I’m Your Man (2021): tra Sci Fi e Rom Com

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I’m Your Man

Titolo originale: Ich bin dein Mensch

Anno: 2021

Paese: Germania

Genere: romantico, fantascienza

Produzione: Letterbox Filmproduktion

Distribuzione: Koch Media

Durata: 105 min

Regia: Maria Schrader

Sceneggiatura: Maria Schrader

Fotografia: Benedict Neuenfels

Montaggio: Hansjörg Weißbrich

Musiche: Tobias Wagner

Attori: Maren Eggert, Dan Stevens, Sandra Hüller, Hans Löw

Trailer di I’m Your Man

Nominato per l’Orso d’Oro alla Berlinale del 2021 e vincitore del premio alla migliore attrice protagonista a Maren Eggert, I’m Your Man è realizzato della regista e sceneggiatrice tedesca Maria Schrader, già autrice dell’acclamata serie Netflix Unorthodox (2020). Il lungometraggio è un racconto tragicomico sull’amore e sul senso di desiderio e va a trattare ciò che rende umano l’essere umano.

Trama di I’m Your Man

Alma, una rigorosa ricercatrice di lingue antiche che vive da sola da quanto il suo compagno la lasciata, viene selezionata per testare Tom, un robot umanoide di ultima generazione progettato per essere il compagno ideale della persona che lo acquisterà una volta sul mercato.

Recensione di I’m Your Man

Avevo sentito di un racconto che stava per essere adattato per il cinema. Non ne sapevo niente, a parte il fatto che la logline diceva “donna incontra robot”, e questo è stato sufficiente per attirare il mio interesse. Questa logline mi ricordava molto il famoso “ragazzo incontra ragazza” di Billy Wilder, solo che in questo caso è “ragazza incontra ragazzo-robot”. Questo è stato l’inizio di un dialogo creativo tra la produttrice Lisa Blumenberg, gli editor Jan Berning e Katharina Dufner e gli scrittori Jan Schomburg e me, che è continuato fino al completamento del film.

Maria Schrader

L’idea alla base di I’m Your Man, vale a dire l’inedita unione di elementi distopici a una struttura da commedia romantica, è interessante e anche molto intelligente nella sua semplicità; quella che però nella brillante parte iniziale sembrava un’impostazione vincente, si rivela, nella parte centrale e soprattutto nel finale, una bella promessa non mantenuta. Schrader infatti, nonostante l’indubbia abilità di sceneggiatrice, non riesce a tenersi in equilibrio tra i diversissimi mondi della fantascienza alla Black Mirror e della rom com, e al posto di sacrificare un elemento per l’altro decide – purtroppo – di perseguire entrambe le strade, finendo per firmare un film che non è né abbastanza graffiante da essere distopico né abbastanza coinvolgente da essere una buona commedia romantica.

Fotogramma del film

L’apparato visivo, se si rende tollerabile quando la sceneggiatura ha i suoi punti alti, nei sempre più numerosi punti bassi emerge nella sua mediocrità e l’acclamata performance di Maren Eggert, per quanto buona, non vale quella di Katia Pascariu in Sesso sfortunato o follie porno (Radu Jude, 2021), sua concorrente all’ultima Berlinale. Ottima invece l’interpretazione di Dan Stevens, che contribuisce a rendere comunque molto godibile un film che sarebbe potuto essere decisamente più interessante.

Note positive

  • Soggetto
  • Interpretazione di Dan Stevens

Note negative

  • Sceneggiatura che annacqua sia l’elemento distopico sia quello romantico
  • Apparato visivo mediocre
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