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Il grande freddo
Titolo originale: The Big Chill
Anno: 1983
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: commedia, drammatico
Produzione: Carson Productions
Distribuzione: Columbia Pictures
Durata: 105 min
Regia: Lawrence Kasdan
Sceneggiatura: Lawrence Kasdan, Barbara Benedek
Fotografia: John Bailey
Montaggio: Carol Littleton
Musiche: Meg Kasdan, Mike Deasy
Attori: Tom Berenger, Glenn Close, Jeff Goldblum, William Hurt, Kevin Kline, Mary Kay Place, Meg Tilly, JoBeth Williams, Don Galloway
Trama de Il grande freddo
Un gruppo di amici che ha frequentato il college negli anni ’60 si ritrova quindici anni dopo in occasione del funerale di Alex, membro della compagnia suicidatosi senza apparente motivo. Sono ormai gli anni ’80 e gli ex compagni di college, che decidono di trascorrere un weekend a casa di Harold e Sarah (due membri del gruppo che si sono poi sposati), si trovano a fare i conti con le contraddizioni tra le aspirazioni dei tempi dell’università e il lavoro, i valori e le situazioni sentimentali che caratterizzano ora le loro vite.
Recensione de Il grande freddo
Come va la tua vita?
Il grande freddo
D’incanto. E la tua?.
Non d’incanto.
Oh, si dice la verità?.
Il “grande freddo” evocato dal titolo è la società degli anni ’80, l’era dell’individualismo e della rincorsa al denaro: il film, attraverso la riuscitissima caratterizzazione dei personaggi, analizza in modo ironico ma molto lucido la fine dell’epoca delle ideologie e il “tradimento” della generazione che ha fatto il ’68. Il tema di fondo del film è quindi la trasformazione sociale che è avvenuta negli Stati Uniti tra il periodo della controcultura e l’attualità dell’epoca, ovvero i primi anni ’80: i personaggi del film, che durante il college aderivano con convinzione agli ideali della cultura hippie, dopo il suicidio dell’amico Alex, con il quale quasi tutti avevano perso i contatti, sono costretti a confrontarsi con il divario tra le ideologie della gioventù e la realtà della loro vita di adulti, arrivando inevitabilmente a chiedersi quanto aderissero agli ideali degli anni ’60 per moda o quanto il mondo esterno, non protetto dalle mura delle istituzioni scolastiche, li abbia trasformati.
Meg (Mary Kay Place) è ormai una yuppie, Michael (Jeff Goldblum) non fa che rincorrere il denaro, Sam (Tom Berenger) è diventato un attore di programmi trash, Harold (Kevin Kline) e Sarah (Glenn Close) sono una normale coppia borghese e Karen (JoBeth Williams) a sua volta è sposata ma il suo matrimonio copre una facciata di ipocrisia e insoddisfazione; Nick (William Hurt), distrutto dal Vietnam e dalle dipendenze, è l’unico, oltre probabilmente ad Alex, che non riesce a trovare posto nella diversa realtà degli anni ’80, diventando a volte ottuso nel suo attaccamento al passato, per esempio quando attacca l’amico Harold, “piegatosi” alla vita borghese e capitalista ma comunque marito devoto, amico leale e amorevole padre di famiglia, per essere in confidenza con un poliziotto.
Il film, pur non offrendo un’immagine incoraggiante dei primi anni ’80, non prende dogmaticamente una posizione sessantottina condannando a priori tutto ciò che i personaggi sono diventati: il suo grande merito è non lasciare che l’analisi sociologica prenda il sopravvento sull’empatia suscitata dai protagonisti, in una storia che lascia nello spettatore un senso di nostalgia, amara ma sincera, per un’amicizia che forse riuscirà a riportare un po’ di quei vecchi ideali nella vita degli ex compagni di college.
Note positive
- Caratterizzazione dei personaggi, interpretati da un cast notevole
- Perfetto bilanciamento tra commedia e dramma
- Analisi sociale lucida e amara ma anche ironica
- Colonna sonora
Note negative
- Poco incisivo per chi non ha vissuto o non ha interesse nel reflusso generazionale degli anni ‘70/’80