale ed emozionale, che serve a non far sprofondare l’umanità nel caos più totale, perché cosa succederebbe se tutti accettassimo la consapevolezza scientifica che la morte è la fine di tutto e del nostro io? Che cosa accadrebbe se accettassimo che la nostra vita è priva di senso?

Probabilmente creeremo il caos mondiale e le stesse strutture sociali crollerebbero, dato che le nostre sofferenze e i nostri impulsi interiori, quelli a cui non diamo nutrimento ma che teniamo nascosti, verrebbero a galla, trovando il via libera nella consapevolezza che niente al di fuori di questa dimensione esiste, e se non c’è speranza in un futuro oltre la vita perché non darci ai vizzi e ai peccati? Emozioni che non conducono a niente di buono ma solo al caos.

La serie di Yeon Sang-ho ci parla di questo bisogno di credo insito nella natura umana, della necessità di dare un senso a tutto perché se qualcosa non trova il suo giusto pezzo all’interno del puzzle cosmico ecco che la struttura sociale esistente crollerebbe e l’umanità perderebbe l’ultima fiamma di speranza. Dunque che cosa accadrebbe se sulla Terra comparissero delle creature mostruose, che per giunta condannano all’inferno? Verrebbero etichettate e interpretate come un evento biblico e dunque nel segno più strettamente religioso, in cui chiunque viene ucciso diviene un peccatore e dunque meritevole di morte, creando così una società nel segno di un credo divino. Ma se questi non uccidessero solo i peccatori? L’umanità accetterebbe il caos o sprofonderebbe al suo interno? Oppure l’essere umano ricercherebbe una nuova interpretazione illogica a lei più consona?

Hellbound non ha un vero protagonista se non l’ideologia e la società umana, che viene rappresentata in tutta la sua complessità narrativa, mostrando la necessità dell’essere umano di donare un’interpretazione alla realtà esterna. Non a caso la narrazione inizia in un periodo di scetticismo e di dubbio generale quando la Nuova Verità sta incominciando a fondare il suo impero, aumentando il suo numero di credenti. Le prime frasi della serie sono sul dubbio, sentimento su cui l’intero arco narrativo andrà a basarci.

Sembra un tipo normalissimo ma perché dice cose senza senso? Per caso qualcuno crede a queste stronzate?

Molte persone ci credono. Su YouTube ha molti video che lo dimostrano

Ma dai. I truffatori come lui sfruttano la gente per colpa d’idioti come te. Non prenderlo troppo sul serio, ok? Non dirmi che ti hanno già indottrinata. È tutta computer grafica

Hellbound

Ma proprio durante questo dialogo ecco che i tre “angeli” fanno la comparsa in un bar al fine di uccidere un uomo, che tenta di scappare tra le macchine di una strada trafficata, mostrando a un’immensa platea un evento surreale: tre giganteschi orchi grigi catturano e picchiano un uomo fino ad abbrustolirlo con una fiamma infernale lasciando, come tracce della sua morte, solo uno scheletro malmesso e ustionato. Lo spettatore, fin dal principio, ammette la presenza di questi mostri e incomincia a interessarci subito alla vicenda narrata, ritrovandosi entro la psiche del poliziotto che dovrà indagare sul crimine: ma chi deve arrestare? Un assassino? Dio in persona? Le prime tre puntate, girate con estrema maestria, sono orientate a confermare se questi mostri esistono realmente oppure no, il tutto elevando come protagonista il leader del movimento Nuova Verità, un’avvocata e l’agente della polizia Yang Ik-june, colui che ha un passato segnato da un profondo lutto e che ha perso ogni credo sia nella fede sia nella legge. Ciò che l’uomo scoprirà alla fine, durante il suo investigare, lo condurrà a una verità scomoda che parla dell’uomo e della paura dell’ignoto. Yang Ik-june, cosà farà?  E voi cosa farete?

Per mostrare le personalità di questi tre personaggi viene creato un poliziesco a tinte horror, dove si alternano con saggezza momenti di quiete e tranquillità con istanti di pura tensione e pathos, elevato ai massimi livelli tra la fine della seconda puntata e la terza, probabilmente quella di maggior fattura.  Le successive tre puntate (delle sei che completano questa prima stagione) si sviluppano ben quattro anni dopo gli eventi narrati proiettando lo spettatore entro un nuovo mondo segnato da un’istituzione religiosa e da una perdita di libero arbitrio, perché come si fa a vivere in un mondo in cui si ha paura di peccare? Non è forse meglio non agire o scegliere? In questa tranche di puntante troviamo come protagonista un montatore e regista di spot pubblicitari che si trova coinvolto dentro i piani della rivoluzione dopo aver avuto una tragedia familiare.

La serie Hellbound mostra un’umanità alla deriva, attraverso sei puntate girate registicamente con estrema maestria e che si poggiano su una fotografia, a tinte spente e grigie, che eleva la storia, il tutto impreziosito da un ottimo lavoro di scenografia e dà delle buonissime prove attoriali, su cui spicca Kim Hyun-joo, la vera e propria protagonista della vicenda, che veste i panni di una donna forte e combattiva come Min Hye-jin, l’ultima che potrà dar vita a una profonda rivoluzione.

Il finale della serie è sconvolgente e potente e noi, non possiamo che attendere con ansia la seconda stagione nel segno che la Corea Del Sud è la vera protagonista mondiale del cinema, possedendo nell’XXI secolo dei grandi registi e attori nel panorama cinematografico, ma soprattutto degli ottimi sceneggiatori in grado di portare sullo schermo storie attuali e originali, con tematiche dure e sporche, che il cinema perbenista americano non possiede più da svariato tempo.

Note positive

  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Montaggio ed effetti speciali
  • Attori
  • Tematica trattata

Note negative

  • Lo spettatore non mette mai indubbio l’esistenza di questa mostri.
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