White Men Can’t Jump (2023). Rivisitazione dell’iconico film del 1992

White Men Can’t Jump

Titolo originale: White Men Can’t Jump

Anno: 2023

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Commedia

Casa di produzione: 20th Century Studios, Khalabo Ink Society, Mortal Media

Distribuzione italiana: Disney+

Durata: 1h e 40m

Regia: Calmatic

Sceneggiatura: Kenya Barris, Doug Hall

Fotografia: Tommy Maddox-Upshaw

Montaggio: Jonathan Schwartz

Musiche: Marcelo Zarvos

Attori: Teyana Taylor, Laura Harrier, Vince Staples, Myles Bullock, Lance Reddick, Jack Harlow, Sinqua Walls, Zak Steiner, J. Alphonse Nicholson, Aiden Shute, Bentley Green

Trailer di White Men Can’t Jump

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Diretto dal cineasta di Los Angeles Calmatic, noto per la realizzazione di video musicali e di spot pubblicitari, White Men Can’t Jump è la rivisitazione, in chiave 2023, della commedia sportiva Chi non salta bianco è del 1992 per la regia di Ron Shelton, con Wesley Snipes e Woody Harrelson. La versione del 2023 è interpretata da Sinqua Walls (Nanny, 2022; La vita dopo i figli, 2019),  Jack Harlow, superstar del rap multiplatino al suo debutto cinematografico. Insieme a loro troviamo, nei ruoli secondari: Teyana Taylor, Laura Harrier, Vince Staples, Myles Bullock e Lance Reddick, alla sua ultima apparizione prima della morte. Il film è scritto da Kenya Barris e Doug Hall. White Men Can’t Jump è pr odotto da Kenya Barris e Paul Hall; i produttori esecutivi sono Blake Griffin, Ryan Kalil, Noah Weinstein, Calmatic, Doug Hall, E. Brian Dobbins e James Powers. La commedia sportiva arriva dal 19 maggio 2023 in esclusiva su Star all’interno di Disney+ in Italia, su Hulu negli Stati Uniti e su Star+ in America Latina. 

Trama di White Men Can’t Jump

Kamai e Jeremy, in gioventù, erano considerati degli ottimi giocatori di pallacanestro e il loro futuro si prospettava assolutamente roseo, dove la speranza di giocare nell’NBA era più che un mero sogno. Le cose però, improvvisamente, hanno preso una piega diversa e distruttiva per i due ragazzi. Kamai, a causa della malattia del padre, il suo mentore e allenatore, non è più riuscito a esprimersi, come in allenamento, durante le gare competitive, anche a causa del suo brutto carattere, violento e autodistruttivo. Jeremy, invece, è stato vittima di un brutto infortunio alle gambe, evento che lo ha tagliato fuori dal suo sogno: quello di diventare un giocatore professionista. I due uomini, ormai trentenni, sono alle prese con la dura realtà della vita, invischiati in lavori che non gli appartengono, si trovano a lottare con pressioni finanziarie e gravi lotte interne. I due giocatori, del passato, s’incontrano per caso in una palestra liceale e, dopo una iniziale diatriba, stringeranno un alleanza in nome dei soldi. Parteciperanno a un torneo di basket per vincere il premio in palio, ben 25.000 dollari, ma, per iscriversi, dovranno trovare i soldi per pagare la quota d’iscrizione. I due uomini, egocentrici e feriti, riusciranno a sopportarsi e ad andare d’accordo, per una causa comune?

Recensione di White Men Can’t Jump

Calmatic crea una storia di buoni sentimenti, di buoni valori morali, che ci vengono narrati attraverso la caduta e la risalita di Kami e Jeremy, due uomini che sulla soglia dei trentanni non sanno cosa diventare e fare da grandi, soprattutto Jeremy, un uomo bianco che mostra al mondo una maschera piena di felicità e di entusiasmo, nascondendo invece il suo vero volto: quello di uomo distrutto, che ha paura del futuro, bloccato dentro una prigione interiore, costruita da quel sogno che lui intende perseguire a tutti costi, nonostante sia, ormai, impossibile da realizzare a causa delle sue condizione fisiche piuttosto precarie. Kami, contrariamente a Jeremy, ha messo su una famiglia, ha una moglie e un figlio, ma vive sempre dentro un profondo senso di smarrimento e di tristezza. Il lavoro che sta facendo non lo soddisfa minimamente e non riesce ad accettare il suo presente e il suo fallimento come atleta. Lui non è stato bloccato da degli infortuni ma la sua carriera è terminata a causa sua, della sua irascibilità e della sua rabbia, che lo hanno estromesso del tutto dal mondo della competizione sportiva. Kami, a differenza di Jeremy, è imprigionato dentro dei problemi interiori, connessi all’assenza della madre e dalla condizione medica di suo padre, la sua roccia, il suo allenatore, l’uomo che gli ha fatto amare quello sporto. Il reboot di White Men Can’t Jump cerca di indagare i problemi di questi due uomini frustrati, che sono dinanzi a un bivio: rimanere aggrappati al passato o accettarlo e rivolgere lo sguardo al futuro, anche se potrebbe essere non esaltante come lo si sarebbe aspettato? In special modo Jeremy si trova dinanzi a un momento fondamentale per la sua vita, a causa della propria fidanzata Tatiana che non è più in grado di sopportare un eterno Peter Pan. Jeremy dovrà decidere se abbracciare una vita fatta di lavoro e di guadagno economico insieme alla sua compagnia Tatiana, oppure se continuare a prendere pasticche, fumare e sperare nelle cellule staminali per poter continuare a sognare e guarire fisicamente. La sua malattia però non è solo quella fisica, ma anche quella spiritica, non a caso lo vediamo, spesso e volentieri, compiere atti di meditazione, per trovare una sua calma interiore. La pellicola riesce bene nel descriversi i due protagonisti, creando anche delle interessanti dinamiche tra i due che ci permettono di empatizzare con i due uomini, molto diversi l’uno dall’altro ma allo stesso tempo così simili. L’incontro, l’uno con l’altro, non sarà solo un ruolo importante per il raggiungimento dei loro obiettivi, ma risulterà fondamentale per permettergli di sbattere la faccia nella realtà dei fatti, quella che hanno evitato per lungo tempo. Indubbiamente la storia poteva osare maggiormente nella narrazione dei due personaggi, soprattutto nel lato più drammatico, che ci viene raccontato sempre con quel mood da videoclip che non si adatta benissimo a tutta la pellicola, risultano però funzionale nella narrazione delle partite di streetball, che ci permettono di entrare in contatto con una Los Angels nera e periferica, molto lontana dal glamour e dall’iconografia classica. Le location sanno di strada, di cemento, di periferia, vediamo in lontananza i giganteschi palazzi di Los Angeles senza toccarli ed entrarci, rimanendo invischiati dentro i campetti di gioco dello stretball americano, fatto di razzismo nei confronti dei bianchi, visti come persone che non sanno giocare a quello sport. Gli incontri vengono ottimamente realizzati, sia registicamente sia a livello di montaggio e fotografia sia a livello di musica, con una soundtrack street che ci permette di entrare in contatto con quelle realtà, ruvide e violente. 

In conclusione

Il lungometraggio però non vive di una grande profondità tematica, ricadendo, in maniera a tratti ripetitiva entro il rapporto di amicizia e di sostegno tra i due protagonisti, relegandosi una storia di piacevole visione ma che alla fine poteva approfondire maggiormente alcune tematica. Alla fine però non possiamo farne una vera critica per queste mancanze, poiché questa pellicola doveva essere ciò, un film per tutta la famiglia, carino ma senza possedere quel approfondimento narrativo drammatico, che donasse maggior spessore alla vicenda. Se la pellicola viene letta in questo modo, la commedia americana del 2023 funziona più che bene, risultando un discreto film (senza grandi pregi) da vedere in televisione con tutta la famiglia, anche grazie a delle valide interpretazioni del cast.