Illusione (2020): tra documentario e avanguardia

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Illusione (2020)

Titolo originale: Illusione

Anno: 2020

Paese: Italia

Genere: Documentario

Casa di Produzione: Lorenzo Quagliozzi

Distribuzione: Elenfant Distribution, Sayonara Film

Durata: 15 min

Regia: Lorenzo Quagliozzi

Sceneggiatura: Lorenzo Quagliozzi

Montaggio: Lorenzo Quagliozzi

Attori: Ismene Jaquinto, Hyman Finkelstein

Trailer di Illusione

Informazioni sul corto e dove vederlo in streaming

Illusione è il primo cortometraggio di Lorenzo Quagliozzi, rilasciato in svariati festival dal 24 settembre 2020 a Vancouver International Film Festival e successivamente il 29 ottobre 2020 alla Linea d’Ombra Salerno Film Festival e poi il 23 gennaio 2021 al Trieste Film Festival.

Trama di Illusione

Sogni e speranze di una concertista greca che negli anni Cinquanta incontra a Trieste l’amore della sua vita. Un lavoro semi-sperimentale raccontato attraverso il montaggio di immagini fotografiche.

MyMovies.

Recensione di Illusione

Il lavoro di Quagliozzi, film d’arte più che documentario, presenta il consueto interesse destato dalla narrazione costruita su materiale preesistente, a cui si aggiunge una sostanziale e in questo ambito rivoluzionaria novità: il materiale preesistente in questione, infatti, non è composto propriamente da found footage, alla lettera “pellicola trovata”, ma da fotografie che la macchina da presa riprende come se fossero set o paesaggi reali. A eccezione di una registrazione di una performance d’Ismene Jaquinto, la traccia sonora è invece composta da suoni d’archivio tipici dei film di found footage e contribuisce a restituire un senso di realtà e dinamismo alle immagini, che raggiungono in questo modo uno statuto del tutto particolare, sperimentale ma narrativamente coerente, molto semplice da seguire anche se addirittura non lineare nella struttura – la prima parte del film è infatti una specie di flashback.

Molto particolare anche l’uso delle didascalie, che ricreando un’atmosfera sperimentale da cinema d’avanguardia eliminano il dialogo e lasciano pieno spazio al sonoro immersivo; in questo ambiente sonoro la performance vocale emerge in tutta la sua emotività, anche grazie al fatto che il repertorio di Jaquinto è decisamente poco sfruttato nell’ambito di un progetto documentaristico su una cantante: il lato appunto documentaristico è dunque completamente spogliato delle sue componenti potenzialmente didascaliche e “istruttive”, per lasciare spazio a un’opera decisamente emozionale e artisticamente autonoma.

In conclusione

Il film di Quagliozzi si presenta come un’opera d’arte, sfruttando fotografie riprese come paesaggi reali anziché tradizionale found footage. La traccia sonora utilizza suoni d’archivio, mentre le didascalie eliminano il dialogo, creando un’atmosfera sperimentale e concentrando l’attenzione sull’emotività della performance vocale di Ismene Jaquinto. La scelta di privilegiare l’esperienza emotiva e artistica distingue il lavoro nel panorama documentaristico.

Note positive

  • Uso particolarissimo del materiale d’archivio
  • Colonna sonora (musica e rumori) originale e suggestiva

Note negative

  • Nessuna in particolare
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