Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa (2022). Un viaggio di formazione in un caledoscopio di forme e colori.

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Il trailer de Il Faraone, il selvaggio e la Principessa.

Informazioni sul film Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa

Il Faraone, Il Selvaggio e la Principessa è un film d’animazione co-prodotto con il museo del Louvre di Parigi. Presentato in anteprima al Festival internazionale del film d’animazione di Annecy nel 2022, il film ha conquistato l’attenzione del pubblico italiano debuttando al Festival del Cinema di Roma 2023, nella sezione Alice in Città. Uscito nei cinema francesi nel 2022, il film arriverà sul grande schermo italiano il 14 dicembre 2023.

Michel Ocelot

Nel primo racconto, lei utilizza l’estetica dei dipinti murali dell’Antico Egitto. Come ha affrontato l’animazione di questi personaggi, che vengono sempre rappresentati di profilo?
Abbiamo replicato la particolarissima postura che si vede nei bassorilievi egiziani, impossibile da riprodurre fisicamente, poiché la testa e le gambe sono posizionate di profilo mentre il busto
è rivolto in avanti. Questa posizione però funziona bene nel disegno e così siamo riusciti a trasporla nell’animazione.

La trama del film Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa

Sullo sfondo di un cantiere urbano una narratrice intrattiene un gruppo di persone raccontando tre storie che trasportano lo spettatore in un’epopea ambientata nell’antico Egitto, una leggenda medievale dell’Alvernia, una fantasia orientale del VXIII Secolo, con costumi ottomani e palazzi meravigliosi. Sogni, desideri e forza di volontà si raccontano e si intrecciano tra splendide divinità, dispotici tiranni in contrasto con leali giustizieri e un principe e una principessa che anelano la libertà.

Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa - Una scena del film
Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa – Una scena del film

La recensione del film Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa

Michel Ocelot

Che cosa ha apprezzato di più durante il suo viaggio in Alvernia, quando è andato alla ricerca delle location per questo racconto? Devo innanzitutto precisare che questo viaggio è avvenuto per miracolo. Mi stavo preparando a fare un film “internazionale” sul Medioevo, come tanti altri film che rappresentano quell’epoca. Ma all’improvviso mi è venuta una grande idea. Pensai: “Ho rappresentato con cura e meticolosità tanti luoghi del mondo come il Giappone, la Persia, il Tibet, il Nord Africa,
l’America precolombiana, i Caraibi… E se rappresentassi l’Alvernia con la stessa precisione e con lo stesso rispetto?”.

Dopo il successo diKirikù e gli animali selvaggi (2005), Azur e Asmar (2006) e Dilili a Parigi (2018), il regista Michel Ocelot ritorna con un nuovo affascinante lungometraggio animato. In questo film, Ocelot esplora tre storie ambientate in epoche e contesti differenti, tutte unite da un tema centrale: la libertà di pensiero e il conflitto con l’autorità, spesso incarnata da una figura genitoriale. L’amore emerge come forza trainante, guidando il protagonista del primo racconto nell’intelligenza e nella conquista dell’Egitto senza ricorrere alla violenza, al fine di sposare la principessa che ama.

Una tematica molto interessante che viene analizzata in modi diversi in questi tre brevi racconti, si lavora sul punto di vista dei protagonisti semplificando in maniera molto funzionale il concetto, contestualizzandolo in tre periodi storici specifici, l’Antico Egitto, il Medio Evo e il VXIII secolo. Funzionale la scelta di introdurre e far raccontare le tre novelle da una narratrice, una voce imparziale, fuori dal coro che si mette a servizio del racconto, prendendo spunto dai desideri di un gruppo di passanti radunatosi casualmente attorno a lei.

Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa - Una scena del film
Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa – Una scena del film

L’elemento più interessante della pellicola è l’animazione che cambia per ogni racconto. Rimane la cifra stilistica di Ocelot, ma la grafica e il disegno si modificano a seconda dell’epoca narrata. Ritroviamo prevalentemente un’animazione bidimensionale, con delle idee che funzionano a livello visivo e risultando notevolmente d’impatto. Nella prima storia l’autore si rifà ai bassorilievi egiziani, nel secondo sfrutta la forma elegante della silhouette nera, mentre per il terzo e ultimo racconto trovisamo una richezza e opulenza visiva, che sta agli antipodi rispetto all’essenzialità dell’immagine presentateci nel primo racconto. La caratterizzazione dei personaggi è immediata e molto fruibile per il target a cui il film è destinato, tra i tre racconti il più cupo sia a livello narrativo che di animazione è quello ambientato nel medio Evo. Tra le varie produzioni del regista sceneggiatore Ocelot Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa è quella visivamente più impattante, che lavora su un piano narrativo di formazione attraverso questi tre racconti apparentatemene così diversi, ma con un unico filo conduttore.

Michel Ocelot

Ha detto di aver concepito questo racconto come una fantasia orientale del XVIII Secolo, senza preoccuparsi della coerenza storica. Ma quali sono le fonti che l’hanno ispirata?

Volevo creare uno spettacolo bello, divertente, colorato e spiritoso, senza nessuna pretesa
di fedeltà etnografica.
Frame di Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa
Frame di Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa

In conclusione

Il film di animazione Il Faraone, Il selvaggio e la Principessa porta sullo schermo un’epopea di forme e colori che attraverso tre racconti ambientati in epoche diverse intrattiene e istruisce, una sorta di viaggio di formazione, dove la voglia di essere liberi da certi dettami dell’epoca o abbattere alcune strutture gerarchiche è focalizzante.

Note positive

  • Tematiche
  • Animazione

Note negative

  • /
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