
I contenuti dell'articolo:
Illusioni perdute
Titolo originale: Illusions perdues
Anno: 2021
Paese: Francia
Genere: drammatico, storico
Produzione: Curiosa Films, Gaumont, France 3 Cinéma, Pictanovo, Gabriel Inc., Umedia
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 141 min
Regia: Xavier Giannoli
Sceneggiatura: Xavier Giannoli, Jacques Fieschi
Fotografia: Christophe Beaucarne
Montaggio: Cyril Nakache
Musiche: Varda Kakon
Attori: Benjamin Voisin, Cécile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewaels, Jeanne Balibar, Gérard Depardieu
Trama di Illusioni perdute
Lucien Chardon, giovane e talentuoso poeta dall’umile estrazione sociale, lascia la provincia insieme all’amante Louise de Bargeton, nobildonna sposata con la quale spera di trovare il successo a Parigi. La capitale delude però le sue aspettative, rivelandosi una realtà meschina, crudele e priva di ogni idealismo.
Recensione di Illusioni perdute
Illusioni perdute, tratto da Balzac e costato il corrispettivo di ben 17,5 milioni di dollari, rappresenta un’importante sfida per il cinema d’oltralpe: Xavier Giannoli, regista affermato in patria, unisce infatti un romanzo fondamentale della letteratura francese, un’icona del cinema nazionale come Depardieu, il volto giovane ma già celebre di Dolan e quello da promettente sex symbol di Voisin a un impianto visivo sontuoso e raffinato, che ha Barry Lyndon come punto di riferimento e non nasconde l’ambizione d’imporsi all’occhio dello spettatore in misura non minore a quella dei più costosi film in costume hollywoodiani.

Giannoli non è Kubrick, ma la regia si dimostra capace di valorizzare l’imponente lavoro svolto sui costumi e soprattutto sulla scenografia, sia degli interni, ricercati e dettagliatissimi, sia degli esterni, altrettanti notevoli nel ricreare la sporcizia e il degrado delle strade popolari della metropoli. La grande protagonista del film è infatti una Parigi tentacolare e spietata, in cui giovani artisti come Lucien si tuffano pieni di sogni per uscirne sconfitti e disillusi, costretti a tornare in provincia dopo aver imparato quanto sia facile vendere i propri ideali per un successo temporaneo e inebriante, fatto di denaro guadagnato scrivendo malignità in cui neanche si crede e speso con febbricitante narcisismo. La Parigi del film, per quanto fedelissima a quella storica e letteraria, si presenta dunque stranamente contemporanea, e il mondo del piccolo giornalismo “pirata” di Voisin e Lacoste – bravissimo, così come Dolan – non può non ricordarci quello delle odierne fake news.
Illusioni perdute rappresenta dunque un esempio notevole di film storico che, pur ricreando con minuzia l’ambientazione, riesce a ritrarre in modo convincente anche la contemporaneità: questo aspetto è sicuramente il più grande pregio della pellicola, insieme a una fotografia che, forte dell’uso di lenti anamorfiche, valorizza ulteriormente l’impeccabile lavoro di scenografi e costumisti.

Note positive
- Scenografia e costumi
- Fotografia
- Rappresentazione storica fedele ma interessante per la contemporaneità
Note negative
- Regia e sceneggiatura buone ma non sempre all’altezza dell’imponente sforzo produttivo