Il sapore della felicità (2022). Un film agrodolce con Gerard Depardieu

Locandina de Il Sapore della felicità

Il sapore della felicità

Titolo originale: UMAMI

Anno: 2022

Nazione: Francia, Giappone

Genere: commedia

Casa di produzione: Oliver-Frost Films, Slony Pictures, Umami-no Tabi

Distribuzione italiana: Wanted Cinema

Durata: 105′      

Regia: Slony Sow

Sceneggiatura: Slony Sow

Fotografia:  Denis Louis      

Montaggio: Slony Sow

Musiche: Frederic Holyszewski

Attori: Gérard Depardieu, Kyozo Nagatsuka, Pierre Richard, Rod Paradot, Sandrine Bonnaire, Eriko Takeda, Akira Emoto, Bastien Bouillon, Zinedine Soualem, Sumire, Kyôko Koizumi, Antoine Duléry, Francis Ressort, You, Assa Sylla

Trailer di Il sapore della felicità

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

“Il sapore della felicità” è un film di Slony Sow cn Gerard Depardieu e Sandrine Bonnaire in uscita nelle sale italiane il 31 agosto 2023. Il regista Slony Sow e l’attore francese hanno collaborato in precedenza per il cortometraggio “Grenouille de cristal” nel 2019. Il tema dell’unione tra cultura francese e giapponese era già stato trattato nel suo s primo lungometraggio del 2014 “PARISIENNES”, su una scrittrice nipponica alla ricerca dei segreti del fascino femminile a Parigi per studiare i personaggi del suo prossimo romanzo.

Trama di “Il sapore della felicità”

Lo chef stellato interpretato da Gerard Depardieu in crisi esistenziale decide di partire per il Giappone alla ricerca del rivale che 40 anni prima gli aveva soffiato un premio prestigioso. Il film è una co-produzione Francia-Giappone da qui il titolo originale “Umami”, termine giapponese usato per denominare il quinto elemento del gusto: dolce, salato, aspro, amaro e, infine, umami.

Gerard Depardieu in Il sapore della felicità (2022)
Gerard Depardieu in Il sapore della felicità (2022)

Recensione de Il sapore della felicità

Ci sono film in cui il protagonista ci mette la faccia, il corpo e l’anima. E’ il caso di “Il sapore della felicità”, titolo originale “Umami”, diretto da Slony Sow cineasta francese che da diversi anni ha scelto di vivere in Giappone. Non a caso in gran parte dei suoi lavori si parla delle due culture estremamente diverse tra loro. In questo lavoro, Gabriel (Gérard Depardieu) è reduce da un attacco di cuore, dopo aver ricevuto un prestigioso premio un critico gastronomico amante della seconda moglie Louise (Sandrine Bonnaire) madre di Nino (Rod Paradot) e fratellastro di Jean (Bastien Bouillon). Quest’ultimo è il suo braccio destro trattato malissimo dal padre, che non intende dargli una possibilità. Tutta la vita del protagonista si può riassumere nelle parole della breve intervista durante la premiazione in cui lo chef afferma di essere felice solo tra le sue pentole. Eppure, Gabriel dopo un infarto va alla ricerca dei ricordi e del cuoco giapponese che lo sconfisse tanti anni prima.

“Il sapore della felicità” è un road movie culinario in cui le vicende di vari personaggi s’incrociano tra due paesi agli antipodi. La filosofia zen giapponese prende forma nella voce narrante di un signore giapponese incontrato per caso da Depardieu in un hotel capsula. C’è tutta la cultura nipponica di un tempo e di oggi in “Umami”, che potrebbe essere un sogno a occhi aperti per lo chef protagonista, un personaggio perfetto per l’attore francese che dietro ai fornelli è palesemente a suo agio. La forza di questo film sta tutta nel perfetto bilanciamento dei toni nei piatti presentati e nel plot. L’amaro della vita si mischia con il dolce del perdono, esattamente come nell’alta cucina. Fa tanto la fisicità ingombrante di Gerard Depardieu, che diventa così un elemento essenziale del film e bisogna dire che mai lui è stato così in parte e vicino al suo personaggio. Durante il film al personaggio in viaggio in Giappone gli succedono cose che sono realmente accadute a lui stesso, che non si era mai messo così a nudo e non solo metaforicamente.

Pressbook del film

Gérard è un grande creativo e dotato di grande immaginazione. In quanto tale, ha costantemente bisogno di nuovi “campi di gioco”. Se è costretto a tornare su percorsi che ha percorso troppo, quelli della ripresa tradizionale per esempio, con tutto ciò che li circonda, si annoia. Ma se si ritrova in film più umili, come UMAMI, in un’atmosfera familiare, con una piccola squadra dove ognuno deve badare a se stesso, allora è delizioso. Devi solo evitare che ripenda il comendo. Con lui non c’è bisogno di essere furbi. Tra la sua professione, la sua intelligenza, la sua sensibilità e il suo istinto, sa sempre quello che deve fare. Va veloce, semplice e dritto. È un grande attore. Mi ha anche insegnato a lavorare con l’impazienza, che è una virtù artistica.

Girato sia in francese che in giapponese, questo film potrebbe essere sottotitolato “Lost in translation” ma di là dalla barriera linguistica a unire Gabriel e l’ex rivale giapponese (Kyozo Nagatsuka) è la voglia di rimettersi in gioco in cucina come nella vita.  Depardieu divide il set con una serie di attori grandiosi, Sandrine Bonnaire in primis mai così in forma nei panni dell’ultima compagna dello chef. Tra i personaggi spicca, inoltre, quello di Pierre Richard nei panni di Rufus miglior amico in odore di magia del protagonista, che tra l’altro possiede lui stesso un ristorante a Parigi.

Fotogramma de Il sapore della felicità (2022)
Fotogramma de Il sapore della felicità (2022)

In conclusione

“Il sapore della felicità” è inno alla vita e probabilmente è il miglior film degli ultimi anni del monumentale Gerard. Mai, infatti, l’attore francese era stato così calibrato e in parte, capace di far sorridere e pensare lo spettatore. 

Note positive

  • Una grande interpretazione di Depardieu
  • Un’ottima Sandrine Bonnaire quasi irriconoscibile nel suo ruolo
  • Una regia rigorosa

Note negative

  • Una promozione difficile a causa delle accuse a Depardieu per l’affaire #too.

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