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Il filo invisibile
Titolo originale: Il filo invisibile
Anno: 2022
Paese: Italia
Genere: Commedia, dramma adolescenziale
Casa di produzione: HT Film
Distribuzione: Netflix
Durata: 90 min
Regia: Marco Simon Puccioni
Sceneggiatura: Luca De Bei, Marco Simon Puccioni
Fotografia: Gian Filippo Corticelli
Montaggio: Francesco Fabbri
Musiche: Pivio De Scalzi, Aldo De Scalzi
Attori: Filippo Timi, Francesco Scianna, Francesco Gheghi, Valentina Cervi, Matteo Oscar Giuggioli, Emanuele Maria Di Stefano, Giulia Maenza, Mauro Conte, Alessia Giuliani, Gianluca De Marchi, Jodhi May, Gerald Tyler
Prodotto da HT Film e distribuito da Netflix, Il filo invisibile arriva nei cinema selezionati come evento speciale per tre giorni, il 21-22-23 febbraio 2022, uscendo in seguito sulla piattaforma streaming dal 4 marzo. La pellicola italiana vede alla regia Marco Simon Puccioni (Come il vento, 2013; Oggi insieme, domani anche, 2016), che ha scritto sia il soggetto sia la sceneggiatura con Luca De Bei.
Trama de Il filo invisibile
Leone (Francesco Gheghi) è nato in California tramite madre surrogata, Tilly, una donna americana che ha deciso di aiutare Simone e Paolo, una coppia LGBT, a raggiungere il loro sogno, quello di avere un bambino loro. Sedici anni dopo Leone vive a Roma insieme ai suoi due papà, la sua vita procede bene immerso nell’amore familiare, un amore che lui crede eterno e duraturo. A scuola trascorre il tempo con il suo amico Jacopo (Emanuele Maria Di Stefano) e s’innamora, come un colpo di fulmine, della nuova arrivata a scuola, Anna (Giulia Maenza). Proprio quando il giovane stringe amicizia con la sua nuova compagna di classe ecco che come esplode all’interno della sua famiglia una vera e propria bomba. Simone scopre che Paolo lo tradisce da ben due anni, da questo momento inizia una lotta tra i due, una lotta che mette in campo anche la paternità stessa di Leone, ovvero la scoperta tramite il DNA di chi possa essere il vero genitore, dato che nessuno di loro sa chi sia il padre biologico dato che Paolo e Simone aveva deciso di mischiare lo sperma al fine di non sapere chi fosse il vero genitore naturale del bambino. Ora che cosa succederà?

Recensione de Il filo invisibile
Il filo invisibile è un film costruito intorno alle implicazioni dei nuovi modi di venire al mondo e che pone delle domande su cosa ci definisce come esseri umani, come figli e come genitori. La procreazione medicalmente assistita interessa sempre più coppie e in particolare può assumere caratteristiche particolari presso le coppie omosessuali. Che influenza ha l’orientamento sessuale del genitore sul benessere del bambino? Come influenza le sue relazioni familiari e sociali? Quali sono i confini della sua famiglia? I legami di sangue sono ancora il fondamento della genitorialità e della famiglia? Possiamo ancora affermare che per il bambino il legame genetico sia emotivamente più importante della cura di un genitore?
Marco Simon Puccioni
Una commedia ironica e leggera che vuole dichiarare l’uguaglianza a 360° gradi tra le famiglie cosiddette tradizionali da quelle LGBT, dichiarando come i problemi sono presenti in ogni tipo di famiglia, tutte non sono perfette e ognuna possiede delle proprie macchie oscure nascoste e celate, pronte a esplodere. Tutte le coppie formate nel senso dell’amore possono rompersi da un momento all’altro o danneggiare i loro bambini, perché la genitorialità non è un elemento esclusivo nel mondo “tradizionale cristiano” ma è una componente ben diversa che si basa su individui e sul loro modo di approcciarsi al figlio, ci sono coppie che lo fanno usando il sentimento dell’amore, chi attraverso il menefreghismo – apatia, o nei casi più gravi con la violenza, causando, in quest’ultimo caso, dei traumi al bambino. Marco Simon Puccioni con la sua pellicola si allontana da quella visione antica presente nella Treccani che per dare un significato al lemma Genitore iscrive ciò: “Colui che genera o ha generato, quindi il padre”, escludendo di fatto tutte le coppie che hanno adottato un figlio o di quei bambini nati sotto madre surrogata. Il filo invisibile ci parla dei legami non biologici, di quei legami umani che connettano persone tra di loro al fine di dare la vita a una nuova creatura, è un film che ci parla dell’amore che serve per essere genitori e delle difficoltà che vanno affrontate per crescere un figlio, che potrebbe essere sangue del tuo sangue come no, perché Leone è frutto dell’amore di Paolo e Simone, ma nessuno di loro due sa’ se è veramente figlio suo o dell’altro, un mistero che i due vorranno scoprire nel momento in cui decidono di divorziare, solo per i loro fini egoistici. Il lungometraggio dichiara che il genitore è colui che cresce, sta accanto e forma, giorno dopo giorno con il giusto affetto e amore, un essere umano, non c’entra niente il legame biologico ma è l’affetto che si dona all’altro che conta realmente. Se un genitore biologico non è mai presente nella vita del figlio, questo legame genitoriale è inesistente.

Il film per narrarci questa storia usa gli stereotipi classici della commedia all’italiana evitando di approfondire con maggiore attenzione tutte le difficoltà legali riguardanti l’accettazione della doppia paternità all’interno dello stato italiano, ma raccontando il tutto attraverso un classico teen dramma adolescenziale dove i genitori del giovane Leone divengono alquanto bidimensionali, risultando delle macchiette che però riescono a donare delle leggere riflessioni interne alla vicenda e donare ritmo e ironia alla vicenda, anche grazie alle interpretazioni di Filippo Timi e Francesco Scianna, abili nel vestire i panni di Paolo e Simone. La pellicola funziona, intrattiene e può far riflettere i più giovani, ma va detto che il primo atto funziona male a causa dei dialoghi quasi del tutto incomprensibili e alle pessime recitazioni degli attori più giovani, Francesco Gheghi, Giulia Maenza ed Emanuele Maria Di Stefano, che si mangiano ¾ delle parole e che non riescono a entrare nei caratteri neppure a livello corporeo, va anche detto però che dal secondo atto che sia la Meanza sia Gheghi migliorano la loro performance riuscendo a entrare maggiormente nel ruolo, e grazie a loro il film acquista un maggior ritmo e il pubblico riesce a empatizzare un minimo con Leone e Anna.
Note positive
- Il tema trattato
- Interpretazioni di Filippo Timi e Francesco Scianna
Note negative
- Interpretazioni dei ragazzi, soprattutto nel primo atto
- Il sonoro nel primo atto, poi migliora
- I personaggi sono stereotipati