Illusione: tra documentario e avanguardia

Illusione

Titolo originale: Illusione

Anno: 2020

Paese: Italia

Genere: cortometraggio, documentario

Produzione: Lorenzo Quagliozzi

Distribuzione: Elenfant DistributionSayonara Film

Durata: 15 min

Regia: Lorenzo Quagliozzi

Sceneggiatura: Lorenzo Quagliozzi

Montaggio: Lorenzo Quagliozzi

Trailer di Illusione

Trama di Illusione

Sogni e speranze di una concertista greca che negli anni Cinquanta incontra a Trieste l’amore della sua vita. Un lavoro semi-sperimentale raccontato attraverso il montaggio di immagini fotografiche.

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Recensione di Illusione

Il lavoro di Quagliozzi, film d’arte più che documentario, presenta il consueto interesse destato dalla narrazione costruita su materiale preesistente, a cui si aggiunge una sostanziale e in questo ambito rivoluzionaria novità: il materiale preesistente in questione, infatti, non è composto propriamente da found footage, alla lettera “pellicola trovata”, ma da fotografie che la macchina da presa riprende come se fossero set o paesaggi reali. A eccezione di una registrazione di una performance d’Ismene Jaquinto, la traccia sonora è invece composta da suoni d’archivio tipici dei film di found footage e contribuisce a restituire un senso di realtà e dinamismo alle immagini, che raggiungono in questo modo uno statuto del tutto particolare, sperimentale ma narrativamente coerente, molto semplice da seguire anche se addirittura non lineare nella struttura – la prima parte del film è infatti una specie di flashback.

Molto particolare anche l’uso delle didascalie, che ricreando un’atmosfera sperimentale da cinema d’avanguardia eliminano il dialogo e lasciano pieno spazio al sonoro immersivo; in questo ambiente sonoro la performance vocale emerge in tutta la sua emotività, anche grazie al fatto che il repertorio di Jaquinto è decisamente poco sfruttato nell’ambito di un progetto documentaristico su una cantante: il lato appunto documentaristico è dunque completamente spogliato delle sue componenti potenzialmente didascaliche e “istruttive”, per lasciare spazio a un’opera decisamente emozionale e artisticamente autonoma.

Note positive

  • Uso particolarissimo del materiale d’archivio
  • Colonna sonora (musica e rumori) originale e suggestiva

Note negative

  • Nessuna in particolare

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