Il buono, il brutto, il cattivo: lo spaghetti western per eccellenza

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Il buono, il brutto, il cattivo

Titolo originale: Il buono, il brutto, il cattivo

Anno: 1966

Paese: Italia

Genere: Western

Casa di produzione: PEA (Produzioni Europee Associate)

Prodotto da: Alberto Grimaldi

Durata: 2 hr e 55 (175 min)

Regia: Sergio Leone

Sceneggiatura: Sergio Leone, Luciano Vincenzoni, Age & Scarpelli, Sergio Donati (non menzionato nei titoli di testa)

Montaggio: Eugenio Albiso, Nino Baragli

Fotografia: Tonino Delli Colli

Musiche: Ennio Morricone

Attori: Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Eli Wallach

Trailer del film Il buono, il brutto, il cattivo

Trama del film Il buono, il brutto, il cattivo

Sullo sfondo della guerra di secessione americana si incrociano i destini di tre personaggi, Il Biondo (interpretato dal leggendario Clint Eastwood), Tuco Ramirez (Eli Wallach) e Sentenza ( Lee Van Cleef) rispettivamente il buono, il brutto, il cattivo.

Ciò che accomuna questi personaggi estremamente diversi tra loro è un tesoro nascosto, che porterà i protagonisti ad unioni e inganni per potersi accaparrare la fetta più grossa del sontuoso bottino.

Recensione del film Il buono, il brutto, il cattivo

Quando cerco qualcuno io lo trovo sempre! Per questo mi pagano.

Il buono, il brutto, il cattivo – (Sentenza)

Con questo terzo e ultimo capitolo della “Trilogia del dollaro” (preceduta da Per qualche dollaro in più e Per un pugno di dollari) il regista Sergio Leone entra di diritto nella storia del cinema e nei cuori degli spettatori, riuscendo a realizzare un western epico, grandioso sia da un punto di vista della messa in scena, sia per quel che riguarda il ritmo e la caratterizzazione dei protagonisti.

Non a caso Quentin Tarantino, lo ha definito non solo come il suo film preferito, ma anche come un film da cui attingere e ispirarsi per poter creare un film di genere che possa sfondare la nicchia degli appassionati e riuscire a creare un perfetto equilibrio tra cinema popolare e autoriale.

Registicamente, Il buono, il brutto, il cattivo è di grande impatto. Sergio Leone riesce a rendere il film estremamente reale e immersivo, grazie a un uso sapiente di primi e primissimi piani che mostrano le rughe, il sudore e le cicatrici dei protagonisti. I campi lunghi e le panoramiche, mostrano vaste campagne aride, aride come l’animo dei nostri personaggi che a tutto son disposti pur di avere l’oro tanto desiderato.

Nonostante la storia si svolga nel pieno di un conflitto bellico, questo ci viene mostrato solo una volta dal regista, ma anche in questa scena, Leone punta alla grandiosità e al realismo, tanto da utilizzare come più di 1500 comparse provenienti dall’ esercito franchista. La pellicola è poi caratterizzata da un ritmo incalzante che non annoia mai lo spettatore, grazie a duelli all’ultimo sangue e uno humor quasi grottesco tipico dei Western nostrani.

Grande protagonista della pellicola è la colonna sonora, firmata anche in questo terzo capitolo dal leggendario Ennio Morricone, senza la quale il film non sarebbe così riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

I tre protagonisti dell’opera sono eccezionali, sia per interpretazione che per caratterizzazione. Il Biondo (Clint Eastwood) rappresenta un antieroe puro, un uomo che ha le capacità e potenzialità per essere un eroe, ma si fa trascinare fuori da questa via dai piaceri e dalle tentazioni. Tuco Ramirez (Eli Wallach) impersona un falso villain, un uomo che vuole apparire come estremamente duro e spietato ma in realtà manca di cattiveria e sangue freddo, Sentenza (Lee Van Cleef) è invece un personaggio estremamente affascinante per la sua intelligenza, calma e lucidità.

Al 2020 la pellicola è tredicesima nella classifica dei film con il maggior numero di spettatori in sala (ben 11.364.221), questo fa capire il grande impatto dell’opera sul pubblico e perché da quest’opera sia ancora oggi, dopo più di cinquant’anni dalla sua uscita, d’ispirazione per numerosi cineasti.

Note positive

  • Regia
  • Ritmo
  • Recitazione
  • Colonna sonora

Note negative

  • Non è molto chiaro dove il film si collochi all’interno della trilogia. Se sia un sequel, prequel o addirittura un film a sé stante
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