#IoSonoQui (2020): una deliziosa commedia di mezza età

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#IoSonoQui

Titolo originale: #Jesuislà

Anno: 2020

Paese: Francia, Belgio

Genere: Commedia

Produzione: Gaumont, Rectangle Production

Distribuzione: Officine Ubu

Durata: 97 minuti

Regia: Eric Lartigau

Sceneggiatura: Eric Lartigau, Thomas Bidegain

Fotografia: Laurent Tangy

Montaggio: Juliette Welfling

Musiche: Sacha Galperin, Evgueni Galperin

Attori: Alain Chabat, Doona Bae, Ilian Bergala, Jules Sagot

Trailer di #IoSonoQui

#IoSonoQui, distribuito da Officine Ubu, uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 14 ottobre.

Trama di #IoSonoQui

Stéphane (Alain Cabat) è uno chef di successo di mezza età che, via social, conosce e si innamora della misteriosa Soo (Doona Bae), una donna coreana. Spinto dalla volontà d’incontrare e conoscere di persona quest’ultima, Stéphane decide di prendere un aereo e di partire all’improvviso per Seul. All’areoporto, però, non ci sarà nessuno ad aspettarlo, e, tra risvolti ambigui e inaspettati, spetterà a lui a cavarsela in questa nuova realtà.

Scena del fim #IoSonoQui

Recensione di #IoSonoQui

Lartigau mette sul tavolo una dolce ma classica commedia che vede come protagonista un uomo alla ricerca di un punto fermo nella sua vita. Gli ingredienti ci sono tutti: crisi di mezza età, incomunicabilità familiare, un amore sconosciuto e l’eterna immaturità. Il risultato, però, è un pochino insipido. La storia non riesce mai a catturare lo spettatore come dovrebbe/vorrebbe, questo soprattutto a causa di alcuni buchi di natura realistica presenti nella sceneggiatura, come per esempio le avventure surreali che vive Stéphane durante gli undici giorni passati in aeroporto in cui aspetta l’arrivo dell’amata Soo. Viene però mostrato in modo efficace e autentico l’attuale ossessione malata degli adulti di oggi verso i social, e ciò è ampiamente visibile nei gesti del protagonista e nel suo continuo scattare e postare foto su instagram. L’intento è poetico ma il risultato è oggettivo, cioè patetico.

Scena del film #IoSonoQui

Da un punto di vista tecnico, il film è realizzato con una regia decisamente rilassata, non si sente ma si limita ad accompagnare la trama; la fotografia è luminosa e limpida, mentre la sceneggiatura, scritta dallo stesso Lartigau e da Thomas Bidegain, i quali avevano già lavorato insieme nel 2014 per la stesura de La Famiglia Bélier, sembra essere il punto debole dell’opera. Non si riesce a comprendere bene il punto centrale del lungometraggio, di cosa esso voglia parlare, ecco. L’altra grande debolezza dell’opera, e di certo in questo caso non hanno colpe né il regista né gli attori, è senza ombra di dubbio il doppiaggio, il quale sembra voler imitare alcuni sceneggiati televisivi di bassa gamma; soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Soo, al quale, senza alcun senso logico, è stato assegnato una cadenza quasi robotica nel parlato. Per quanto riguarda gli attori, invece, le interpretazioni sono buone ma senza lodi, a parte per Doona Bae che, per quei pochi minuti in cui è presente sullo schermo, è comunque sempre impeccabile nella sua prestazione.

Scena del film #IoSonoQui

#IoSonoQui, in breve, è un film (in fin dei conti) delizioso che non ha grandi ambizioni se non quella di tranquillizzare lo spettatore.

Note positive

  • Una commedia che si fa guardare
  • Regia
  • Fotografia

Note negative

  • Doppiaggio
  • Sceneggiatura
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