Il gobbo di Notre Dame (1923): Il primo mostro dell’Universal

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poster iul gobbo di notre dame 1923

Il Gobbo di Notre Dame

Titolo originale: The Hunchback of Notre Dame

Anno: 1923

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico

Produzione: Universal pictures

Durata: 1 hr 35 min (95 min) (Ontario) (Canada)
1 hr 38 min (98 min) (TCM Print) (USA)
1 hr 57 min (117 min) (2006 alternate) (USA)
2 hr 13 min (133 min) (24 fps) 

Regia: Wallace Worsley

Sceneggiatura: Perley Poore Sheehan, Edward T. Lowe Jr.

Fotografia: Tony Kornman, Virgil Miller, Robert Newhard, Stephen S. Norton, Charles J. Stumar

Montaggio: Edward Curtiss, Maurice Pivar, Sydney Singerman

Musiche: Guy Bevier, Cecil Copping, Carl Edouarde, Bernhard Kaun, Sam Perry, Hugo Riesenfeld, Heinz Roemheld

Attori: Lon Chaney, Nigel De Brulier, Brandon Hurst, Raymond Hatton, Norman Kerry, Tully Marshall, Patsy Ruth Miller, Ernest Torrence, Kate Lester

Trailer de Il Gobbo di Notre Dame

Dopo il cinema espressionista con il suo mostro, denominato Sonnambulo de Il gabinetto del Dottor Caligari del 1920, l’Universal Studios inizia a intraprendere la lavorazione di alcuni dei lungometraggi che la renderanno la casa di produzione più famosa del genere horror. Lo studio cinematografico di Carl Laemmle trova nei mostri la sua dimensione attuale portando sul grande schermo le classiche storie horror della letteratura classica da Dracula a Frankestein e ridefinendo le regole di un genere stesso sopratutto con la saga dedicata all‘uomo lupo.

Il successo dell’unviersal studios e dei suoi mostri ebbe inizio grazie ai personaggi di Victor HugoQuasimodo, il gobbo dal brutto aspetto isolato dal mondo all’interno di un capanile ma che allo stesso tempo possiede un animo buono e caritatevole, cosa che non possiamo dire di tutti i suoi concittadini.

Nel 1923 venne distribuito al cinema il primo grande mostro del cinema, ovvero ”Il Gobbo di Notre Dame”, un vero e proprio kolossal per l’epoca sia per la sua costosa lavorazione in cui c’è stato un grande dispiego di comparse e di mezzi, sia per il guadagno ottenuto al box office con una cifra intorno ai 3 millioni di dollari, rischiando di diventare l’incasso più alto dell’epoca.

Per dovere di cronaca va asserito che quello del 1923 non è stato il primo lungometraggio sul mostro di Parigi poiché la prima lettura cinematografica di un lungometraggio del romanzo di Victor Hugo avviene nel 1911 per la regia di Albert Capellani 

Trama de Il Gobbo di Notre Dame

Parigi, durante il Basso Medioevo e un anno prima della scoperta dell’America da parte di Colombo.

Un gruppo di zingari si stabilisce nella cosiddetta Piazza dei Miracoli situata nella periferia della città. Tra i gitani vi è una giovane e graziosa danzatrice di nome Esmeralda che grazie alla sua bellezza cattura l’attenzione di tre individui: Quasimodo, il campanaro deforme, l’Arcidiacono Frollo e il capitano delle guardie Phoebus de Châteaupers.

Oltre alle frustrazioni amorose la storia ci concentra sull’animo dei personaggi e in special modo sulle classi sociali più basse mostrando con grande cura il loro dolore da cui scaturisce la loro forza per mettere in atto una rivolta contro il potere degli aristocratici.

Recensione de Il Gobbo di Notre Dame

Il gobbo di Notre Dame possiede una trama particolarmente complessa, ricca di intrighi d’amore e di critica sociale rintracciabile anche all’interno del romanzo scritto nel 1831 da Victor Hugo, rimarcando con forte amarezza le reali condizioni sociali dell’epoca come l’estrema indigenza ma soprattutto la cattiveria e la mancanza di sensibilità nei confronti della povera gente.

Il protagonista dell’opera è senza ombra di dubbio il suo mostro che qui, a differenza del proseguo del lavoro dell’Universal, non ha nessun comportamento o atteggiamento diabolico ma è solo il suo aspetto esteriore da freak che lo rende malvagio agli occhi del mondo. Quasimodo non è altro che il simbolo delle classi sociali più povere e sottomesse dagli aristocratici. Lui non è diverso dagli zingari o dagli sventurati che vivono nella periferia di Parigi. La gente lo deride e lo umilia tanto da portarlo a odiare l’intera umanità preferendo la solitudine della cattedrale, per la precisione del campanile dove suona le campane che lo hanno reso completamente sordo, tanto che il suo padrone malvagio Frollo gli parlerà attraverso il linguaggio dei segni. Lo spettatore non può che provare pietà per il povero campanaro andando a tifare per lui e per la sua salvezza.

La scrittura dei personaggi del resto è ben effettuata rendendo ogni singolo carattere della storia, perfino quelli secondari, ben caratterizzati e resi, grazie al lavoro attoriale, in maniera ottimale sullo schermo. Non è errato asserire che il successo del film è dovuto anche grazie alla lavorazione attoriale di Lon Chaney che interpreta in maniera magistrale il disgraziato Quasimodo e grazie a un attento lavoro di trucco, un capolavoro dell’epoca per le attrezzature disponibili a quei tempi. Il campanaro anche visivamente è stupefacente; se poi a tale perfezione aggiungiamo la bravura mimica di Lon Chaney, assistiamo a un interpretazione pazzesca per l’epoca, tanto da venir scelto anche per il successivo mostro cinematografico, ovvero il Fantasma dell’opera del 1925.

Benché l’universal lo considerasse un horror movie ad oggi difficilmente lo possiamo caratterizzare dentro tale genere dato che la storia è priva di elementi di grande suspense, perfino a livello tecnico fotografico non troviamo all’interno de Il Gobbo di Notre Dame nessun fotogramma buio o avvolto dalla tenebre; il film appare invece molto illuminato donandogli quel clima che fa parte del genere drammatico-storico. 

Importante per la realizzazione del film è stato il notevole budget tra 750,000 e 1,000,000 di dollari permettendo la realizzazione di una scenografia, all’interno dei teatri di posa, in grado di catturare lo spettatore. Tutto ciò che è visibile è stato ricostruito, perfino la cattedrale di Notre – Dame è stata realizzata nei minimi dettagli e con un lavoro molto scrupoloso. La costruzione del set comportò un tempo di sei mesi.

Il lungometraggio è strepitoso benché si distacchi in alcune parti dal romanzo originale; la pecca però è la difficile rintracciabilità di un dvd con sottotitoli italiani, per le scene scritte e soprattutto è complicato trovare la versione estesa del lungometraggio.

Note positive

  • Sceneggiatura
  • Attori
  • Scenografia

Note negative

  • Troppo numerose lo scritte all’interno del film, come se si trovasse difficoltà a far comprendere con le sole immagini la storia.
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