I profumi di Madame Walberg (2019): quando gli opposti diventano la miglior fragranza

“I profumi di Madame Walberg”, il secondo lungometraggio del francese Grégory Magne che usa il mondo dei profumieri per parlare di amicizia e solitudine
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Trailer del film I profumi di Madame Walberg

I profumi di Madame Walberg è il secondo lungometraggio del regista e sceneggiatore francese Grégory Magne, dopo il suo esordio nel cinema con L’Air de rien nel 2012.

Esperto nei racconti per la televisione, Magne sceglie di nuovo il grande schermo per portare una storia originale ispirata al mestiere dei profumieri, ma soprattutto al rapporto di questi professionisti con il mondo e con le altre persone, fatto che attirava molto la sua attenzione.

Questo film francese, che ha avuto la sua premiere al Saint-Jean-de-Luz International Film Festival, arriverà nelle sale italiane il 10 giugno 2021.

“Ero circondato da una folla di persone e un profumo familiare ha catturato la mia attenzione. Il mio primo istinto è stato cercare la persona che lo indossava. Mi è venuto da chiedermi come potesse essere la vita di una persona con il senso dell’olfatto sviluppato rispetto a quello di una persona normale e come questa abilità potesse influenzare le sue relazioni sociali, le sue emozioni o il suo carattere. Tutto questo mi ha portato alla creazione di un personaggio e di una sfida per la scrittura e per la regia: catturare gli odori sullo schermo. È così che è nata Anne Walberg.”

Grégory Magne, regista de I profumi di Madame Walberg

Trama de I profumi di Madame Walberg

Anne Walberg (Emmanuelle Devos) è la più fine creatrice di profumi, responsabile di alcune fragranze iconiche come J’Adore di Christian Dior. È una maga, a tratti, capace di fare di ogni odore una “nota”, e di ritrovarla poi tra mille e più.

Benché impeccabile nel proprio lavoro, Anne non è mai riuscita a sviluppare nel privato la stessa meticolosità che il professionale le ha dato modo di trovare. Finché la sua vita non si intreccia con quella di Guillaume Favre (Grégory Montel), il suo autista.

Recensione de I profumi di Madame Walberg

Il cineasta francese Grégory Magne scommette per la seconda volta sulla commedia (dopo il suo esordio con L’Air de rien nel 2012) per portare sul grande schermo una storia che parte da una sua curiosità personale: come interagiscono i profumieri con il resto del mondo visto il loro sviluppatissimo senso dell’olfatto?

Da questa premessa nasce I profumi di Madame Wallberg che conta con l’interpretazione di una delle più acclamate attrici della Francia Emmanuelle Devos (come Anne Walberg), ma anche con quella di Grégory Montel (come Guillaume Favre), attore reso noto grazie alla serie tv di Netflix, Chiami il mio agente.

Tanto Emmanuelle Devos (Dove non ho mai abitato, Il re e la regina, Sulle mie labbra) come Grégory Montel (Les Chiens Aboient, L’ultima ora, La soif de vivre) danno vita a due protagonisti che si evolvono insieme, i cui conflitti personali si intrecciano per creare una storia piena di momenti di comicità tipica francese, ma che riporta soprattutto un dramma raccontato in maniera molto sottile.

Da una parte, c’è Anne Walberg, una donna di carattere forte, solitaria, introversa, poco empatica, alquanto diva, prigioniera di se stessa. Nonostante sia una brava profumiera, creatrice di armoniche sinfonie di note olfattive, non è in grado di bilanciare la sua vita personale con quella professionale al punto che dipende da altre persone (come la sua agente Jeanne e come Guillaume) per entrare veramente in contatto con il resto del mondo. Anne, un “naso” acuto, è una che giudica e interagisce con gli altri solo attraverso gli odori.

Da l’altra parte, si trova Guillaume Favre, l’opposto assoluto di Anne. Lui ha bisogno di lavorare per guadagnare abbastanza e poter permettersi un appartamento più grande dal monolocale in cui abita. Tutto questo per poter riuscire ad avere la tutela legale della figlia Léa e rafforzare il loro rapporto.

Spontaneo, estroverso, un po’ maldestro e deciso, Guillaume diventa l’autista di Anne, ma anche l’unico a non aver paura di tenerle testa dinanzi alla sua rigidità e dispotismo. Sono queste le caratteristiche che fanno incuriosire Anne e che le impediscono di tenerlo lontanoda lei.

I profumi di Madame Walberg è, quindi, il racconto di un rapporto tra due opposti, che si scontrano e si rappacificano trovando nelle loro differenze una ricchezza e una crescita personale, un mix perfetto tra due essenze diverse giusto come i migliori profumi che esistono.

Questa “contaminazione” tra i due serve per trattare la solitudine in cui tante volte ci troviamo nella vita, ma anche per riflettere sulle relazioni umane che poi diventano delle buone amicizie. Il successo, i rapporti padre – figli, il valore delle esperienze e le paure sulla realtà e le proprie capacità sono altri temi che fioriscono in questo delicato film.

“Non siamo solo odori. Lo sa questo, no?”

Guillaume (Grégory Montel) cit. I profumi di Madame Walberg

Leggerezza con profondità

Sono contate le produzioni audiovisive che fino ad ora hanno preso come base il mondo dei profumieri, gli aromi e le fragranze. Tra queste non si può non nominare l’agghiacciante Profumo – Storia di un assassino (2006) del tedesco Tom Tykwer, un film tra crime e dramma che usa questa tematica per parlare di ambizione e ossessione sfrenata e mortale, il cui protagonista Jean-Baptiste Grenouille ha un naso assolutamente sensibile agli odori, tanto come quello di Anne.

La grande differenza è che la protagonista de I profumi di Madame Walberg è una profumiera che sì, pure lei lotta un po’ con il suo ego perché godeva di grande successo per lavori con marchi famosi come Dior, ma la cui “fissazione” con gli odori si limita al come interagisce con gli altri e con se stessa e la sua vita.

L’aspetto più apprezzabile del film e sicuramente la parte innovativa dello stesso, è l’accurata rappresentazione della professione dei profumieri e il come Grégory Magne è riuscito a portare sullo schermo uno dei sensi più difficili da trattare attraverso le immagini: l’olfatto. In questo senso, il film è un’altra prova del potere del racconto visivo, la forza di saper narrare con il linguaggio per eccellenza del cinema: le immagini.

Questo avviene grazie alla regia di Magne che ha abbastanza cura dei gesti e delle espressioni degli attori, ma anche della sua scrittura che struttura dialoghi giusti capaci di trasmettere una descrizione precisa degli aromi di cui si parla. In questo ha pure molto a che fare il fatto della consulenza di esperti del settore in cui il cineasta francese e Emmanuelle Devos si sono appoggiati, come Jean Jacques, profumiere della Maison di profumi Caron e Christine Nagel, uno dei “nasi” più importanti al momento in Francia che ha creato profumi per Hermés, Lancôme, Dior e Guerlain.

Dovuto a questo lavoro più che ottimo, lo spettatore (così come Guillaume nel film) è in grado d’immaginare e sentire gli aromi che percepisce e crea Anne, scoprendo nuovi mondi, viaggiando attraverso i ricordi della vita e apprezzando i piccoli dettagli, quelli che contano e che costituiscono l’essenza dei rapporti umani.

Nonostante il suo ritmo che può risultare lento per la semplicità narrativa del racconto e le mancanze della sceneggiatura (come un background più solido dei personaggi), il film compie con il suo scopo di offrire quasi due ore di sano e rilassante intrattenimento, che lo rendono adatto per quando si ha la voglia di un lungometraggio leggero ma non per questo “sciocco”.

Oltre alla bellezza della fotografia che regala delle cartoline della campagna francese, accompagnate da una musica coinvolgente che dà un tocco speciale, ciò che rende il film interessante e meritevole è che non va mai sullo “scontato” rapporto romantico tra uomo e donna né sfiora manco un secondo i rapporti di classi sociali, evitando così dei cliché in cui sarebbe stato molto facile cadere.

I profumi di Madame Walberg è la giusta dose di commedia e dramma, un film che sceglie la via della semplicità e la nitidezza per parlare di una storia non molto lontana dalla realtà e che fa riflettere sulla vita stessa, presentandosi come una versione cinematografica di una fragranza deliziosa e delicata, ideale per usarla ogni giorno, soprattutto in quelli in cui uno ha più bisogno di tirarsi su.

“Dopo aver recitato in questo film, in parte girato in Alsazia che ho scoperto e che ho tanto apprezzato, ho iniziato a prestare molta più attenzione a quello che “annuso”: lì un po’ di pino, là un po’ di muschio o di terra…”

Emmanuelle Devos (Anne Walberg in I profumi di Madame Walberg)

NOTE POSITIVE

● L’idea e il suo sviluppo nella sceneggiatura. Informazioni e dettagli accurati sul mestiere dei profumieri.

● Interpretazioni, specialmente quella di Grégory Montel.

● Musica coinvolgente.

NOTE NEGATIVE

● Il suo ritmo potrebbe sembrare lento e piatto dovuto alla mancanza di snodi narrativi di impatto, ciò che rende il racconto poco movimentato.

● Mancanza di un background chiaro e sostanzioso sui personaggi.

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Adelina Dragotta Guerrieri
Adelina Dragotta Guerrieri

Giornalista, filmmaker, video editor e sceneggiatrice. Laureata in Scienze della Comunicazione; Master in Sceneggiatura e Produzione Cinematografica e Televisiva. Da sempre appassionata dello storytelling audiovisivo.

Articoli: 48

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