Manodopera (2022): una commovente favola che ci ricorda quando a emigrare erano gli italiani

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Locandina di Manodopera

Manodopera

Titolo originale: Interdit aux chiens et aux Italiens

Anno: 2022

Nazione: Italia, Francia, Svizzera, Belgio, Portogallo

Genere: animazione, storico

Casa di produzione: Les Films du tambour de soie, Vivement lundi!, Foliascope, Lux Fugit, Graffiti Film, Ocidental Filmes, Nadasdy Film SARL

Distribuzione italiana: Lucky Red

Durata: 70’

Regia: Alain Ughetto

Sceneggiatura: Alain Ughetto, Alexis Galmot, Anne Paschetta

Montaggio: Denis Leborgne

Musiche: Nicola Piovani

Doppiatori: Ariane Ascaride, Stefano Paganini, Christophe Gatto, Bruno Fontaine, Laura Devoti, Alain Ughetto, Diego Giuliani, Laurent Pasquier, Angelo Rinna, Aude Carpintieri

Trailer di Manodopera

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

“Manodopera” è un film d’animazione del 2022, vincitore del Premio della giuria per il miglior lungometraggio al Festival internazionale del film d’animazione di Annecy. È un progetto a cui il regista, Alan Ughetto, ha lavorato per nove anni; la tecnica utilizzata è quella della stop-motion, con marionette fotografate fotogramma per fotogramma. Il lungometraggio ha avuto la sua prima internazionale al Locarno Film Festival 2022, per poi venire distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 31 agosto 2023, da Lucky Read.

Alan Ughetto

Ho scoperto da dove vengo, l’ho fatto per i figli e i nipoti, è importante conoscere le proprie origini […] Mio padre mi raccontava di questo villaggio in Italia, da piccolo la storia mi intrigava, ma tra di noi non parlavamo nemmeno in italiano […] Poi però mi è venuta questa curiosità e sono andato personalmente in Piemonte, dove ho scoperto che esisteva per davvero Ughetto, ovvero “La terra degli Ughetto” e da lì mi è venuta la voglia di riscoprire a ritroso il percorso che avevano fatto i miei nonni quando sono arrivati in Francia.

Trama di Manodopera

Piemonte, inizi del ‘900. La famiglia Ughetto vive nel paese di Ughettera, un villaggio tra le montagne ai piedi del Monviso. Un giorno Luigi Ughetto attraversa le Alpi per cercare una vita migliore in Francia, insieme a sua moglie Cesira e ai loro figli, cambiando per sempre il destino della famiglia

Fotogramma di Manodopera
Fotogramma di Manodopera

Scopri anche: Alain Ughetto parla del suo film Manodopera

Recensione di Manodopera

Quando eravamo trattati come cani

Manodopera è poesia, non ci sono altre parole per descriverlo. È un film dove passato e presente si intersecano, suscitando importanti momenti di riflessione. Al giorno d’oggi sembriamo esserci dimenticati che un tempo i migranti eravamo noi. E trovavamo i cartelli esposti in vari bistrot in Francia, Belgio e Svizzera con la scritta: Vietato l’ingresso ai cani e gli italiani. Ughetto “veste” i panni dei suoi nonni e si chiede: come hanno potuto resistere?  Il regista non offre una risposta. Il suo non è un film politico, il regista vuole solamente ricostruire la storia della sua famiglia, ma allo stesso tempo mette in luce come il razzismo sia un problema da sempre presente nel mondo e, nonostante la società si sia evoluta, è un male che non siamo riusciti a estirpare del tutto. Si mette in luce un mondo di lavoratori sfruttati e mal pagati. C’è qualche differenza con la società odierna? No. Purtroppo nel nostro Paese la maggior parte dei giovani sono sottopagati, vivono in condizione di eterna precarietà, i loro titoli di studio contano ben poco e sono costretti a lasciare il Paese per cercare fortuna altrove. Non c’è differenza tra l’Italia mostrata da Ughetto e quella odierna.

La stop-motion come tecnica per raccontare una favola ancora attuale

I personaggi sono pupazzi in plastilina dell’altezza di circa 23 cm; la scelta della tecnica della stop-motion non è causale perché permette di mostrare il lavoro manuale, talento che il nonno del regista ha trasmesso al figlio e al nipote. Nonostante sia stato realizzato da una piccola produzione, il lavoro è stato impegnativo e ha necessitato una collaborazione tra Francia, Portogallo, Italia e Svizzera. Il risultato finale è semplicemente straordinario.

Ci sono voluti due-tre mesi per realizzare scenografie e personaggi, i costumi sono stati la cosa più difficile, ci hanno lavorato venticinque persone, gli effetti visivi li abbiamo fatti in Italia, sempre lavorando in remoto. Le teste sono di resina, gli occhi sono biglie, i capelli sono di tessuto, abbiamo usato gomme liquide per le articolazioni… e abbiamo creato un sacco di mani

Alan Ughetto

Un tributo commovente di Alan Ughetto ai nonni

L’occhio del regista non è neutro, non è un semplice spettatore, ma partecipa alla narrazione. La sua presenza fisica è visibile in qualche scena con una mano o un piede che entra in campo, interagendo con i personaggi. Perché? Come ha affermato egli stesso, lui è il nipote di Cesira e Luigi e dunque la sua presenza nel film è un modo per ringraziare i nonni e i sacrifici che hanno fatto affinché i loro discendenti potessero avere una vita migliore, un futuro ricco di speranza. Il tutto è accompagnato dalle musiche del Premio Oscar Nicola Piovani, che contribuiscono a rendere il tributo ancora più commovente.

Manopera - Luigi e Cesira
Manopera – Luigi e Cesira

In conclusione

Manodopera è una storia perfetta, non ci sono altre parole per descriverla. Nella nostra società è sempre più consueto odiare il diverso, colui che giunge da un altro Paese nella speranza di trovare una vita migliore, ma la maggior parte delle volte viene additato come un criminale. Eppure, un tempo eravamo noi a dover lasciare la nostra casa, lo facciamo tutt’ora, dunque perché odiamo coloro che fanno nostra stessa scelta?

Note positive

  • Sceneggiatura
  • Musiche
  • Animazione in stop-motion

Note negative

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