Inu-oh (2021): l’autorialità tra le arti.

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Inu-oh

Titolo originale: Inu-oh

Anno: 2021

Nazione: Giappone, Cina

Genere: Animazione, musicale, storico

Casa di produzione: Fumie Takeuchi (Asmik Ace), Akiko Yodo (Aniplex), Eunyoung Choi (Science SARU)

Distribuzione italiana: Hikari, Double Line

Durata: 98 minuti

Regia: Masaaki Yuasa

Sceneggiatura: Akiko Nogi

Fotografia: /

Montaggio: /

Musiche: Otomo Yoshihide

Attori: /

Trailer di Inu-oh

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

INU-OH, il quinto lungometraggio del regista d’animazione giapponese Masaaki Yuasa, in concorso nella sezione Orizzonti alla 78° Mostra del Cinema di Venezia e candidato al Golden Globe come Migliore film d’animazione 2022, è distribuito nelle sale italiane dal 12 ottobre 2023 da Hikari e Double Line. Yuasa presenta un anime musicale come non se ne sono mai visti prima: un’opera rock destinata a lasciare il segno, che fa tremare lo schermo con il suo “ringhio” meraviglioso e selvaggio.

Trama di Inu-oh

Giappone medievale, periodo Muromachi (1336-1573). Inu-oh (interpretato da Avu-chan, cantante del popolare gruppo fashion punk Queen Bee, alla sua prima incursione nel doppiaggio) è un artista antesignano del moderno teatro noh. Nato con caratteristiche fisiche anomale, cresciuto all’aperto come un cane, ha ereditato il talento del padre per il teatro ed è in grado di usare le sue peculiari caratteristiche fisiche per danzare in modo innovativo. Tomona (a cui dà voce l’attore e ballerino Mirai Moriyama) è un monaco suonatore di biwa, vittima di una maledizione che lo ha reso orfano di padre e cieco. I due si incontrano nella capitale Kyoto e iniziano a esibirsi insieme. Con i loro spettacoli, che infrangono le regole delle arti tradizionali, diventano le pop star di una nuova era e in breve tempo le folle impazziscono per loro. Cosa sarebbe successo se l’hip-hop, la musica rock e i febbrili festival musicali all’aperto fossero esistiti nel Giappone del XIV secolo?

Recensione di Inu-oh

Il lungometraggio di Masaaki Yuasa si caratterizza, tra le opere d’animazione, a causa del sua elevata essenza artistica. Inu-oh è infatti un opera cinematografica avente un estetica “pluri-artistica “, composta ovvero da vari elementi: la performance teatrale (ispirata alla lunga tradizione del teatro medievale giapponese), il moderno rock e hip-hop e ovviamente l’animazione. La cifra espressiva di quest’ultima ricalca, da una parte l’arte “classica” nipponica (strettamente connessa alle affascinanti mitologie e cosmogonie giapponesi) dall’altra la sperimentazione, sicuramente più recente, delle avanguardie europee. Alcune sequenze di natura astratta risultano affascinanti, grazie alla loro aurea singolare, ove gli elementi più onirici dell’arte surrealista entrano in dialogo con le figure più significative dell’immaginario storico giapponese. Lo sfondo della narrazione è ovviamente il Giappone medievale, quest’ultima invece si sviluppa con ritmo rapido, molto simile alle tempistiche di un manga, a discapito di alcuni dettagli non approfonditi.

Dal punto di visto contenutistico Inu-oh tratta tematiche di carattere universale, come ad esempio l’importanza dell’amicizia e dei legami famigliari, con un metodo del tutto simile al mito (e alla sua inerente funzione pedagogica) il lungometraggio veicola messaggi tutt’altro che scontati. Tra i tanti elementi riflessivi dell’opera spicca sicuramente la volontà di interrogarsi sul rapporta tra arte e politica, tra musica e potere.

In conclusione

Inu-oh è un film esprimente una forza autoriale tutt’altro che banale, il suo regista Masaaki Yuasa tramite un fine dialogo tra vari linguaggi artistici è riuscito a ornare il mezzo cinematografico, facendone portavoce di tematiche umane e di interessanti riflessioni.