Illusioni Perdute: Benjamin Voisin presenta il nuovo film di Xavier Giannoli

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Con le sue performance stellari, l’orchestrale colonna sonora e le ricche scenografie, Illusioni perdute di Xavier Giannoli è pura ambizione cinematografica, che attraverso un lungo viaggio dell’eroe al contrario, racconta la nascita della società dello spettacolo e della comunicazione di massa. Tratto dal capolavoro di Honoré de Balzac, La Commedia umana, il film è ambientato nella Francia del 1820 ma abbraccia tematiche e toni straordinariamente contemporanei. L’arrivo in Italia è accompagnato dal suo stesso protagonista, Benjamin Voisin. Quest’ultimo è la nuova promessa del cinema francese, già Premio César per Estate ’85 di François Ozon, Premio Lumière per la migliore promessa maschile 2021 e candidato ai César 2022 come migliore promessa proprio per questa nuova interpretazione. All’anteprima stampa romana, l’attore si è raccontato a lungo; svelando curiosità, aneddoti e dietro le quinte di un set, che ha visto nomi come Xavier Dolan, Vincent Lacoste, Cécile de France e Gérard Depardieu. Ricordiamo che Illusioni Perdute arriverà nelle sale con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection dal 30 dicembre – e in anteprima dal 23 dicembre a Roma, Milano, Torino e Bologna. Di seguito il video della conferenza stampa che si è tenuta a Roma:

Illusioni Perdute: intervista a Benjamin Voisin

Illusioni Perdute è un film tratto dall’opera di Balzac, ma è anche incredibilmente moderno. Ho letto che lo stesso Xavier Giannoli è figlio di un giornalista, mi chiedevo se è vero e se le ha dato delle dritte per affrontare questo ruolo così legato al mondo del giornalismo.

Sicuramente è stato un grande piacere far parte di questo film, e non smetterò mai di complimentarmi con Xavier Giannoli per la possibilità che ha dato al cast di esprimersi. È la seconda volta che lavoro con Gerard Depardieu e non l’ho mai visto tanto concentrato come in questo film. Giannoli ha la capacità di apprezzare negli attori non solo le doti e le qualità ma anche i difetti. Ovviamente è anche un compimento alla lungimiranza dello sguardo di Balzac, che da grande umanista quale è stato, è riuscito non soltanto a dipingere; ma anche a comprendere a fondo la sua epoca. A prevedere l’ascesa del denaro e ad intuire la presa del capitalismo nella nostra società odierna. Xavier Giannoli oltre all’amore per questo testo, mi ha parlato della coincidenza con il mestiere del padre. Lui dipinge perfettamente quell’ambiente perché lo ha frequentato fin da bambino, ma è stata una casualità, la verità è che la logica del profitto investe tutti i mestieri e tocca anche altre verità.

Illusioni Perdute Benjamin Voisin
Xavier Giannoli all’anteprima stampa di Illusioni Perdute. Roma 2021
photo credit: Paola Maria D’Agnone

Per definire questo personaggio così attuale, ha tratto ispirazione, oltre che dallo studio dell’opera di Balzac anche dall’esperienza reale vissuta nelle strade di Parigi?

Il mio lavoro si esplicita in due parti: una parte più tecnica, in cui naturalmente mi concentro su quella che è la sceneggiatura, comprendo il personaggio e come si vuole che io lo interpreti. Per esempio, ho studiato diverse teorie lavorando a teatro, le teorie di Mamet e il metodo Stanislavskij. Però è vero, parlando della seconda parte, che prendo ispirazione dalla strada e dalle persone che mi sono accanto. Cerco di cogliere e rubare con lo sguardo il più possibile, lo ha detto benissimo Picasso “Un artista copia, un genio ruba”. E trovo che sia bello trovare delle sfumature molto vere e reali, che possano integrarsi nell’interpretazione di un personaggio.

Per questo ruolo quindi ho abbracciato questi due aspetti, ma anche un terzo, che è stata una fortunata coincidenza. Quella di una mostra allestita proprio durante lo studio del copione! Era sulle origini del romanticismo del XIX secolo e mi ha permesso di vedere questi quadri e avere una rappresentazione visiva della gioventù di quell’epoca. Mi ha colpito molto constatare come a fronte di una fisicità adulta rispetto all’età anagrafica, ci fosse comunque uno sguardo molto giovanile che permaneva negli occhi delle figure raffigurate. Ecco questo è stato un altro modo per prepararmi al ruolo. Inoltre, studiare il lavoro dei tuoi colleghi di set, aiuta molto ad adattarsi gli uni agli altri per esprimere i propri personaggi al meglio.

Benjamin Voisin presenta Illusioni Perdute

Per quanto riguarda le anatre rappresentate nel film, è quasi impossibile non affiancarle alle fake news, come vede lei questo nuovo modo di fare o non fare informazione? Ricollegandosi al fatto di rubare, cosa ha rubato sul set a grandi come Depardieu e Dolan?

Sicuramente l’interesse sta nell’immagine speculare che Balzac ci offre della nostra società. Il regista ha cercato di dipingere nuovamente quel ritratto con tutte le sue attualizzazioni: dalle bufale alle fake news, fino ai social media. Sappiamo perfettamente come possono essere utilizzati dei mezzi quali Instagram o Youtube e come si modificano i comportamenti delle persone che si esprimono attraverso questi canali. Si perpetua un atteggiamento culturale che è sempre esistito. 

Per quanto riguarda Depardieu, avevo già lavorato con lui 5 anni fa. Per questo ruolo, ero a volte estremamente concentrato prima dei take e la sua filosofia di recitazione è sostanzialmente “solo i coglioni rimangono fermi”. Se vedete un dietro le quinte di un suo film, lui prima di un ciak è sempre altrove e pieno di vita, ma al momento del motore si immerge completamente. Quella è stata una lezione importante. Io cerco di imitare questa naturalezza cercando di vivere senza agitarmi o concentrarmi troppo prima, perché poi traspare tutto anche attraverso la fisicità, che è essenziale per trasportare anche il pubblico. Dolan, lo sapete tutti, è un regista incredibile con molti dei suoi film riconosciuti a Cannes. Era molto inquieto per questa interpretazione, che è stata la prima come attore in un film non suo. E ha avuto un’umiltà perfetta, senza preoccuparsi troppo delle scelte di scena del regista, ma rendendosi disponibile al suo personaggio. Ha dato prova di essere un grandissimo attore e si apre per lui una nuova prospettiva di arricchimento, sia come attore e sia per il suo bagaglio da regista.

Illusioni Perdute
Illusioni Perdute di Xavier Giannoli

Sempre parlando di Dolan, ho letto che durante le pause del film ti chiamava per leggerti le parti della sceneggiatura del suo prossimo progetto, per chiederti cosa ne pensassi. Come ti sei sentito in questa occasione?

Ho cercato di avere lo stesso atteggiamento dissacrante che ho avuto nei confronti di monumenti del cinema francese come Cécile de France e Jeanne Balibar, dimenticandomi completamente chi sono per riuscire a recitare con loro e non sentirmi intimidito. E lo stesso atteggiamento l’ho avuto nei confronti di Xavier Dolan. Ѐ assolutamente vero che ci ritrovavamo nel camerino e mi faceva leggere spezzoni della sua sceneggiatura, che per altro prevede un cast interamente Québécois (nativi delle provincie canadesi), quindi nessun conflitto o speranza di vantaggio personale, ma solo una sanissima lettura del lavoro di un grande regista. Non posso rivelarvi di più, ma è stata un’esperienza fantastica e si tratta di una serie per una piattaforma.

Che ne pensi della voce narrante utilizzata nel film, che si sposa stranamente bene con tutto l’insieme?

Sicuramente Xavier Giannoli ha scelto una serie di riferimenti a maestri del cinema per vari aspetti del film. Max Ophüls, Luchino Visconti per le inquadrature e per la voce narrante l’ispirazione è senza dubbio Martin Scorsese. Trovo che in questo caso la voce fuori campo sostenga la narrazione, è quasi la voce dell’opera di Balzac. Il lavoro che ha fatto Xavier Dolan è straordinario, del resto prima di essere un regista è stato un doppiatore, ed è in grado di cogliere anche solo con la voce una serie di sottigliezze. Noi abbiamo un po’ scherzato sul set riguardo la possibilità di poter barare, appoggiandoci alla voce narrante. Ma trovo sia discreta e funzioni perfettamente, è sempre una componente cinematografica come le altre, che contribuisce all’orchestrazione del film.

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