Horse Boy – L’amore di un padre (2009). Ippoterapia per mio figlio

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Locandina di Horse Boy - L'amore di un padre (2009)

Horse Boy – L’amore di un padre

Titolo originale: The Horse Boy

Anno: 2009 (2014 distribuzione italiana)

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Documentario

Casa di Produzione: The Film Sales Company

Distribuzione italiana: Feltrinelli Real Cinema

Durata: 1h 33min

Regia: Michel Orion Scott

Sceneggiatura: –

Fotografia: Michel Orion Scott

Montaggio: Rita K. Sanders

Musica: Kim Carroll, Lili Haydn

Attori: Rupert Isaacson, Kristin Neff, Rowan Isaacson, Kendal Stewart, Temple Grandin, Dale Rudin, Simon Baron-Cohen, Roy Richard Grinke

Trailer di Horse Boy – L’amore di un padre

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Basato sul romanzo biografico “Horse boy. Il viaggio di un padre per guarire suo figlio” prodotto dallo stesso Rupert Isaacson e diretto da Michel Orion Scott, il documentario, conosciuto anche con il titolo Horse Boy: Viaggio nella terra degli sciamani, segue la traversata a cavallo della famiglia dalla Mongolia alla Siberia, tra paesaggi emozionanti, misteriosi sciamani e cure locali. È stato apprezzato in festival come l’International Documentary Film Festival di Amsterdam e il Sundance Film Festival 2009. E soprattutto è una storia vera. Che parla di una condizione vera, vissuta veramente da molte famiglie.

Trama di Horse Boy – L’amore di un padre

Quando all’età di due anni a Rowan venne diagnosticato l’autismo, Rupert Isaacson, scrittore ed ex allenatore di cavalli e sua moglie Kristin Neff, professoressa di psicologia, cercarono la miglior cura possibile per il loro bambino – ma le terapie mediche tradizionali ebbero scarso effetto. Scoprirono poi che il figlio aveva una profonda affinità con gli animali, in particolare i cavalli, così la famiglia partì alla ricerca di qualcosa che avrebbe cambiato la loro vita per sempre. Questo è il racconto di una “cura” cercata nel rapporto con gli animali e con la natura, fino in capo al mondo, tra le steppe dell’Asia.

Fotogramma di Horse Boy - L'amore di un padre (2009)
Fotogramma di Horse Boy – L’amore di un padre (2009)

Recensione di Horse Boy – L’amore di un padre

Secondo il Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, il disturbo dello spettro dell’autismo rientra tra quelli del neurosviluppo. Una persona con questo tipo di disturbo vive un mondo suo, spesso non condiviso. Speciale e particolare, vi si può entrare solo in punta di piedi. Consci e consapevoli del fatto che ogni minimo suono, luce, immagine, profumo e consistenza potrebbero assumere un significato diverso. E scatenare quindi reazioni diverse dalle nostre. In moltissimi casi è stato riconosciuto che il rapporto con gli animali, in particolar modo con il cavallo, può contribuire a creare un legame, un contatto e soprattutto può creare benessere.

Queste sono le giuste premesse prima di iniziare a parlare del documentario, un documentario iper realistico, senza romanzare la trama che ne arricchisce la storia. La pellicola in questione svolge al meglio il suo compito, quello di raccontare la storia di una famiglia, che fa di tutto per aiutare il proprio figlio ad avere un contatto col mondo. Veramente ottimale l’idea di rappresentare tutti gli aspetti della vita della famiglia senza dover inventare nulla, il documentario vuole sensibilizzare e soprattutto farci capire come anche chi soffre di autismo può essere aiutato e può trovare uno stato di benessere. La prima cosa che colpisce di Horse Boy è la dedizione documentaristica e l’occhio spietato e realistico con il quale i genitori hanno concesso di riprendere le crisi e la malattia del figlio. Non c’è niente di edulcorato o censurato e l’impressione è che si volesse rendere senza sconti lo sfinimento umano cui un figlio autistico a questo livello può portare dei genitori. Scelta significativa perchè aiuta a comprendere come sia stato possibile decidere di intraprendere un simile e impegnativo viaggio, si parla di giorni interi a cavallo e settimane in tenda con un bambino che urla di continuo e ha diversi problemi fisici, dove viene misurata la caparbietà degli esseri umani in campo, i loro sentimenti, la forza della loro determinazione per poter aiutare il proprio figlio. Molto buona la regia, che sì, non offre chissà quali guizzi tecnici, ma fa il suo dovere al meglio, rappresentando una storia vera senza filtri. Tra una sequenza e l’altra vengono inserite poi diverse interviste, sia dei genitori del piccolo Rowan, che di dottori e studiosi esperti nel campo delle malattie neurologiche e in particolare di autismo. Interviste molto interessanti che servono appunto ad argomentare il percorso fatto dal giovane Rowan, e soprattutto volte a far comprendere come l’ippoterapia debba essere considerata una vera e propria cura, riconosciuta anche a livello medico-scientifico. Forse a lungo andare, queste interviste risultano leggermente pesanti, perchè vanno a smorzare quella che è la narrazione vera e propria, rompendo un po’ il ritmo del documentario. Nonostante questo, il docu-film si presenta come una piccola perla, soprattutto per un argomento così delicato e così poco conosciuto. La visione è consigliata a tutti, non solo a chi vive di persona questo problema, e il consiglio è quello di riflettere maggiormente su quelle che possono essere delle terapie veramente utili, specie se comprendono un interazione tra bambino e animale. Il documentario offre poi diversi momenti dove si possono provare diverse sensazioni, dall’angoscia alla gioia, e qualche lacrima può scendere. Se l’obiettivo è quello di toccare le corde dei nostri cuori e sensibilizzarci…missione compiuta!

Fotogramma di Horse Boy - L'amore di un padre (2009)
Fotogramma di Horse Boy – L’amore di un padre (2009)

In conclusione

Oggi esistono alcune associazioni che si dedicano alla cura attraverso l’ippoterapia di bambini con problemi neurologici. Ma su questa condizione si sa ancora pochissimo. Motivo per cui è bene che ognuno di noi si documenti al riguardo, e possa contribuire per far sì che queste tipologie di terapie possano essere sfruttate al meglio, e possano essere usate per tutti coloro, che a causa dell’autismo, faticano a trovare un loro posto nel mondo.

Note positive

  • Realismo dei fatti narrati.
  • Regia semplice, ma di qualità.
  • Storia toccante.

Note negative

  • In alcuni punti la presenza delle interviste rovina e smorza la storia.

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