Io sono tuo padre (2022): la tratta del milite ignoto

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Locandina di Io sono tuo padre

Io sono tuo padre

Titolo originale: Tirailleurs

Anno: 2022

Nazione: Francia, Senegal

Genere: Guerra

Casa di produzione: Unité, Korokoro, Canal +, Ciné +

Distribuzione italiana: Altre Storie, Minerva Pictures

Durata: 110 min

Regia: Mathieu Vadepied

Sceneggiatura: Olivier Demangel, Mathieu Vadepied

Fotografia: Luis Armando Arteaga

Montaggio: Xavier Sirven

Musiche: Alexandre Desplat

Attori: Omar Sy, Jonas Bloquet, Alassane Diong, Alassane Sy, Bamar Kane, Aminata Wone, François Chattot, Clément Sambou, Oumar Sey

Trailer di Io sono tuo padre

Informazioni stampa sul film e dove vederlo in streaming

Ambientato durante la Prima Guerra mondiale, “Io sono tuo padre” racconta la storia dei soldati senegalesi reclutati dalla Francia per combattere al fronte, concentrandosi soprattutto sull’intenso rapporto tra un padre e un figlio. La pellicola, per la regia di Mathieu Vadepied (già direttore di fotografia) e la sceneggiatura del regista con Olivier Demangen, è stata presentata in anteprima mondiale come film di apertura della sezione “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2022. In Italia la pellicola giunge nei cinema italiani dal 14 agosto 2023, con la straordinaria interpretazione di Omar Sy, che è anche produttore del film. Sy è affiancato dal co-protagonista Alassane Diong. La pellicola è una produzione di Unitè e Korokoro, con la produzione di Bruno Nahon e Omar Sy. La distribuzione è curata da Altre Storie in collaborazione con Minerva Pictures.

Trama di Io sono tuo padre

1917, Prima Guerra Mondiale. Il senegalese Bakary Diallo si arruola nell’esercito francese per raggiungere Thierno, il figlio diciassettenne reclutato contro la sua volontà. Inviati al fronte, padre e figlio dovranno affrontare insieme la guerra. Animato dall’ardore del suo capitano che vuole condurlo nel cuore della battaglia, Thierno dovrà emanciparsi e diventare un uomo. Ma Bakary farà di tutto per evitare che suo figlio combatta e per riportarlo a casa sano e salvo…

Io sono tuo padre - Marie Clemence David_Photo
Io sono tuo padre – Marie Clemence David_Photo

Qualche cenno storico

Il primo battaglione di soldati senegalesi fu creato per decreto imperiale nel 1857. Questo corpo militare fu costituito all’interno dell’Impero coloniale francese e composto da soldati africani provenienti sia dal Maghreb che dall’Africa subsahariana. Furono presenti nei momenti di gloria – la difesa di Reims nel 1918 o la battaglia di Bir Hakeim nel 1940 – e di tragedia, come il terribile massacro che la Wehrmacht compì contro di loro durante la campagna di Francia. Le truppe dette “senegalesi” erano formate da soldati provenienti dal Senegal ma anche dal resto dell’Africa. Si spostarono al fronte accanto ai soldati nativi. Duecentomila di loro furono chiamati a combattere. Trentamila caddero sul campo di battaglia durante la Prima Guerra Mondiale. Molti tornarono a casa mutilati o feriti. Circa centocinquantamila furono mobilitati durante la Seconda Guerra Mondiale. I numeri variano a seconda delle fonti. Sebbene le cose stiano iniziando a cambiare, i libri che raccontano la loro storia sono pochi. E i film sono ancora più rari. Nei libri di scuola si nota la loro assenza. Non sappiamo quanti uomini siano stati reclutati con la forza o addirittura con la violenza. Furono arruolati per tutte le guerre coloniali francesi. Il corpo fu sciolto nel 1960.

Note di regia

Mathieu Vadepied

Quindi, l’idea del film risale a molto tempo fa. È il progetto di una vita. Ho avuto un legame con il continente africano, in tutta la sua diversità, fin dall’infanzia. Il mio primo contatto con esso è stato attraverso mio nonno. Si chiamava Raoul. Il film è dedicato a lui. Era il sindaco di Evron, una piccola città agricola della Mayenne. La città era gemellata con Lakota, una cittadina della Costa d’Avorio. Da bambino, vedevo spesso delegazioni ivoriane venire a Evron per eventi festivi e culturali. Mi è rimasto impresso. Questa fratellanza tra agricoltori di due continenti mi ha segnato. Come accade in molte famiglie, anche il mio albero genealogico conta caduti al fronte. Mio nonno è stato sindaco e senatore, mio padre è diventato rappresentante di un collegio elettorale nell’Oise. Questa consapevolezza politica dei temi della memoria, di ciò che è la Francia, oggi e nel passato, la sua composizione e la sua popolazione, ha portato alla necessità di scrivere e partecipare a progetti che mettono in discussione la nostra società. Che fortuna. Progetti che offrono una visione, una valutazione della società francese in tutta la sua diversità, ricchezza e forza, assumendosi la responsabilità del suo passato. E soprattutto, riconoscendolo. Questa è la genesi del film, queste le sue radici genealogiche. Non sono entrato in politica come mio padre e mio nonno, ma resto convinto che il cinema, come arte, sia una forma di espressione popolare nel senso più nobile del termine. Può e deve avere questa ambizione, questa dimensione ad un tempo poetica e politica

Recensione di Io sono tuo padre

Io sono tuo padre è sicuramente un film riuscito che ha il grande merito di raccontare il desiderio di ricordare il sacrificio di uomini innocenti e rendere omaggio alla loro memoria. La pellicolca depotenzia la propria “action”, per narrare il brutale rapimento/arruolamento di senegalesi, tra le fila dell’esercito francese, durante la Prima Guerra Mondiale: il film si trasforma allora in un revenge movie dove il soldato africano/futuro neo francese, può, forse, salvarsi dalla morte, combattendo per una patria matrigna e straniera. La personale vicenda di Bakary (Omar Sy-Quasi Amici) che vuole salvare la vita del proprio figlio Thierno (Alassane Diong) si intreccia con la vicenda di molti africani: qui non vi sono commilitoni eroici (semmai una specie di kapò, ancor più crudeli) come in un classico war movie, ma solo un padre e un figlio che cercano di sopravvivere, l’uno al fianco dell’altro, fin quando i militari francesi non giocano con il loro destino. Il tutto viene narrato attraverso l’idea di un binomio padre-figlio (Bakary e Thierno), che risulta molto efficace perché rende una storia di guerra più toccante che tetra e risolve la tendenza, lievemente retorica, nel classificare bene e male. Omar Sy, un attore che abbiamo visto più in commedie che drammi e Alassane Diong spiccano per la loro recitazione essenziale e non patetista: eppure si tratta di un dramma familiare che racconta una grande tragedia nella tragedia.

La scelta della fotografia (e dei costumi tipici militari dell’epoca) ricorda, in parte, altri film, in particolar modo il pluripremiato Niente di nuovo sul fronte occidentale (2022) di Berger: pur essendo molto differente per durata e stile narrativo, per estetica e uso della macchina da presa, a detta dello stesso regista, Io sono tuo padre è spesso girato, con camera a spalla, per recepire maggiormente i dati visivi ed emozionali degli attori.

La storia di una tratta: sceneggiatura composta in sei anni

Il  regista Mathieu Vadepied  e il coautore Olivier Demangen  hanno lavorato alla sceneggiatura  per ben sei  anni, ispirandosi  ai fatti tragici realmente accaduti, senza poter dare un nome “storico” a uno e all’altro personaggio (non si tratta di un biopic – movie ). Il tenente francese Chambreau (Jonas Bloquet) è il tipico esempio del militare delirante (già protagonista in altri film di genere) che vuol sacrificare la vita dei propri soldati, per arrivismo e gloria: è proprio lui a dire che, una volta arruolati, gli africani sono come gli altri e “si vive insieme, si mangia insieme e si muore insieme”. La tematica è potente poiché, quella tratta (appena “mitigata” dall’altare del milite ignoto, realizzato la memoria dei caduti, decenni dopo) porterà alla sparizione di intere generazioni di senegalesi (e altri africani).

Fotogramma di Io sono tuo padre
Fotogramma di Io sono tuo padre

In conclusione

“Io sono tuo padre” si rivela un film riuscito che, attraverso la narrazione di un brutale rapimento e arruolamento di senegalesi nell’esercito francese durante la Prima Guerra Mondiale, trasmette un potente messaggio di ricordo e omaggio alle vittime innocenti. La pellicola sfuma l’elemento d’azione per concentrarsi sul binomio padre-figlio, in particolare la storia di Bakary e Thierno. Questo approccio narrativo non solo tocca le corde emotive, ma contribuisce anche a sfumare la distinzione tra bene e male, creando una rappresentazione più umana dei personaggi e della loro lotta per la sopravvivenza in mezzo a circostanze avverse.

Note positive

  • Una tematica socialmente e umanamente toccante
  • Ritmo ben cadenzato

Note negative

  • Una regia che non ha saputo approfondire lo studio dei personaggi
  • Pochi movimenti di macchina
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